giovedì 11 settembre 2014

Giallo Mondadori: Anno Domini



Ho finito di leggere il Giallo Mondadori, Anno Domini, da un po', ma non ho scritto nulla al riguardo fino ad ora, perché ero impegnata a scrivere articoli, a ricercare materiale per articoli e a leggere il nuovo lavoro di Carlo A. Martigli, La congiura dei potenti.
Un libro non può aspettare così tanto tempo nel limbo prima di essere inserito nella libreria dei libri letti! Vero!
Ma doveva scontare una pena!
La raccolta di racconti gialli si apre e si sviluppa in un'atmosfera antica che risale ai romani, con il racconto di Valerio Massimo Manfredi con i suoi tribuni e i loro intrighi, si prosegue con un delitto passionale che si svolge nella Pompei del 32 d. C. usando a tratti toni conviviali. Concluso Lode al magnifico di Danila Comastri Montanari e conclusi i due generi antichi si passa alla narrazione medievale risalente al 1315, di Alfredo Colitto con il suo famoso medico investigatore, Mondino De' Liuzzi. 
Quanto mi mancava questo personaggio, dopo averlo seguito nelle sue avventure (Cuore di ferro, Il libro dell'angelo e I discepoli del fuoco) volevo ardentemente leggere ancora un racconto con Mondino come protagonista. 
Sono stata accontentata, ma è durata poco, purtroppo!Il tempo di un racconto, solo poche pagine (anche i libri di Colitto non durano molto con me. Li leggo in poco tempo e rallento alla fine solo perché non voglio staccarmi da quelle pagine).
Si va avanti nel tempo e si arriva al 1502 e ci si addentra in un racconto dove figurano come protagonisti il maestro Leonardo da Vinci e Machiavelli. 
Sarà che in quel periodo stavo finendo di vedere (naturalmente in ritardo così potevo gestire la visione delle due serie a modo mio e senza aspettare la prossima puntata) la serie tv Da Vinci's Demons, ma mentre leggevo mi sembrava di vivere quelle parole!
Sembrava di avere davanti Leonardo col suo fare pensieroso, distante, accigliato, strafottente e Machiavelli che cercava di capire e di entrare nella visione del maestro (impossibile se si hanno preconcetti)!
Giulio Leoni promosso.
Di questa raccolta io conosco già da tempo gli autori: Valerio Massimo Manfredi, Alfredo Colitto e Carlo A. Martigli, gli altri per me erano delle scoperte!
Grazie alla breve prefazione che si trova sopra ogni inizio di racconto, ho preso appunti per conoscere meglio questi scrittori, visto che son riportati dei loro lavori.
Si prosegue andando poco avanti nel tempo con Carlo A. Martigli, perché il racconto si svolge nel 1526 e sinceramente la suspense che si respira tra le sue righe mi aveva fatto dimenticare la brevità della narrazione. 
La mia attenzione era alta e lo è stata fino alla fine.
Martigli non mi delude mai.
Andando avanti nella lettura si arriva al racconto di Scilla Bonfiglioli, La corte della seta.
E questa è stata una piacevolissima sorpresa.
La narrazione si svolge nel 1563 ed è davvero interessante.
Lo stile è semplice e il racconto va avanti senza intoppi fino alla fine.
Non servono super paroloni che inceppano la storia solo per far vedere che si conoscono (davvero?) parole che in italiano non usa più nessuno (disgraziatamente), ma servono parole che arrivano dritte al lettore, che riescano ad entusiasmarlo.
Se la lettura si blocca per ritrovare una parolona sul vocabolario, si perde l'atmosfera.
Ero davvero entusiasta di quella lettura, davvero gradevole.
Sono andata avanti con il sorriso e l'emozione del lettore contento (fino a quel momento), continuando la lettura con Il teatro delle streghe di Fabio Ancarani, del quale vedevo le scene nella mia mente mentre scorrevo le parole con gli occhi.
“- Spero di non doverlo scoprire mai” recita la frase conclusiva del racconto di Ancarani. E neanch'io volevo scoprire cosa si prova a perdere di colpo quell'emozione data dai brani fino ad ora letti!
Ed invece l'ho persa eccome!!!
Son stata risvegliata bruscamente dal racconto di Alan D. Altieri, La Fortezza.
Non me ne voglia nessuno, la mia è un'opinione opinabile nei confronti di chi ha apprezzato, ma io proprio non ho digerito le sue parole.
Sono uscita a fatica dalla sua lettura.
Ecco perché doveva scontare la pena rimanendo nel limbo per un po'!
Credo, anzi, di dover rileggere ciò che ha scritto per capire, forse, qualcosa di più.
Per fortuna non era l'ultimo racconto altrimenti rimanevo con l'amaro in bocca. 
Lorenzo Fontana ha risollevato il mio morale con Un gioiello per signori, un racconto contemporaneo (se l'età contemporanea si fa iniziare dal Congresso di Vienna e dalla conseguente caduta di Napoleone, nel 1815), del 1844.
Si sa che in mezzo al mazzo c'è sempre una carta che cade o che si perde.
Lo rileggerò ma non mi aspetto un giudizio positivo come per gli altri!
Curatore della raccolta è Franco Forte e consiglio di comprare questo libro che si trova solo nelle edicole. 

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