giovedì 26 dicembre 2013

Crisi della cultura, crisi del libro: tre Stati, tre soluzioni diverse



Tre realtà diverse, un problema comune: aiutare le librerie indipendenti e incrementare la
lettura.
Amazon, colossi della distribuzione, pochi lettori, il risultato è la chiusura delle librerie indipendenti.
Lo stesso destino accomuna tre diversi Stati: l’Italia, la Francia e il Canada.
In Italia i grandi distributori (sia i grandi colossi dell’editoria che i supermercati che vendono libri) soffocano le librerie indipendenti, per quello che riescono ancora a vendere, visto che il numero dei lettori si è abbassato drasticamente (e forse non è mai salito alle stelle).
Per non parlare di internet e della vendita degli ebook.
Questo crea non pochi problemi anche agli editori indipendenti.
Ultimamente si sta creando una “risveglio” culturale, talmente blando da metterlo ancora tra virgolette.



In Francia si son riunite 64 librerie indipendenti e hanno creato un sito internet, parislibrairies.fr per contrastare gli acquisti su Amazon, ma i librai hanno deciso di mantenere il contatto umano, facendo ritirare il libro al lettore direttamente in libreria.
Troppi librai si sentono dire “Non avete questo libro? Lo ordinerò su Amazon”, tanto da correre ai ripari e d’accordo con loro si trova il ministro alla cultura Aurelie Filippetti che al Salone del libro di Bruxelles, ha dichiarato “Oggi ne hanno tutti abbastanza di Amazon (tranne quelli che ancora comprano sul suo sito internet, mi viene da aggiungere). Ricorrendo a pratiche di dumping, (il termine indica una vendita di un bene o di un servizio su un mercato estero, mercato di importazione, a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita (o addirittura al prezzo di produzione) dello stesso prodotto sul mercato di origine, mercato di esportazione.) Amazon taglia i prezzi per poter essere competitivo sul mercato e poi li fa risalire una volta stabiliti il suo quasi-monopolio.”
In Francia la situazione delle vere librerie, dove puoi permetterti di porre una domanda al commesso che sa che un Molière è nello scaffale riservato al teatro, è meno drammatica che altrove, e comunque molto meno che in Italia. I piccoli esercizi sono viziati dai politici, grazie alla legge Lang sul prezzo unico del libro che risale ormai all’81.
Il ministro francese ha fatto sapere di voler ridurre anche l’Iva dal 5.5% al 5% dal 2014 e di stanziare nove milioni di euro come sostegno alle librerie (due milioni di euro sosterranno gli editori).
Questi soldi si aggiungono ai nove milioni già annunciati al Salone del libro di Parigi, dove, cinque milioni andranno nella tesoreria per i librai in difficoltà e quattro milioni serviranno per mantenere in vita le piccole librerie di quartiere.

In Canada al grido di Le prix réglementeé ça urge! (Urge regolamentare il prezzo), il gruppo Sauvons les livres (salviamo i libri), con la sua portavoce, Elodie Comtois, avanti a tutti ha preso la parola al 36° Salone del libro di Montreal, per rivendicare un intervento necessario e tempestivo del governo che regoli i prezzi dei libri-novità.
Come altri paesi europei, anche il Québec ha deciso di regolamentare il prezzo del libro.
“E’ una tappa importante che si vuole raggiungere ed un progresso innegabile” ha dichiarato Élodie Comtois che è contenta di vedere il governo prendere la difesa delle librerie indipendenti che vivono tempi durissimi in tutti il Québec e ricorda che molte librerie hanno già chiuso i battenti recentemente.
La regolamentazione limiterà al 10% il ribasso sulle novità in un periodo di tempo nel quale il governo valuterà se mantenerlo oppure no.
Élodie ha inoltre annunciato “Dev’essere chiaro: se i prezzi non sono regolamentati, continueranno ad aumentare. Questo è quello che è successo in Inghilterra. I prezzi sono stati liberalizzati e il prezzo del libro è aumentato del 30%. L’effetto domino che si creerà comporterà la chiusura delle librerie e la fine di molti editori”.
Finalmente anche in Italia il governo ha deciso di correre ai ripari contro l’abbandono della cultura e la chiusura delle librerie indipendenti (ultimamente moltissime hanno dovuto chiudere e tra queste c’erano anche librerie storiche).
La soluzione italiana al crescente problema consiste nella detrazione d’imposta del 19% sull’acquisto dei libri, escludendo, naturalmente, gli ebook e i formati digitali.
Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato ha dichiarato “Per aiutare la lettura e le librerie, quelle che non appartengono a catene stanno particolarmente soffrendo”.
L’agenzia Public Policy ha chiarito ulteriormente: “Le famiglie e le persone giuridiche (che non beneficiano già di detrazione Iva) avranno la possibilità di usufruire di una detrazione d’imposta del 19% per acquisti di libri muniti di codice Isbn fino a una spesa annua di duemila euro, di cui mille per l’acquisto di libri di testo.



Tre stati diversi, lontani tra loro, accomunati dallo stesso problema.
Si arriverà ad una soluzione con queste diverse strategie?
L’Italia riuscirà a far ripartire la cultura e riuscirà a proteggere le librerie indipendenti rimaste in vita?

Articolo scritto per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/rubriche/libri-in-viaggio/crisi-della-cultura-crisi-del-libro-tre-stati-tre-soluzioni-diverse/

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