martedì 20 febbraio 2018

Lascia dire alle ombre: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







http://thrillernord.it/lascia-dire-alle-ombre/

Autore: Jess Kidd

Traduttore: S. C. Perroni
Editore: Bompiani
Pagine: 400
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018




Sinossi:
Quando Mahony, cresciuto in orfanotrofio a Dublino, torna a Molderring, quattro strade e un pub sulla costa occidentale dell’Irlanda, porta con sé solo una foto sbiadita di Orla, la madre che non ha mai conosciuto, e l’ostinato desiderio di dissipare la cortina di bugie che avvolge il villaggio. Nessuno, vivo o morto, vuole raccontare cosa è successo più di vent’anni prima alla ragazzina che l’ha dato alla luce e poi abbandonato, eppure Mahony è certo che sono in molti a conoscere la verità. Un prete che assomiglia a una donnola, l’arcigna infermiera del villaggio, una banda di alcolisti sentenziosi, una caustica attrice imparruccata al di là del tramonto decisa ad aiutare Mahony infilando tra le pieghe dell’annuale messinscena un’indagine in piena regola: sono solo alcuni dei personaggi che animano una storia nera e grottesca, sovrannaturale ma più che mai umana, che avvolge e trattiene il lettore fino all’ultima pagina.

Recensione:
Un paese dove la vita scorre tranquilla, un paese che ha assopito le urla di chi è stato sepolto contro la propria volontà, un paese che torna nella memoria di un ragazzo che viene dalla città, da Dublino. Mahony cerca la verità dopo aver ricevuto una lettera con una foto sbiadita che ritrae lui tra le braccia di sua madre e che riporta il suo vero nome.
Un nome che non si può pronunciare nel paese irlandese perché risveglia i morti e i morti torneranno a tormentare i vivi. Le persone che abitano in quel posto vogliono dimenticare la ragazzina che tanto sconvolse il paese con ruberie e atti spudorati, difesa solo dal prete di allora.
Però Mahony, grazie all’aiuto della signora Cauley, un’attrice che ancora vuole calcare le scene organizzando recite in paese, di Bridget Doosey, governante del prete che era più brava in lavoretti maschili che nelle attività domestiche, e di Shauna Burke, che affitta camere nella sua residenza di Rathmore House, cerca di scoprire la verità su sua madre.
Si ritrova così in mezzo ad una squadra investigativa improvvisata che si rivela ben organizzata da una donna tenace come la signora Cauley che conosce anche il segreto che Mahony ha ereditato dalla madre.
Verranno fuori verità scomode che molti volevano seppellire.
Una storia che lascia senza fiato e che impone al lettore una lettura frenetica. Non si riescono a staccare tanto facilmente gli occhi dalle pagine del libro perché gli eventi si susseguono in maniera velocissima.
A tratti ci si addentra in un’atmosfera gotica quando i morti comunicano con il protagonista; sembra quasi di vederli fluttuare e di camminare insieme a loro nella fitta foresta. In altri momenti, invece, l’atmosfera diventa più leggera grazie alle battute al pepe della signora Cauley il tutto condito da una solida suspense che tiene sulle spine il lettore.
Ambientato in una terra che ospita magia e mistero, le indagini del gruppetto, tra battute, risate e molte insidie travestite da personaggi di tutto rispetto, vanno avanti e svelano mano a mano la verità dietro i falsi volti che animano la tranquilla, per modo di dire, comunità di Mulderrig.
Lascia dire alle ombre cattura l’attenzione del lettore che vorrà finirlo tutto d’un fiato, quindi buona lettura!


Jess Kidd


Oltre al romanzo di esordio, Himself, tradotto in Italia con il titolo di Lascia dire alle ombre, ha scritto The Hoarder vincitore del Costa Short Story Award 2016 che sarà pubblicato a Febbraio. Jess sta attualmente sviluppando i suoi progetti TV originali con i principali produttori televisivi britannici e internazionali.


