mercoledì 14 luglio 2021

Recensione di: John Parker il detective, La lunga notte, Linea 429, L'uomo dei piccioni e Lo strano caso dell'invisibile scomparso.







Con gioia avevo accolto l’offerta dell’autore di leggere alcuni dei suoi libri e recensirli, ma poi il lavoro e dei problemi personali hanno rallentato la lettura e slittato la pubblicazione delle recensioni che ora pubblico insieme. Un modo insolito di recensire forse, ma che fa notare varie sfaccettature di un autore che si occupa di più temi. Per quanto riguarda John Parker mi son trovata davanti un detective diverso dai soliti. Il classico detective cupo perché non riesce ad emergere nei casi e viene offuscato dagli assassini o dai seriali che rubano loro la scena perché diventano più interessanti di chi lotta per la giustizia, ma in questo caso, nel caso del detective Parker è diverso. Lui è cupo, ombroso perché ha perso la moglie, l’unica cosa pulita quando torna a casa con i suoi panni sporchi, l’unica luce nel buio del suo lavoro. I ricordi purtroppo lo sovrastano, lo intristiscono ancora di più e riescono a coprirgli quella luce che vedeva nel suo viso e nell’amore che li univa, i ricordi portano ombra ma viene sovrstato dall’ombra. Ombra che sparisce davanti ad una morte misteriosa. Di solito il detective classico porta sulle spalle la pesantezza del suo lavoro, ma per Parker è una salvezza dai suoi ricordi. L’autore punta sullo stato psicologico dei personaggi perché in questo caso il lettore riesce a capire il loro stato d’animo, il loro carattere e diventa quasi amico degli stessi personaggi. O forse vuole far capire o comprendere lui stesso cosa muove lo stato psicologico di una persona, cosa fa scattare certi comportamenti. Decisamente complesso nel suo genere. Ad esempio ne La lunga notte descrive in modo preciso le percezioni, le coscenze, i timori, gli affanni dei personaggi. In molti suoi libri l’autore sembra più interessato all’analisi della mente umana che alle varie descrizioni perché la trama si sviluppa attraverso i dialoghi dei protagonisti. Tranne in Linea 429 dove l’autore descrive di più la storia raccontata. In questo libro i riflettori non sono puntati su singoli personaggi, ma sulla quotidianità, sulla società composta, naturalmente, da vari personaggi che si ritrovano tutti sopra un autobus fermo a causa di un violento diluvio. La società è composta da varie persone e ognuna di esse porta il suo bagaglio pieno del proprio vissuto, dei propri pensieri e dei propri comportamenti conseguenti. Dalle precedenti analisi psicologiche si passa ad un’analisi sociologica che composta dai comportamenti dei personaggi nel vivere quotidiano. Forse qualche lettore potrebbe rimarcare la negatività presente nei libri, il problema è che la realtà non è rosea. Capitano momenti di positività indubbiamente, ma se ci si guarda davvero in giro si possono notare molte accezioni sfavorevoli nei comportamenti di molti, nel modo di pensare come in quello di agire.
Per concludere la recensione ci sono due libri, L’uomo dei piccioni e Lo strano caso dell’invisibile scomparso dove Scalisi affronta un tema tutt’altro che facile nella realtà odierna. Il tema dei clochard! Ma mentre nel primo romanzo c’è la decisione del protagonista di diventare un clochard nel secondo no. Ne L’uomo dei piccioni si verifica il caso in cui una persona che ha tutto ciò che può desiderare, smette di dedicarsi a tutto quello che molti altri agognano e alla fine null’altro che una vita semplice e serena dove non manca nulla, per evadere e cercare quel non so che per tornare ad essere come prima. In questo ci vedo un po’ di egoismo perché il protagonista tiene in sospeso una famiglia e pone la stessa in una condizione di costante preoccupazione. Al contrario ne Lo strano caso dell’invisibile scomparso l’autore affronta il problema dei clochard dimenticati da tutti, considerati come sacchi di immondizia, senza pensare alla loro sensibilità, e delle associazioni di volontariato dietro le quali si celano interessi dei loro finanziatori.
Noir pregni di meccanismi mentali sciorinati dai protagonisti che lasciano al lettore differenti reazioni di angoscia, di libertà, di riscossa, di solitudine che si trasformano in molteplici domande. Dei noir diversi da molti altri perché paragonabili alla realtà, ma dove sarebbe stato piacevole trovare più descrizioni che dialoghi.
Non vi resta che leggere i libri dell’autore per verificare di persona. Iniziate dal primo e buona lettura!




L’autore

Nato e residente a Catania, ho frequentato studi classici. Nella vita ho svolto diversi lavori: manovale, lavapiatti, cameriere, vendita porta a porta, rappresentante e antiquario…  Da ragazzo, ma ancora oggi possiedo la stessa vivacità, avevo una spiccata fantasia che mi permetteva di elaborare a livello mentale una serie di scene adrenaliniche che, messe insieme, diventavano delle vere storie. Questa situazione è durata fino all’età di 14 – 16 anni, per poi passare alla scrittura vera e propria. I miei primi lavori erano dei brevi racconti, di tre quattro pagine; nel giro di pochi anni ne avrò scritti qualche centinaio che, purtroppo, alla fine sono andati perduti. Poi, intorno ai quarant’anni, la passione per il cinema mi porta a cimentarmi con i soggetti cinematografici. Pure in questo caso la produzione è stata importante, sul numero delle decine. Successivamente passo a storie più articolate, racconti lunghi, per finire al romanzo. Ho sempre pensato che la scrittura sarebbe stata nella mia vita una presenza predominante. Alle storie che scrivo mi piace spesso abbinare ai temi sociali una introspezione psicologica dei personaggi, il tutto condito da un’atmosfera di mistero.


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