Ho
aspettato prima di scrivere la recensione ebbene si, come ho
aspettato per leggere il libro, ho temporeggiato per finirlo...ma
secondo voi, un cognac o un brandy si manda giù tutto d'un fiato?
No, si gusta!
A me piace gustare la storia in certi casi!
In
altri mi chiedo perché mai l'ho iniziata ed in altri ancora o vado
di corsa (perché non vedo l'ora di finirla e sono curiosa di vedere
dove vuole arrivare l'autore) o mi fermo di botto (in questo caso non
è una buona cosa).
Non mi va di trattare le storie tutte alla
stessa maniera.
Se le case editrici mi pagassero o se mi
mandassero dei libri da leggere e valutare allora mi sbrigherei (solo
perché, in quel caso, si hanno dei giorni di lettura stabiliti) a
leggere, ma visto che non è così, allora posso decidere
autonomamente quando finire (non mi va di fare gare puerili).
Inutile
mischiarsi alla marea di recensioni che escono pochi giorni dopo
l'arrivo del libro tra gli scaffali della libreria (nel caso in cui
la casa editrice paga in qualche modo allora si fa anche perché la
recensione è una pubblicità per la nuova uscita).
Riguardo
L'Abbazia dei cento delitti, sono arrivata alla fine del libro con
molta calma, solo perché questo era il secondo temo per la fine del
terzo libro (visto che è una trilogia segnerà la fine della
storia)!
Curiosissima di iniziare la prossima avventura perché la
lettura si è conclusa in modo troppo tranquillo (anche se notevoli
sconvolgimenti ci sono stati nella storia).
Di solito anche se si
tratta di una saga, un libro non si conclude in modo sereno, diciamo
così, forse avrei lasciato una nota di suspense in più giusto per
lasciare il lettore senza fiato (io che dico queste
cose?!?Inammissibile perché quando poi mi ci trovo davanti inizio a
predicare e perseguito lo scrittore, se lo conosco, chiedendigli
mille volte al giorno: "Quando esce il prossimo libro?"...lo
faccio già anche in assenza di saga, quindi...).
La malefica
peste, descritta nel romanzo,che ha colpito la Francia e l'Italia ha
già eliminato un personaggio sul quale avevo fantasticato per una
possibile storia con un altro personaggio del romanzo (io viaggiavo
nella mia fantasia a 200 km/h ed anche di più) facendomi rimanere
con un muso lungo per due giorni!
Maynard un cavaliere che
preferisce mettere a repentaglio la propria vita per mantenere una
promessa fatta, più che spifferarla e liberarsi della stessa.
Il
pericolo legata alla promessa però tira nel gorgo anche altre
persone di buon grado decidono di rimanere vicino e di difendere il
cavaliere francese.
Una reliquia da recuperare che mette in
pericolo la vita di coloro che si mettono sulle sue tracce, segreti
ed intrighi familiari al clero e ai nobili dell'epoca (il romanzo
tratta il periodo che va dal 1347 al 1348, ma gli intrighi sono una
vecchia storia che prosegue fino ai giorni nostri), già delle
persone sono morte.
Persone che intralciavano i piani di colui o
colei che non vede l'ora di avere il Lapis exilii tra le mani.
Tutti
vogliono il Lapis exilii tra le mani perché questa reliquia sarebbe
in grado di far inginocchiare ai piedi di chi ce l'ha, il mondo
cristiano!
Molti personaggi del romanzo sono realmente esistiti,
altri son stati inventati dalla vulcanica fantasia dell'autore
(Marcello Simoni) che ha trovato il nome della reliquia nel Parzival
di Wolfram von Eschenbach che riprende il ciclo letterario del Santo
Graal.
L'intreccio fantasioso di Simoni fa il resto.
Consiglio
la lettura della saga, sperando arrivi presto il terzo libro...la
curiosità è dura da sedare, ma la tristezza per la conclusione
della trilogia mi tiene in uno stato di calma apparente!
E
ricordatevi (soprattutto i “critici” che reputano tale lettura
come una da fare nel peggior caffè letterario delle favelas
brasiliane) che non si deve per forza leggere mattoni per essere
lettori, ma non si deve leggere nemmeno un Fabio Volo (lettura che non
si fa nemmeno nel peggior caffè letterario delle favelas
brasiliane).
Sento gente che fa la grande citando frasi di
Pasolini (viste poco prima su internet) e poi non sa nemmeno mettere
in piedi una frase degna di significato o, peggio, cade miseramente
in letture alla Premoli!
Tutto ciò per dire che per scrivere
questo libro ci son volute ricerche e tempo per farle.
Pazienza e
amore per la scrittura che Simoni mette in ogni suo libro, per questo è degno di esser letto.
Non
tutti son bravi ad essere scrittori.
Non tutti son bravi ad essere
lettori.
Pochissimi son bravi ad essere critici!
Trama:
Ferrara
1347.
Il cavaliere Maynard de Rocheblanche sta indagando sulla
truce morte del monaco Facio di Malaspina, collegata alla ricerca del
leggendario Lapis exilii. Per far luce sulla vicenda, Maynard deve
accedere alla corte estense e guadagnarsi la fiducia del marchese
Obizzo, signore di Ferrara. Intanto, nella vicina abbazia di Pomposa,
l'abate Andrea assiste impotente alla fuga del suo protetto, il
giovane miniaturista Gualtiero de' Bruni, diretto ad Avignone con la
speranza ri ritrovare la madre. Ma l'inaspettato dilagare della peste
nera sovverte i piani di tutti, in particolare quelli di Maynard, che
si vede costretto ad affidare i degreti della sua indagine a qualcun
altro...Il custode prescelto saprà salvaguardare il mistero del
Lapis exilii e proteggerlo dalle brame di chi vuole scoprire ciò che
deve rimanere nascosto?
Titolo: L'abbazia
dei cento delitti
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton
Compton
Prezzo: 9,90
Il primo libro della saga è L'abbazia dei cento peccati
Il primo libro della saga è L'abbazia dei cento peccati