domenica 29 ottobre 2017

Non ho paura del buio: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/non-ho-paura-del-buio/




Autore: Robert Dugoni
Traduttore: Roberta Marasco
Editore: AmazonCrossing
Pagine: 450
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017



Sinossi:
Da vent’anni Tracy Crosswhite cerca di scoprire chi abbia veramente rapito e ucciso Sarah, l’adorata sorella minore. Non è mai stata convinta che il colpevole fosse Edmund House, lo stupratore finito in carcere per l’omicidio.
Tracy, diventata detective della Squadra Omicidi di Seattle, dedica la propria vita a dare la caccia agli assassini e quando i resti di Sarah vengono scoperti nei pressi della cittadina in cui sono cresciute, sui monti Cascade nello Stato di Washington, capisce che quella è l’ultima occasione per trovare risposta alle sue angoscianti domande. E nella vertiginosa ricerca del vero colpevole, farà riemergere oscuri e minacciosi segreti sepolti da tempo che cambieranno per sempre la sua relazione con il passato, con la sua famiglia e con la sua stessa vita. Ma al termine di una ininterrotta sequenza di colpi di scena, davanti a lei si spalancherà la porta su un destino di morte. O di amore.
Non
Non ho
Non ho paura
Non ho paura del buio



Recensione:
Il detective della squadra Omicidi di Seattle, Tracy Crosswhite, è impegnata nelle indagini sull’omicidio di una spogliarellista, quando il passato torna a bussare alla sua porta con il ritrovamento del corpo della sorella, Sarah, scomparsa vent’anni prima a Cedar Grove, dove vivevano felici con i loro genitori. A quel tempo era stato trovato un colpevole, ma troppi punti oscuri facevano pensare che la verità fosse lontana.
Grazie a Dan O’Learly, avvocato tornato a Cedar Grove e amico d’infanzia di Tracy e Sarah, il verdetto del processo di tanti anni prima verrà messo in dubbio e si cercherà di fare chiarezza.
Tracy e Dan, infatti, non si faranno fermare da nulla e andranno fino in fondo pur di conoscere la verità su quanto accaduto a Sarah, resistendo a intimidazioni verbali e reali.
Quella che Tracy si troverà davanti, sarà però una verità sconvolgente che colpevolizza, apparentemente, più di una persona e sembra coprire un certo lassismo delle indagini scagionando colui che era stato additato come colpevole. Ma continuando a scavare, i risvolti saranno ancora più scioccanti.
A volte, per non far soffrire le persone, si compiono dei sacrifici e si nasconde la realtà dei fatti con bugie e omissioni. È quello che accade in “Non ho paura del buio” in cui per non destabilizzare le persone vicine alla vittima e l’intera cittadina che a fatica cerca di riprendersi dalla tragica scomparsa di Sarah, molte cose vengono taciute.
Lo svolgimento dei fatti è intenso e non lascia respiro al lettore che non vede l’ora di arrivare alla fine per scoprire la verità insieme alla detective Crosswhite. La scrittura è fluente e non è mai pesante.
Le scene appaiono davanti agli occhi del lettore in modo nitido come se le guardasse in tv, anzi meglio, tanto che sembra di sentire il fiato dell’assassino sul collo.
All’inizio sembra che il colpevole sia qualcuno di insospettabile, ma alla fine ci si rende conto dell’evidenza dei fatti.
Complimenti allo scrittore e buona lettura!




Robert Dugoni. Scrittore diventato avvocato o avvocato diventato scrittore, Robert Dugoni è considerato dalla critica letteraria americana il legittimo erede di Scott Turow e John Grisham, i grandi maestri fondatori del legal thriller contemporaneo. Con il personaggio di Tracy Crosswhite, primo detective donna alla Omicidi nello stato di Washington, Dugoni ha esordito negli Stati Uniti nel novembre del 2014, scalando subito le classifiche dei più venduti e insieme ottenendo lusinghiere recensioni, come quella del “Library Journal” in cui si legge: “Dugoni continua a offrirci storie emozionanti, ricche di suspense e angoscianti, con personaggi intensi, che gli amanti del genere non dimenticheranno facilmente.




