Ho finito di leggere il Giallo
Mondadori, Anno Domini, da un po', ma non ho scritto nulla al riguardo fino ad
ora, perché ero impegnata a scrivere articoli, a ricercare materiale
per articoli e a leggere il nuovo lavoro di Carlo A. Martigli, La
congiura dei potenti.
Un libro non può aspettare così tanto
tempo nel limbo prima di essere inserito nella libreria dei libri
letti! Vero!
Ma doveva scontare una pena!
La raccolta di
racconti gialli si apre e si sviluppa in un'atmosfera antica che
risale ai romani, con il racconto di Valerio Massimo Manfredi con i
suoi tribuni e i loro intrighi, si prosegue con un delitto passionale
che si svolge nella Pompei del 32 d. C. usando a tratti toni
conviviali. Concluso Lode al magnifico di Danila Comastri Montanari e
conclusi i due generi antichi si passa alla narrazione medievale
risalente al 1315, di Alfredo Colitto con il suo famoso medico
investigatore, Mondino De' Liuzzi.
Quanto mi mancava questo
personaggio, dopo averlo seguito nelle sue avventure (Cuore di ferro,
Il libro dell'angelo e I discepoli del fuoco) volevo ardentemente
leggere ancora un racconto con Mondino come protagonista.
Sono
stata accontentata, ma è durata poco, purtroppo!Il tempo di un
racconto, solo poche pagine (anche i libri di Colitto non durano
molto con me. Li leggo in poco tempo e rallento alla fine solo perché
non voglio staccarmi da quelle pagine).
Si va avanti nel tempo e
si arriva al 1502 e ci si addentra in un racconto dove figurano come
protagonisti il maestro Leonardo da Vinci e Machiavelli.
Sarà
che in quel periodo stavo finendo di vedere (naturalmente in ritardo
così potevo gestire la visione delle due serie a modo mio e senza
aspettare la prossima puntata) la serie tv Da Vinci's Demons, ma
mentre leggevo mi sembrava di vivere quelle parole!
Sembrava di
avere davanti Leonardo col suo fare pensieroso, distante, accigliato,
strafottente e Machiavelli che cercava di capire e di entrare nella
visione del maestro (impossibile se si hanno preconcetti)!
Giulio
Leoni promosso.
Di questa raccolta io conosco già da tempo gli
autori: Valerio Massimo Manfredi, Alfredo Colitto e Carlo A.
Martigli, gli altri per me erano delle scoperte!
Grazie alla breve
prefazione che si trova sopra ogni inizio di racconto, ho preso
appunti per conoscere meglio questi scrittori, visto che son
riportati dei loro lavori.
Si prosegue andando poco avanti nel
tempo con Carlo A. Martigli, perché il racconto si svolge nel 1526 e
sinceramente la suspense che si respira tra le sue righe mi aveva
fatto dimenticare la brevità della narrazione.
La mia attenzione
era alta e lo è stata fino alla fine.
Martigli non mi delude
mai.
Andando avanti nella lettura si arriva al racconto di Scilla
Bonfiglioli, La corte della seta.
E questa è stata una
piacevolissima sorpresa.
La narrazione si svolge nel 1563 ed è
davvero interessante.
Lo stile è semplice e il racconto va avanti
senza intoppi fino alla fine.
Non servono super paroloni che
inceppano la storia solo per far vedere che si conoscono (davvero?)
parole che in italiano non usa più nessuno (disgraziatamente), ma
servono parole che arrivano dritte al lettore, che riescano ad
entusiasmarlo.
Se la lettura si blocca per ritrovare una parolona
sul vocabolario, si perde l'atmosfera.
Ero davvero entusiasta di
quella lettura, davvero gradevole.
Sono andata avanti con il
sorriso e l'emozione del lettore contento (fino a quel momento),
continuando la lettura con Il teatro delle streghe di Fabio Ancarani,
del quale vedevo le scene nella mia mente mentre scorrevo le parole
con gli occhi.
“- Spero di non doverlo scoprire mai” recita
la frase conclusiva del racconto di Ancarani. E neanch'io volevo
scoprire cosa si prova a perdere di colpo quell'emozione data dai
brani fino ad ora letti!
Ed invece l'ho persa eccome!!!
Son
stata risvegliata bruscamente dal racconto di Alan D. Altieri, La Fortezza.
Non
me ne voglia nessuno, la mia è un'opinione opinabile nei confronti
di chi ha apprezzato, ma io proprio non ho digerito le sue
parole.
Sono uscita a fatica dalla sua lettura.
Ecco perché doveva scontare la pena rimanendo nel limbo per un po'!
Ecco perché doveva scontare la pena rimanendo nel limbo per un po'!
Credo, anzi, di
dover rileggere ciò che ha scritto per capire, forse, qualcosa di
più.
Per fortuna non era l'ultimo racconto altrimenti rimanevo
con l'amaro in bocca.
Lorenzo Fontana ha risollevato il mio
morale con Un gioiello per signori, un racconto contemporaneo (se
l'età contemporanea si fa iniziare dal Congresso di Vienna e dalla
conseguente caduta di Napoleone, nel 1815), del 1844.
Si sa che in
mezzo al mazzo c'è sempre una carta che cade o che si perde.
Lo
rileggerò ma non mi aspetto un giudizio positivo come per gli
altri!
Curatore della raccolta è Franco Forte e consiglio di
comprare questo libro che si trova solo nelle edicole.
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