mercoledì 14 marzo 2018

Il monastero delle ombre perdute: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/il-monastero-delle-ombre-perdute/



Autore: Marcello Simoni

Editore: Einaudi
Pagine: 336
Genere: Thriller storico
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi: Roma, giugno 1625. La giovane Leonora Baroni entra con uno spasimante nelle catacombe di Domitilla, ma qui s’imbatte nel cadavere di un uomo e, con uguale orrore, in una donna dalla faccia di capra. Due giorni dopo l’inquisitore fra’ Girolamo Svampa, in esilio in Toscana, riceve la visita di padre Francesco Capiferro, segretario dell’Indice, che ha l’incarico di riportarlo nell’Urbe per far luce sul delitto. Nominato commissarius nonostante l’opposizione di Gabriele da Saluzzo, suo storico nemico, lo Svampa, aiutato dal fedele Cagnolo Alfieri, inizia l’inchiesta prendendo contatti con la famiglia di Leonora, e subito comprende che il terreno su cui dovrà muoversi è parecchio scivoloso. Questa, infatti, è figlia di Adriana Basile, celebre cantante e sorella del grande scrittore napoletano Giambattista, che a causa di una fiaba finisce con l’essere pericolosamente coinvolto nella vicenda. A complicare le cose, il «circolo delle donne cantanti» raccolto intorno a Adriana e la sorella di quest’ultima, Margherita, un personaggio enigmatico, dai molteplici talenti, che per lo Svampa sembra nutrire un interesse particolare.


Girolamo Svampa era un frate domenicano odiato da molti, ma andava avanti lo stesso per la sua strada anche se veniva rallentato da tranelli disposti da personalità prestigiose del Vaticano.
Monsignor Ridolfi vegliava sempre su di lui per questo motivo Girolamo fu spostato dalla diocesi di San Miniato in Toscana a Roma, nel covo dei suoi nemici, dove lo attendevano un omicidio che sapeva di malefico e il segretario dell’Indice padre Francesco Capiferro.
Lo Svampa fu trasferito in Toscana a causa dei precedenti accadimenti descritti ne Il marchio dell’inquisitore.
Girolamo seguiva la pista che lo conduceva verso la persona che aveva eliminato suo padre senza un motivo valido e questa pista si avvicinava sempre di più. Nel mezzo capitavano casi che si riallacciavano alla figura verso la quale lo Svampa meditava vendetta. Nella ricerca del colpevole l’inquisitore incappa in nomi importanti, nomi che appartengono a personaggi potenti.
Nel mezzo delle sue indagini un nuovo caso richiese il suo aiuto, un caso che vedeva una donna con la faccia da capra uccidere un Cavaliere di Santo Stefano nei sotterranei di San Nicola.
Girolamo Svampa era scettico sul misticismo dell’evento e cercava indizi concreti che non trovava nella testimonianza di Leonora Baroni, figlia di Adriana Basile e nipote di Margherita Basile pupilla
del Duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga.
Era razionale e preferiva ragionare sugli accadimenti che riguardavano l’occulto anziché sputar sentenze frettolose.
La concretezza dello Svampa mal sopportava sterili superstizioni buttate lì senza una prova reale, per questo seguì le indagini a suo modo, con crudezza e ostinazione, senza timori per la sua persona che aveva una spada sulla quale contare, quella di Cagnolo il suo fedele bravo. Nell’ombra c’erano anche altre persone che cercavano di proteggerlo per volontà propria e per propri interessi.
Nel frattempo gli omicidi si susseguivano dopo quello del primo Cavaliere e gli indizi portavano ad uno strano culto eretico relativo al dio Ammone, un dio legato a culti oscuri.
La strada seguita dallo Svampa si liberò dalle nuvole che oscuravano la realtà dei fatti come a nasconderla per non svelare le persone che muovevano i fili nel buio.
Tra odore di zolfo e punture di veleno, tra avidità e segreti, tra spie e ricatti, tra logge e cavalieri, lo Svampa cerca di arrivare incolume alla fine del caso che svelerà dei tasselli in più sulla morte di suo padre.
Simoni con Il monastero delle ombre perdute, torna a descrivere una nuova avventura dell’inquisitore Girolamo Svampa ed è un successo.
L’uscita tanto attesa della seconda avventura dello Svampa è stata ripagata dalla lettura entusiasmante, per le varie peripezie affrontate dai protagonisti, e decisamente scorrevole, grazie ai brevi capitoli attraverso i quali l’autore intreccia la storia in modo sapiente.
Simoni è una certezza perché con i suoi romanzi il lettore riesce ad entrare nella trama tanto da vivere le avventure narrate come se fosse lui stesso il protagonista riuscendo a comprendere i personaggi come se li conoscesse realmente da tempo per merito dell’abilità descrittiva dell’autore.
Le storie non sono mai banali, contengono sempre nuovi misteri e descrizioni storiche scrupolose. Ne Il monastero delle ombre perdute il seicento romano si sviluppa tra righe cariche di luoghi sotterranei, cardinali, ricchi palazzi, culti arcani e riti alchemici.
Purtroppo con Simoni la lettura ha vita breve visto che finisce subito e il lettore deve attendere la prossima avventura!




Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella.


A cura di Marianna Di Felice



Recensione scritta per www.thrillernord.it

venerdì 9 marzo 2018

Tempi d'oro per i morti: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/tempi-doro-per-i-morti/


Autore: Charles Willeford

Traduttore: E. Bussolo
Editore: Feltrinelli
Pagine: 267
Genere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi: Reduce da un divorzio, senza una lira, vicino alla pensione, trasandato e sovrappeso, anche se tenta di mettersi a dieta, il detective della Squadra Omicidi di Miami Hoke Moseley è pieno di casini. Il capo gli ha sbolognato una valanga di casi irrisolti sulla scrivania. Dovrebbe istruire la sua nuova giovane e voluttuosa collega di origine cubana Ellita Sanchez che però attraversa un momento esistenziale ancora più complicato del suo. L’ex moglie gli rispedisce le due figlie con una lettera accompagnatoria e senza diritto di replica. E, problema per niente irrilevante a Miami, deve trovare casa. Ma chiamato a indagare sul caso di un giovane morto di overdose in un quartiere danaroso della città, quella che sembra una semplice uscita di routine diventa qualcosa di diverso quando incontra l’attraente matrigna del ragazzo. Forse questa bella donna che vuole portarselo a letto potrebbe essere la soluzione a tutti i suoi problemi? O forse è solo l’inizio di una catena di eventi ancora più imprevedibili e sfortunati?

Recensione: Non solo divertimenti e bella vita a Miami, ci sono anche degli scontri sociali tra ispanici e neri che faticano a mischiarsi con i bianchi e c’è molto marcio tra le strade della città che si nasconde dietro i riflettori delle vie principali dedite allo shopping e alle sfilate dei vip.
Al detective Hoke Moseley mancano pochi anni per la pensione e, spera, manchino anche pochi anni per gli alimenti da pagare alla sua ex moglie che lo spreme come un limone. Nel frattempo, però, manda avanti la sua vita confusa rimediando dei lavoretti per vivere vicino a Miami.
Il maggiore Brownley annuncia che arriveranno delle promozioni e per questo la squadra dovrà dedicarsi alla risoluzione di vecchi casi rimasti senza colpevole. Nella squadra c’è anche il detective Hoke che ha tra le mani un omicidio avvenuto da poco.
Nel mentre la ex moglie di Hoke decide di spedire le figlie all’ex marito, risolvendo anche la situazione del mantenimento.
Una lettura decisamente gradevole che descrive la caotica vita quotidiana di un esperto detective e che racconta casi conditi dalla routine sgradevole di una città che attira sguardi con una facciata effimera, ma che alla fine mostra il suo vero volto attraverso la delinquenza causata dagli immigrati ispanici.
Tempi d’oro per i morti perché dopo tanto tempo si cercheranno i colpevoli…



Charles Willeford


nasce in Arkansas nel 1919 e muore a Miami nel 1988. A otto anni, rimasto orfano, si trasferisce a Los Angeles dalla nonna. Trascorre l’adolescenza vagabondando per l’America sui treni merci e a sedici anni finisce per arruolarsi nell’esercito. Durante la Seconda guerra mondiale si distingue come comandante nella 10ª Divisione corazzata e ottiene numerose decorazioni. Ha fatto l’allenatore professionale di cavalli, il pugile, l’annunciatore alla radio e il pittore. Autore di venti romanzi, è conosciuto soprattutto per la sua tetralogia di Miami che vede come protagonista il detective Hoke Moseley: Miami Blues (Feltrinelli, 2017), Tempi d’oro per i morti (Feltrinelli, 2018), Tiro mancino (Marcos y Marcos 2005), Come si muore oggi (Marcos y Marcos 2006). Dalle sue opere sono stati tratti numerosi film e sono inoltre servite da ispirazione a Quentin Tarantino per Pulp Fiction.


A cura di Marianna Di Felice




Recensione scritta per www.thrillernord.it


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