Con gioia avevo accolto l’offerta dell’autore di
leggere alcuni dei suoi libri e recensirli, ma poi il lavoro e dei problemi
personali hanno rallentato la lettura e slittato la pubblicazione delle
recensioni che ora pubblico insieme. Un modo insolito di recensire forse, ma
che fa notare varie sfaccettature di un autore che si occupa di più temi. Per
quanto riguarda John Parker mi son
trovata davanti un detective diverso dai soliti. Il classico detective cupo
perché non riesce ad emergere nei casi e viene offuscato dagli assassini o dai
seriali che rubano loro la scena perché diventano più interessanti di chi lotta
per la giustizia, ma in questo caso, nel caso del detective Parker è diverso.
Lui è cupo, ombroso perché ha perso la moglie, l’unica cosa pulita quando torna
a casa con i suoi panni sporchi, l’unica luce nel buio del suo lavoro. I
ricordi purtroppo lo sovrastano, lo intristiscono ancora di più e riescono a
coprirgli quella luce che vedeva nel suo viso e nell’amore che li univa, i
ricordi portano ombra ma viene sovrstato dall’ombra. Ombra che sparisce davanti
ad una morte misteriosa. Di solito il detective classico porta sulle spalle la
pesantezza del suo lavoro, ma per Parker è una salvezza dai suoi ricordi. L’autore
punta sullo stato psicologico dei personaggi perché in questo caso il lettore
riesce a capire il loro stato d’animo, il loro carattere e diventa quasi amico
degli stessi personaggi. O forse vuole far capire o comprendere lui stesso cosa
muove lo stato psicologico di una persona, cosa fa scattare certi
comportamenti. Decisamente complesso nel suo genere. Ad esempio ne La lunga notte descrive in modo preciso
le percezioni, le coscenze, i timori, gli affanni dei personaggi. In molti suoi
libri l’autore sembra più interessato all’analisi della mente umana che alle
varie descrizioni perché la trama si sviluppa attraverso i dialoghi dei
protagonisti. Tranne in Linea 429 dove
l’autore descrive di più la storia raccontata. In questo libro i riflettori non
sono puntati su singoli personaggi, ma sulla quotidianità, sulla società
composta, naturalmente, da vari personaggi che si ritrovano tutti sopra un
autobus fermo a causa di un violento diluvio. La società è composta da varie
persone e ognuna di esse porta il suo bagaglio pieno del proprio vissuto, dei
propri pensieri e dei propri comportamenti conseguenti. Dalle precedenti
analisi psicologiche si passa ad un’analisi sociologica che composta dai
comportamenti dei personaggi nel vivere quotidiano. Forse qualche lettore
potrebbe rimarcare la negatività presente nei libri, il problema è che la
realtà non è rosea. Capitano momenti di positività indubbiamente, ma se ci si
guarda davvero in giro si possono notare molte accezioni sfavorevoli nei
comportamenti di molti, nel modo di pensare come in quello di agire.
Per concludere la recensione ci sono due libri, L’uomo dei piccioni e Lo
strano caso dell’invisibile scomparso dove Scalisi affronta un tema tutt’altro
che facile nella realtà odierna. Il tema dei clochard! Ma mentre nel primo
romanzo c’è la decisione del protagonista di diventare un clochard nel secondo
no. Ne L’uomo dei piccioni si
verifica il caso in cui una persona che ha tutto ciò che può desiderare, smette
di dedicarsi a tutto quello che molti altri agognano e alla fine null’altro che
una vita semplice e serena dove non manca nulla, per evadere e cercare quel non
so che per tornare ad essere come prima. In questo ci vedo un po’ di egoismo
perché il protagonista tiene in sospeso una famiglia e pone la stessa in una
condizione di costante preoccupazione. Al contrario ne Lo strano caso dell’invisibile scomparso l’autore affronta il
problema dei clochard dimenticati da tutti, considerati come sacchi di
immondizia, senza pensare alla loro sensibilità, e delle associazioni di volontariato
dietro le quali si celano interessi dei loro finanziatori.
Noir pregni di meccanismi mentali sciorinati dai protagonisti che lasciano al
lettore differenti reazioni di angoscia, di libertà, di riscossa, di solitudine
che si trasformano in molteplici domande. Dei noir diversi da molti altri
perché paragonabili alla realtà, ma dove sarebbe stato piacevole trovare più
descrizioni che dialoghi.
Non vi resta che leggere i libri dell’autore per verificare di persona.
Iniziate dal primo e buona lettura!
L’autore
Nato e residente a Catania, ho frequentato studi
classici. Nella vita ho svolto diversi lavori: manovale, lavapiatti, cameriere,
vendita porta a porta, rappresentante e antiquario… Da ragazzo, ma ancora oggi possiedo la stessa
vivacità, avevo una spiccata fantasia che mi permetteva di elaborare a livello
mentale una serie di scene adrenaliniche che, messe insieme, diventavano delle
vere storie. Questa situazione è durata fino all’età di 14 – 16 anni, per poi
passare alla scrittura vera e propria. I miei primi lavori erano dei brevi
racconti, di tre quattro pagine; nel giro di pochi anni ne avrò scritti qualche
centinaio che, purtroppo, alla fine sono andati perduti. Poi, intorno ai
quarant’anni, la passione per il cinema mi porta a cimentarmi con i soggetti
cinematografici. Pure in questo caso la produzione è stata importante, sul
numero delle decine. Successivamente passo a storie più articolate, racconti
lunghi, per finire al romanzo. Ho sempre pensato che la scrittura sarebbe stata
nella mia vita una presenza predominante. Alle storie che scrivo mi piace
spesso abbinare ai temi sociali una introspezione psicologica dei personaggi,
il tutto condito da un’atmosfera di mistero.
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