Il settimo peccato
Autore: Carlo A. Martigli
Editore: Mondadori
Genere: Giallo storico
Pagine: 288
Anno di Pubblicazione: 2018
Sinossi:
E se il pittore Bosch fosse stato uno stregone che
parlava delle opere di Dio per confondermi? Se, per assurdo, Isabella fosse
stata sua complice, e non una vittima dei suoi incantamenti? E se io stesso
fossi stato preda di qualche sostanza che mi rendeva schiavo delle sue azioni?
Siamo all'inizio del Cinquecento e Giovanni Ciocchi, ai tempi in cui narra
questa storia, è ancora molto lontano dal giorno del 1550 in cui verrà eletto
papa e prenderà il nome di Giulio III. Ha poco più di quindici anni ed è in viaggio
verso Venezia insieme all'inquisitore francescano Martino da Barga, suo mentore
e maestro di vita. Magister e apprendista sono convocati nella Serenissima per
partecipare al processo inquisitorio contro il pittore Hieronymus Bosch,
accusato di eresia e blasfemia per aver dipinto un Cristo in croce con le
fattezze femminili. Mentre Giovanni e Martino fanno la conoscenza
dell'eccentrico pittore, della sua singolare visione del mondo e del suo stile
di vita dissoluto, con l'intento di difenderlo dalla gravissima accusa che
pende sul suo capo, nelle calli cominciano a verificarsi dei macabri delitti.
Uno dopo l'altro vengono ritrovati sei cadaveri, su ognuno dei quali
l'assassino si è divertito a lasciare segnali da decifrare: monete incastrate
nei bulbi oculari, frutti e salsicce deposti accanto ai corpi, e soprattutto
piume d'uccello, piume che spuntano dalle tasche, dai corsetti, dalle bocche
delle vittime, come firme lasciate da un autore a margine delle proprie opere.
Tutta la città conta sul fiuto del magister, noto anche come investigatore ed
esperto di cause di morte, per interpretare le tracce seminate dall'omicida e
fare luce sull'enigma. Naturalmente, il principale indiziato è proprio il
blasfemo e impopolare Hieronymus Bosch.
Recensione:
L’ottavo peccato capitale è la vendetta come si leggerà
nel romanzo, il nono è aver letto questo libro mentre leggevo altri libri e
quindi aver costretto ad una attesa forzata la recensione dello stesso e il
decimo peccato è che il romanzo purtroppo è ultimato. Come sempre Martigli ha
una scrittura ricercata derivante dalla sua notevole cultura, per descrivere al
lettore i fatti storici e come sempre chi legge rimane estasiato da tale
scrittura. Senza orpelli che possano appesantire la trama , la descrizione dei
luoghi è viva e sembra di starci dentro. Sembra di camminare a fianco del
magister Martino e di visitare la Venezia del ‘500. Per questo motivo quando
leggevo la descrizione di alcuni posti della città andavo ricercando dove
fossero attraverso il web, per vedere se ero passata di lì le due volte che son
stata a Venezia o se dovevo appuntarmi di passarci la prossima volta. Quando si
procede nella lettura de Il settimo
peccato, sembra di sporcarsi le scarpe nel fango o sentire lo scalpiccio
che le suole provocano sulla ghiaia, sembra di passare tra le calli mentre le
maschere sfilano una dietro l’altra riunendosi nelle piazze o nei palazzi
signorili per partecipare alle feste o nei casini popolari. Durante il
carnevale di Venezia un efferato assassino decide di colpire e lo fa in un modo
particolare. Ricchi ornamenti, preziosi pizzi, ricami pregiati, stoffe costose,
maschere più umili e baùte varie correvano per la città peccando a destra e a
manca. Si poteva peccare ancora in quei giorni prima della Pasqua…come se in
quella città servisse il carnevale per peccare!