Recensione scritta per www.thrillernord.it






giovedì 19 ottobre 2017

L'isola dei cadaveri: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it




http://thrillernord.it/lisola-dei-cadaveri/


Autore: Ann Cleeves
Traduttore: A. D. Alberto
Editore: Newton Compton
Pagine: 330
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi
A Whalsay, una piccola isola delle Shetland, nel mare del nord, in cui si alternano lunghi mesi di buio e mesi in cui il sole splende anche a mezzanotte, vive una comunità chiusa e gelosa dei propri segreti. Quando una giovane archeologa, nel corso di uno scavo, rinviene dei resti umani, gli abitanti sono sconvolti: si tratta di reperti antichi o della prova di un crimine più recente? Poco tempo dopo il ritrovamento, nel cuore della notte, un’anziana signora viene uccisa in casa sua. A indagare sul caso è l’ispettore Jimmy Perez. Il paesaggio desolato e la dura vita di mare però hanno reso gli abitanti dell’isola sospettosi e riservati, e per l’ispettore si rivela molto difficile ottenere informazioni. Scavando nella vita della vittima, una donna solitaria e orgogliosa, Perez scopre una faida tra famiglie che va avanti da generazioni. Mentre una fitta nebbia annuncia l’arrivo della primavera, Jimmy deve portare alla luce segreti rimasti sepolti per troppo tempo, se vuole impedire all’assassino di uccidere ancora.


Recensione
Nell’isola di Whalsay, che fa parte dell’arcipelago delle Shetland (appartenente alla Scozia), una comunità di pescatori e agricoltori vive tranquilla, tra duro lavoro e relax serale davanti a delle pinte di birra.
L’atmosfera serena viene però interrotta dal ritrovamento di alcune ossa umane da parte di due universitarie durante gli scavi nella proprietà di Mima Wilson.
Da questo momento vecchie questioni, spazzate via dal vento del nord e nascoste dalla terra umida, tornano a galla e destano l’attenzione di qualcuno che ha dei segreti da nascondere e deve coprire i suoi misfatti. Meglio zittire chi potrebbe far luce sulla vicenda e rischiare di mandare in fumo tutto ciò che è stato costruito con silenzi, inganni e omicidi.
L’ispettore Perez, con il suo collega Sandy Wilson, inesperto e coinvolto, indaga sempre più a fondo scavando nella storia delle famiglie dell’isola fino a trovare la causa che lega le due recenti morti…
Il thriller è decisamente coinvolgente e porta il lettore su quell’isola dove di notte la vista si perde tra le migliaia di stelle e di giorno nel Mare del Nord, dove l’odore dell’acqua salmastra penetra nelle narici e una sottile nebbiolina imperla i capelli.
Con una scrittura decisa, si viene guidati nella storia, affiancando l’assassino senza notarlo, se non verso la fine.
Tra fiumi di birra e whisky, tra legami algidi (tipicamente inglesi) e apparenze che nascondono veri sentimenti, tra segreti e omicidi, gli abitanti delle Shetland aspettano di raccontarvi la loro storia, e a me non rimane che augurarvi una buona lettura!







Ann Cleeves vive nel West Yorkshire con il marito e i due figli. Come membro della Murder Squad, Ann collabora con altri scrittori per promuovere la crime fiction. È autrice di moltissimi thriller e del ciclo di romanzi incentrati sulle indagini dell’ispettore Perez (la Newton Compton ha pubblicato in Italia La maledizione del corvo nero e Gli occhi della notte), a cui è ispirata la serie TV Shetland. Ha vinto il prestigioso Premio Duncan Lawrie Dagger come miglior thriller dell’anno.





