domenica 7 luglio 2013

L'evidenza della crisi culturale

Notando una crisi del settore culturale (che comunque esiste da molto tempo), pongo la domanda «Come fronteggiate la crisi del settore?», a due librerie molto diverse tra loro: alla Libreria Spagnola di Roma e alla Libreria Antica Roma di Lecce.
Sono due librerie indipendenti, la prima ha anche un carattere particolare, perché non è una normale libreria ma ha una libreria a tema. Patrizia della Libreria Spagnola mi risponde così: «Certamente anche una libreria specializzata come la nostra in libri in lingua spagnola, risente della crisi, perché gli studenti (che sono il nostro pubblico di referenza), comprano meno e comprano su internet. Certo, poi tornano quando internet non soddisfa le loro richieste. Facciamo iniziative per combattere questo momento di difficoltà e ci colleghiamo con tutte le istituzioni del mondo hispanoamericano».
Il libraio della Libreria Antica Roma di Lecce mi risponde così: «Ci muoviamo con eventi e presentazioni su tutto il territorio leccese, partecipiamo a Fiere del Libro e ci spostiamo nelle marine salentine con dei gazebo-libri, dove riusciamo a catturare tantissimi lettori e gente comune che non ha mai frequentato librerie. L’handicap è dato dalle autorizzazioni di tutti i Comuni e gli Uffici demani e commercio che ci trattano come dei veri e propri venditori di panini e noccioline! Vogliamo smaltire il nostro nemico più pericoloso, la burocrazia!».
Praticamente internet e la burocrazia son diventati nemici della cultura!
Il primo se non viene utlizzato bene, è un acerrimo nemico! Ma qual è il problema?!? Ormai si fa fatica anche ad arrivare fino alla Libreria e camminare tra i suoi scaffali? Internet non ha tutto, quindi alla fine si perde anche tempo nel cercare ciò che poi si deve andare a trovare nella libreria (spagnola, in questo caso)!
Nel secondo caso, lo Stato è contro la cultura e la burocrazia fa parte dello Stato, quindi la burocrazia è contro la cultura! Assioma perfetto!!!
Mentre ragionavo sulle risposte dei gestori di queste due librerie, sono uscita per fare due passi ed andare in una Libreria indipendente di Teramo. Sono arrivata, ho dato uno sguardo alla piccola vetrina, ma ciò che c’era dentro non mi è piaciuto affatto. Sono entrata e gli scaffali erano vuoti o con pochi libri, pensavo ad un inventario ed invece la signora che mi ha accolto mi ha detto che chiudevano!
«La chiusura è definitiva» mi dice la signora con la tristezza negli occhi. «Dopo quarant’anni». Fa delle pause, «non ho più parole» o forse ne ha troppe, ma negative (come quelle che circolano nei miei pensieri), «fammi stare zitta» continua. «Abbiamo fatto di tutto» dice mentre torna ad impacchettare mestamente i libri rimasti, mentre io do uno sguardo. Trovo due libri che sono al 50%, praticamente li pago 6 euro!! Io sono sempre più sconcertata! «Si sono accorti che esistiamo ora che stiamo chiudendo, ma prima tutte queste persone indignate dov’erano?» E continua «Questo Paese» le chiedo… l’Italia?, «Si perché Teramo è proprio ottuso, ma l’Italia è persa».
E’ inutile dire che sono pienamente d’accordo (su entrambi i giudizi).
«Le mamme vengono qui e dicono, ‘Anche la lettura estiva gli danno’ (all’alunno che dovrebbe divorare libri per far crescere la massa cerebrale), ma ti rendi conto?». I genitori dovrebbero stimolare i loro figli verso la lettura, per far crescere la loro fantasia ed invece i pargoli rimangono privi di aperture mentali e soli con la loro play station, o xbox o nintendo o smart-tv, o internet (che dovrebbe essere interdetto ai minori di anni 18) o con i loro telefonini intelligenti… almeno c’è qualcosa di intelligente!!!
«I franchising stanno uccidendo le librerie indipendenti!» La signora definisce questi mostri (e sappiamo bene chi sono) «supermercati del libro», ed ha ragione, anche perché vi lavorano commessi (nella stragrande maggioranza dei casi) che non hanno la minima adorazione per quello che stanno facendo (e si vede), che non leggono, (e si nota), e che non s’informano (basta chiedere un parere sul libro che si desidera acquistare)!!!
Ascoltando la signora mi sono chiesta cosa si pensa quando si DEVE (l’uso della maiuscola è necessario) chiudere dopo 40 anni di attività svolta con amore… non riesco a trovare una risposta che non sia dolorosa!
In Canada i negozi di dischi e video chiudono per trasformarsi in librerie, perché in quel paese la cultura è importante! Nel nostro paese librerie come la Libreria Spagnola (specializzata in libri in lingua) e la Libreria Antica Roma di Lecce, devono inventarsi sempre cose nuove per andare avanti.
Ma purtroppo, non tutti riescono a vincere.

Marianna Di Felice

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