…Venezia
stessa era una maschera. Che copriva le difficoltà di un’esistenza sempre
all’erta, tra lotte intestine e nemici alle porte, e l’ansia di attendere òe
navi da cui dipendeva la vita della città e dei suoi abitanti…
In mezzo a questo caos colorato scorreva il sangue
delle vittime del seriale, come si direbbe oggi, che continuava ad uccidere
indifferente alle indagini e sicuro di non esser scoperto e lasciava indizi per
far capire di quale peccato si era macchiata la vittima. Al magister Martino
che era a Venezia insieme al suo aiutante Giovanni Ciocchi, era stato chiesto
di indagare, ma lui era lì per difendere l’arte del pittore fiammingo Bosch
dagli attacchi velenosi dell’inquisitore Jean de Longueville. Non c’era
ponderatezza nelle esternazioni dell’inquisitore, lui voleva giungere alla
conclusione del processo senza tener conto di nulla se non delle sue
convinzioni. Insidia, infamia, invidia, prepotenza, affari, politica, peccati,
omicidi, onestà, intelligenza. Queste parole riassumono il comportamento
dell’epoca (che non è tanto cambiato ad oggi) e possono spiegarsi in questo
modo: esseri infidi ai quali interessa solo il loro valore (che si son dati
essi stessi e quindi potrebbero essere dei narcisisti) portano avanti calunnie
che giustificano la loro linea di pensiero (che non è aperta a nessuna
divagazione reale che possa derivare da un’investigazione) infamando l’indagato
in modo presuntuoso senza ammettere ribattimenti, anzi, portando prove ricavate
con la forza o con il soldo quindi in modo disonesto giustificando giochi di
potere e invidia da parte di rivali e così peccando ma sempre in nome di Dio.
Dall’altra parte l’intelligenza verifica la veridicità degli atti e cerca di
far emergere la verità. Durante il periodo veneziano di rinascimento artistico
e culturale un pittore fiammingo, Hieronymus Bosch, fu accusato di blasfemia
per aver usato la sua particolare licenza pittorica nel dipingere un Cristo
sulla croce, ma la sua accusa aumentò dal momento in cui fu preso come capro
espiatorio da chi voleva chiudere in fretta il processo perché credeva di aver
ragione. Frate Martino con pazienza e sapienza porta avanti la difesa, ma viene
fuorviato dal suo pensiero rischiando…Mi fermo qui perché altrimenti si capisce
troppo e il lettore deve capire quello che succede attraverso la lettura del
libro non della recensione. Nel romanzo la penna di Giulio III, che all’epoca
dei fatti era Giovanni Ciocchi destinato a diventare un legale che si ritrovò
ecclesiastico, descrive gli accadimenti. Scorrendo le pagine del romanzo sembra
che il lettore abbia trovato, magari in un vecchio baule, un diario antico e
prezioso nel quale sono appuntati fatti, indagini, massime di un magister dalla
brillante intelligenza e curiosità di un breve periodo del ‘500 a Venezia dove
i peccati erano all’ordine del giorno, ma durante il carnevale si
intensificavano e dove un assassino girava tra le calli destando paura negli
occhi della gente. Buona lettura!
L’autore:
Carlo A. Martigli a Livorno compie gli studi classici e
a Pisa si laurea in Filosofia del Diritto. Inizia a lavorare al Tirreno di Livorno, come giornalista e
collabora con riviste specializzate per conto dell’Istituto di Filosofia del
Diritto di Pisa. Abbandonata la carriera universitaria, si impiega in banca e
raggiunge ottimi risultati presso banche nazionali ed estere. Frequenta un
master all’Università Bocconi. Con Spazio Teatro di Livorno vince il primo
premio come migliore attore non protagonista al Festival del Teatro di Pesaro
con la Donna di Garbo di Goldoni.
La sua carriera di scrittore inizia nel 1995 con la
pubblicazione del suo primo libro, Duelli Castelli e Gemelli, favole in rima,
realizzato con Emanuele Luzzati. Ha un grande successo di critica e pubblico e
il libro è stato rieditato nel 2007. Nel 1998 lavora insieme ad Ambra Orfei,
curando la sceneggiatura di uno spettacolo circense intitolato La Principessa
delle Stelle.
Per alcuni anni ha creato e gestito una rubrica su
Internet su La Repubblica-Il Lavoro e ha collaborato con altre testate del
gruppo Riffeser Monti e Rusconi. Formatore e docente in comunicazione e
marketing, ha al suo attivo vari corsi di scrittura creativa, tra cui uno
all’Accademia Culturale del Comune di Rapallo, giunto già alla sua seconda
edizione. Come art director, ha realizzato una campagna pubblicitaria in
Campania per la raccolta differenziata.
La Banca Carige, per il terzo anno di seguito, gli ha
commissionato un libro e un cd per illustrare ai ragazzi il mondo del
risparmio.
Il libro grazie al quale conosce il successo si
intitola 999. L'ultimo custode, ed è pubblicato da Castelvecchi. Questo
thriller storico vende più di 100.000 copie in Italia, e successivamente esce
in 16 Paesi.
Nel gennaio 2012 esce per i tipi Longanesi L'eretico,
mentre è di Mondadori 2016 La follia di Adolfo, dove il protagonista del
romanzo porta il suo stesso nome e L'Apprendisata di Michelangelo, 2017, con
protagonista un giovane che vuole diventare pittore. Nel 2018 esce per
Mondadori La custode di Leonardo e Il settimo peccato.
Marianna Di Felice
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