venerdì 11 luglio 2014

La correttezza paga!


E' in atto un'iniziativa per la quale non si recensiscono più libri di editori (solo accertati) che non pagano i propri collaboratori (grafici, correttori di bozze, traduttori ed altri collaboratori)!
In un articolo che scrissi per iltempolastoria, osservai delle statistiche fatte sulle figure importanti per le case editrici, citate sopra, che lamentavano le condizioni di lavoro.
Erano malpagati oppure addirittura non pagati.
Allora mi son chiesta se, quando incontro dei libri con pessime traduzioni e senza correzioni, quel collaboratore o quella collaboratrice ha pensato bene di non sprecare tempo e mandare il libro alla stampa in quelle condizioni.
Perché nell'inchiesta riportata nell'articolo che scrissi, era sottolineato il menefreghismo di tali collaboratori sottopagati o non pagati.
Naturalmente ora voglio sapere il nome di queste case editrici, però mmi domando se far male un lavoro è indice di rivalsa nei confronti dello sfruttato, se è indice di intelligenza.
Credo sia più opportuno denunciare queste libertà che si prendono le case editrici o magari anche non collaborare più (tanto se il lavoro reso è gratuito qual è il problema?) più che fare dei dispetti.
Comunque questa protesta iniziata da Luca Pantarotto di Holden&Company , con lo slogan di Marina Vitale, la grafica di Fracesca Schipa, ha creato molti seguaci.
Credo che molti vogliano sfruttare le risorse di validi collaboratori senza spendere un euro, il problema è che il lavoro intellettuale è sempre un lavoro (ed anche duro) e come tale vada retribuito!



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