Recensione scritta per www.thrillernord.it



domenica 15 ottobre 2017

Tempo da elfi: recensione





Autore: Francesco Guccini – Loriano Macchiavelli
Editore: Giunti
Pagine: 312
Genere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2017




Due spari nel bosco. Le impronte di un lupo. Una ragazza selvatica. Nemmeno in montagna si può mai stare tranquilli… 




Sinossi:


Le stagioni si avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le due caserme - dei Carabinieri e della Forestale - che invano vigilano sulla trattoria-bar di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale...
Eppure ultimamente qualcosa sta cambiando. In paese compaiono ragazzi e ragazze dagli abiti colorati, calzano sandali di cuoio intrecciati a mano e vendono i prodotti del bosco e della pastorizia: sono gli Elfi, che vivono in piccole comunità isolate sulla montagna, senza elettricità, praticando il baratto e ospitando chiunque bussi alla loro porta senza porre domande.
Forse potranno essere loro a prendersi cura del territorio appenninico, sempre più trascurato e spopolato, mentre sul corpo della Forestale incombe il destino di venire assorbito nell'Arma dei Carabinieri?
Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della Forestale, non fa in tempo a immalinconirsi con questi pensieri che ecco, nell'aria risuonano due spari proprio quando nemmeno i cacciatori avrebbero licenza di esploderli. E di lì a poco, ai piedi di un dirupo viene trovato un cadavere: proprio un giovane elfo, si direbbe.
Inizia per Poiana l'indagine più difficile della sua carriera. Perché potrebbe essere l'ultima, ma non solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà ammettere che l'intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco...










Recensione:


Non si può raccontare questo libro con parole e pensieri superficiali perché si occupa di argomenti con risvolti attuali e per certi versi complessi.
In un’epoca di mode e di cambiamenti dove molti credono di ritrovare la natura e vivere nei borghi abbandonati, e pochi lo fanno davvero, e dove un corpo che controllava le zone montane dei parchi viene smantellato, va avanti la vita di paesani e gendarmi.
Il Corpo Forestale conduce una vita tranquilla con normali controlli nei borghi montani occupati da elfi, che sono i cosiddetti hippy o figli dei fiori che vivono in case quasi spoglie e arredate alla bell’è meglio, che si lavano nei ruscelli, che lavorano a mano delle cose da vendere in paese o che cantano per racimolare spiccioli per mangiare.
Gli hippy sono persone che rifiutano e sono contrari ai consumi delle masse ma alla fine di soldi hanno bisogno!
I Forestali li controllano per evitare che i loro comportamenti anticonformisti non siano contrari al buon costume e soprattutto controllano che non si faccia largo uso di droghe!
Naturalmente la divisa (qualunque essa sia) è malvista da quelle parti proprio perché la stessa limita la loro vita libera. Il problema è che vogliono vivere liberi in un Paese che ha delle leggi…scritte almeno!
Occupano case che sono abbandonate dai proprietari che si sono trasferiti a vivere in città o che hanno finito la loro vita lì senza eredi. La difficile vita che iniziano gli elfi è la stessa che hanno vissuto i precedenti abitanti prima che il progresso li isolasse e li costringesse a seguire una vita cittadina per non morire di stenti.

Nei vari borghi vicino Casedisopra gli elfi stanno organizzando i preparativi de La festa dell’arcobaleno e nel mentre accade un omicidio!
Per Marco Gherardini, ispettore della Forestale, inizia un inseguimento all’assassino.
Incontra varie difficoltà nelle sue indagini, sia reticenze da parte degli elfi sia dai suoi superiori che cercano di coprire il fattaccio accaduto in mezzo al bosco, sotto un dirupo.
Scoprirà che c’è un’operazione in atto per la quale non è importante un omicidio che volevano quasi coprire per il bene di un’attività più importante che alla fine era legata all’assassinio!
Questo caso, il trattamento ricevuto, il legame nato all’improvviso con una giovane elfa e il passaggio, che sarà reso presto reale, all’arma dei Carabinieri fanno riflettere Marco, detto Poiana da tutti, sul proseguimento della sua vita, sulla possibilità di vivere fuori (ma non troppo) da Casedisopra in una cascina con dei servizi (ai quali non può rinunciare).
Leggere questo libro è un piacere per la semplicità e la chiarezza della scrittura. Il lettore sente la frustrazione dell’ispettore che corre contro il tempo e contro i suoi superiori dai quali viene ostacolato; la delusione di finire nell’Arma nella quale non si sente ciò che davvero è…un Forestale; la bellezza dei posti che attraversa con lo zaino in spalla rimanendo a contatto con la natura regalando agli occhi un bel panorama di giorno e un panorama fantastico di notte senza inquinamento luminoso (che magari possono capire solo le persone che conoscono davvero la montagna e non quelle che usano la macchina fino a dove possono andare) che trasmette felicità!
Molti sono tornati alla terra abbandonando i posti di lavoro attraverso i quali si sentivano oppressi, ma stare a contatto con la natura e rispettarla davvero significa fare sacrifici e si fanno solo con la volontà di farli e non per moda!



