giovedì 1 ottobre 2015

L'abbazia dei cento delitti


Ho aspettato prima di scrivere la recensione ebbene si, come ho aspettato per leggere il libro, ho temporeggiato per finirlo...ma secondo voi, un cognac o un brandy si manda giù tutto d'un fiato? No, si gusta!
A me piace gustare la storia in certi casi!
In altri mi chiedo perché mai l'ho iniziata ed in altri ancora o vado di corsa (perché non vedo l'ora di finirla e sono curiosa di vedere dove vuole arrivare l'autore) o mi fermo di botto (in questo caso non è una buona cosa).
Non mi va di trattare le storie tutte alla stessa maniera.
Se le case editrici mi pagassero o se mi mandassero dei libri da leggere e valutare allora mi sbrigherei (solo perché, in quel caso, si hanno dei giorni di lettura stabiliti) a leggere, ma visto che non è così, allora posso decidere autonomamente quando finire (non mi va di fare gare puerili).
Inutile mischiarsi alla marea di recensioni che escono pochi giorni dopo l'arrivo del libro tra gli scaffali della libreria (nel caso in cui la casa editrice paga in qualche modo allora si fa anche perché la recensione è una pubblicità per la nuova uscita).
Riguardo L'Abbazia dei cento delitti, sono arrivata alla fine del libro con molta calma, solo perché questo era il secondo temo per la fine del terzo libro (visto che è una trilogia segnerà la fine della storia)!
Curiosissima di iniziare la prossima avventura perché la lettura si è conclusa in modo troppo tranquillo (anche se notevoli sconvolgimenti ci sono stati nella storia).
Di solito anche se si tratta di una saga, un libro non si conclude in modo sereno, diciamo così, forse avrei lasciato una nota di suspense in più giusto per lasciare il lettore senza fiato (io che dico queste cose?!?Inammissibile perché quando poi mi ci trovo davanti inizio a predicare e perseguito lo scrittore, se lo conosco, chiedendigli mille volte al giorno: "Quando esce il prossimo libro?"...lo faccio già anche in assenza di saga, quindi...).
La malefica peste, descritta nel romanzo,che ha colpito la Francia e l'Italia ha già eliminato un personaggio sul quale avevo fantasticato per una possibile storia con un altro personaggio del romanzo (io viaggiavo nella mia fantasia a 200 km/h ed anche di più) facendomi rimanere con un muso lungo per due giorni!
Maynard un cavaliere che preferisce mettere a repentaglio la propria vita per mantenere una promessa fatta, più che spifferarla e liberarsi della stessa.
Il pericolo legata alla promessa però tira nel gorgo anche altre persone di buon grado decidono di rimanere vicino e di difendere il cavaliere francese.
Una reliquia da recuperare che mette in pericolo la vita di coloro che si mettono sulle sue tracce, segreti ed intrighi familiari al clero e ai nobili dell'epoca (il romanzo tratta il periodo che va dal 1347 al 1348, ma gli intrighi sono una vecchia storia che prosegue fino ai giorni nostri), già delle persone sono morte. 
Persone che intralciavano i piani di colui o colei che non vede l'ora di avere il Lapis exilii tra le mani.
Tutti vogliono il Lapis exilii tra le mani perché questa reliquia sarebbe in grado di far inginocchiare ai piedi di chi ce l'ha, il mondo cristiano!
Molti personaggi del romanzo sono realmente esistiti, altri son stati inventati dalla vulcanica fantasia dell'autore (Marcello Simoni) che ha trovato il nome della reliquia nel Parzival di Wolfram von Eschenbach che riprende il ciclo letterario del Santo Graal. 
L'intreccio fantasioso di Simoni fa il resto.
Consiglio la lettura della saga, sperando arrivi presto il terzo libro...la curiosità è dura da sedare, ma la tristezza per la conclusione della trilogia mi tiene in uno stato di calma apparente!
E ricordatevi (soprattutto i “critici” che reputano tale lettura come una da fare nel peggior caffè letterario delle favelas brasiliane) che non si deve per forza leggere mattoni per essere lettori, ma non si deve leggere nemmeno un Fabio Volo (lettura che non si fa nemmeno nel peggior caffè letterario delle favelas brasiliane). 
Sento gente che fa la grande citando frasi di Pasolini (viste poco prima su internet) e poi non sa nemmeno mettere in piedi una frase degna di significato o, peggio, cade miseramente in letture alla Premoli!
Tutto ciò per dire che per scrivere questo libro ci son volute ricerche e tempo per farle.
Pazienza e amore per la scrittura che Simoni mette in ogni suo libro, per questo è degno di esser letto.



Non tutti son bravi ad essere scrittori.
Non tutti son bravi ad essere lettori.
Pochissimi son bravi ad essere critici! 







Trama:

Ferrara 1347.
Il cavaliere Maynard de Rocheblanche sta indagando sulla truce morte del monaco Facio di Malaspina, collegata alla ricerca del leggendario Lapis exilii. Per far luce sulla vicenda, Maynard deve accedere alla corte estense e guadagnarsi la fiducia del marchese Obizzo, signore di Ferrara. Intanto, nella vicina abbazia di Pomposa, l'abate Andrea assiste impotente alla fuga del suo protetto, il giovane miniaturista Gualtiero de' Bruni, diretto ad Avignone con la speranza ri ritrovare la madre. Ma l'inaspettato dilagare della peste nera sovverte i piani di tutti, in particolare quelli di Maynard, che si vede costretto ad affidare i degreti della sua indagine a qualcun altro...Il custode prescelto saprà salvaguardare il mistero del Lapis exilii e proteggerlo dalle brame di chi vuole scoprire ciò che deve rimanere nascosto?






Titolo: L'abbazia dei cento delitti
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton
Prezzo: 9,90



Il primo libro della saga è L'abbazia dei cento peccati










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