giovedì 14 novembre 2013

Il calice della vita: il nuovo romanzo di Glenn Cooper



Un autore che in poco tempo ha scalato le classifiche dei libri più venduti in Italia. Un tesoro prezioso per la casa editrice Nord che pubblica i suoi romanzi, dal primo La biblioteca dei morti (trilogia con Il libro delle Anime e I custodi della biblioteca) all’ultimo Il calice della vita (non dimentichiamo La mappa del destino, L’ultimo giorno e Il marchio del diavolo). Glenn Cooper laureato in Medicina alla Tufts University School of Medicine e in Archeologia alla Harvard University, diventa romanziere.

L’ho intervistato per sapere qualcosa di più, ma l’autore non si sbilancia troppo forse per mantenere quella sorta di mistero che aleggia sempre nei suoi libri.
Hai lavorato nel campo della farmacologia, come ti è venuta l’idea di scrivere?
«In realtà la mia prima laurea è stata in archeologia ad Harvard. Medicina è stata la seconda. Ho iniziato a scrivere nel momento in cui stavo facendo ricerca farmacologia, perché avevo bisogno di un contrappunto intellettuale per l’equilibrio nella mia vita. Ho scritto sceneggiature di film per 20 anni, senza successo, poi ho scritto il mio primo romanzo, La Biblioteca dei Morti».

Come costruisci i tuoi romanzi? Qual è l’idea che ti fa scrivere?
«Parto sempre con un concetto alto (come se?)… E queste idee di solito mi vengono attraverso il processo del sogno ad occhi aperti, sempre attivo in me. Poi ho bisogno di una trama e questo è il lavoro più duro».

Il nuovo libro si basa sul tema del “Santo Graal”, quindi potrebbe essere descritto come “uno dei tanti” libri già scritti. Hai paura di questo?
«Non avevo paura di scrivere il milionesimo libro riguardo il Graal, perché ero sicuro che il mio concetto e la trama non erano mai stati scritti prima. E non troverete menzione alcuna riguardo i Templari nel libro!».
(Non ci sono i Cavalieri Templari, perché, in realtà, questi cavalieri sono stati utilizzati da molti autori nei loro libri che parlavano del Graal. Penso che non esistano più storie da inventare sui Templari insieme al Graal.)

Può esserci una nota massonica nel libro?
«Se c’è un elemento massonico qui si tratta di una novità per me».
(Ho pensato che ci potrebbe essere una sorta di massoneria universitaria, visto che nel libro si parla dei Loons Graal, che è un gruppo di ricercatori, professori universitari che si riuniscono per trovare il Graal. Di solito nelle università americane e inglesi ci sono questi gruppi che si tramandano di generazione in generazione e hanno matrice massonica).

Dopo la trilogia della biblioteca dei morti, due libri di avventura e mistero e un argomento moderno con la imminente fine del mondo, si torna agli antichi misteri. Perché?
«Io seguo la mia ultima buona idea, senza pensare troppo al genere o sottogenere. Alcune idee sono buone per un libro unico, altre per una trilogia. Se dovessi pensare solo al modo migliore per vendere i libri, mi piacerebbe restare con un eroe iconico e scrivere una serie senza fine».

Ho notato che tra I Custodi della Biblioteca e Il Calice della Vita, non è passato tanto tempo. Stai scrivendo già il prossimo libro? O hai già una nuova idea?
«Scrivo sempre con solo un mese di pausa in-tra i progetti. Ho una elevata tolleranza per il lavoro che deriva probabilmente da tutti i miei anni di vita aziendale. Un libro di un anno è un ritmo molto comodo per me e che si traduce in pubblicazione di un libro nuovo ogni anno. Detto questo, ho appena finito un nuovo libro che sarà il primo di una trilogia. Non sto dicendo troppo sul nuovo lavoro ancora, ma penso che sia il concetto più interessante ed emozionante che abbia mai avuto.
Tra un anno vedremo se i lettori sono d’accordo».

Nell’attesa di leggere la nuova trilogia di Glenn Copper, leggiamo Il Calice della Vita e perdiamoci nell’atmosfera misteriosa della ricerca del Graal, tra la Francia, il Montserrat tra Re Artù e i suoi discendenti, e la spada Excalibur.

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