Gli autori:
Loriano Macchiavelli
, bolognese, è un maestro riconosciuto del noir italiano e il creatore di Sarti Antonio, uno dei più popolari poliziotti della nostra narrativa. Ha all'attivo più di trenta romanzi, oltre a opere teatrali e sceneggiature per il cinema e la tv.

Francesco Guccini è nato a Mo­dena nel 1940. Cantautore-poeta e scrittore di assoluta originalità, è un mito per generazioni di italiani. Esordisce nel 1989 con Cròniche Epafániche per pubblicare poi: Vacca d’un cane (1993), Racconti d’inverno (1993; con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi), La legge del bar e altre comiche (1996), Cittanòva blues (2003), Icaro (2008), i due volumi del Dizionario delle cose perdute (2012 e 2014), e Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (2015) che – così come il disco L’ultima Thule con cui ha concluso la sua carriera musicale – hanno avuto uno straordinario successo di pubblico.

sabato 14 ottobre 2017

Il ponte dei delitti: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/il-ponte-dei-delitti/




Autore: Philip Gwynne Jones
Traduttore: M. Bisanti
Editore: Newton Compton
Pagine: 319
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017

Sinossi
Un antico libro di preghiere. Un patto misterioso. Una città piena di ombre. Nathan Sutherland, console inglese a Venezia, ha il compito di risolvere i problemi dei suoi connazionali in visita nella città lagunare. Un lavoro di solito noioso, ripetitivo, almeno fino a quando a Nathan non capita un’occasione singolare: gli viene offerta una grossa somma di denaro per custodire un piccolo pacchetto. All’interno è contenuto un libro di preghiere illustrato dal maestro veneziano Giovanni Bellini. La proposta è allettante, per Nathan può voler dire cambiare vita e dedicarsi ai suoi passatempi preferiti. Ma suo malgrado si troverà al centro di una disputa pericolosa, un business mortale, iniziato vent’anni prima dai gemelli Domenico e Angelo Moro, che ruota intorna un furto misterioso…


Recensione
Si può mettere a repentaglio la vita per un gioco?
Certi ricchi non pensano alle conseguenze, a loro piace divertirsi e interessa vincere, come se stessero giocando una partita a scacchi e buttassero giù una pedina, senza nessuna preoccupazione.

L’autore guida il lettore nella storia senza perdersi in particolari noiosi; la sua scrittura è stringata, ma non troppo, e descrive ciò che è necessario per capire cosa sta accadendo al protagonista.
Alla descrizione degli avvenimenti seguono un po’ di informazioni sull’arte, tra una pagina e l’altra, rivolte a chi segue la storia per dare più informazioni e dissipare eventuali nebulose riguardo l’argomento.
Poi ecco che la suspence cresce e tiene in tensione il lettore, la cui attenzione rimane sempre costante, perché non viene mai disturbato e appesantito nella lettura da troppe nozioni.
Perfetta la città scelta per il thriller, perché Venezia rende ancora più enigmatica l’intera storia, grazie alle sue ombrose calli o alle sue opere artistiche che possono ingannare la vista e far apparire le cose diverse da come sono realmente.




Philip Gwynne Jones, è nato nel Galles del Sud nel 1966. Ha vissuto e lavorato in diversi Paesi europei prima di stabilirsi in Scozia nel 1990. È venuto in Italia per la prima volta nel 1994, lavorando per qualche tempo presso la sede di Frascati dell’Agenzia Spaziale Europea. Oggi è insegnante, scrittore e traduttore, e vive a Venezia.




Recensione scritta per www.thrillernord.it 

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