A cura di Marianna Di Felice



Recensione scritta per www.thrillernord.it


sabato 17 febbraio 2018

Il bosco di mila: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/il-bosco-di-mila/



Autore: Irma Cantoni

Editore: Libromania
Pagine: 223
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017



Sinossi:
La notte di Santa Lucia è la più lunga dell’anno, una notte magica di trepidante attesa nelle case di Brescia per l’arrivo dei doni che anticipano il Natale. Nella villa dei Morlupo tutto tace, le luci sono spente, nessuno attende regali, ma notizie della piccola Mila, scomparsa quella mattina nel bosco di Mompiano. Le ricerche delle forze dell’ordine e dei volontari che setacciano la zona non si fermano neanche al calar del buio: i Morlupo sono una delle famiglie più ricche e influenti della città. A complicare le cose la scoperta della scomparsa di un’altra compagna di classe di Mila. Un intrico di voci, verità sussurrate e silenzi ostili in tutti gli ambienti cittadini fanno temere il peggio.
La capo commissario Vittoria Troisi è riluttante ad accettare le indagini, ma la delicatezza del caso richiede la sua esperienza. In quella ricca città di provincia del Nord è stata trasferita solo l’estate prima da Roma, per riprendersi da un brutto incidente e curare le ferite che ancora si porta addosso.
Accompagnata dal giovane agente del posto Mirko Rota, dal suo angelo custode rimasto nella capitale e dai fantasmi che non la abbandonano, Vittoria Troisi si trova a rimestare tra torbide relazioni vendette e rancori mai sopiti che risalgono agli anni di piombo e ancora più indietro fino all’epilogo della Seconda guerra mondiale.



Recensione:
Vittoria Troisi un commissario di Polizia di Roma trasferita alla Questura di Brescia, Mila Morlupo una bimba di nove anni scomparsa durante una gita nel parco di Mompiano circondato dal bosco, una famiglia, quella dei Morlupo, con un passato segreto.
Vittoria è rimasta ferita in una sparatoria e da allora le sue indagini vengono guidate da mani invisibili che si materializzano davanti ai suoi occhi per darle dei consigli che la conducono alla verità. O forse è il suo rimorso che la porta ad avere queste visioni? Cerca di dissipare ogni dubbio sulle sue azioni, cerca il perdono.
Vittoria, indagando sulla famiglia Morlupo, svelerà dei retroscena squallidi legati alla condotta vigliacca del decano della famiglia, Manlio Morlupo. La loro ricchezza si basa sulla falsità e sul dolore altrui e risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando dei gruppi, chiamati partigiani, cercavano di ricacciare indietro il nemico.
Non tutti combattevano per la patria e morivano per essa, ma molti erano solo dei traditori che guardavano al profitto e a come uscire vivi da quel caos.
Il rapimento della bimba sembra quasi passare in secondo piano perché ciò che emerge è il marcio che sta intorno a lei, che viene dalla sua famiglia, e dalla quale una persona vuole salvarla.
Si può sentire il dolore delle persone tirate dentro la storia con l’inganno e che hanno subito la sofferenza al posto di altri; l’amarezza di una vita sprecata a cercare di emergere e non farsi soffocare dalla miseria; la convinzione di essere un leader che ammalia solo con le parole; l’avidità, la fierezza dell’apparire e fare una bella vita che poi ti si ritorce contro; la dolcezza e l’intelligenza di una bimba che ha sete di conoscenza; lo scompiglio interno di Vittoria che combatte per cercare una pace interiore.
Un thriller ben scritto che cattura fin da subito il lettore e che lascia per certi versi l’amaro in bocca, ma che scuote lo spirito alla ricerca dell’equilibrio interiore e della verità.



Irma Cantoni


É nata a Brescia, dove vive tuttora dopo un periodo di quattro anni a Roma. Da oltre vent’anni segue il percorso meditativo della scuola buddhista Karma Kagyu e dal 2006 ha contribuito alla pubblicazione di diversi saggi sulla pratica buddhista e su bioenergetica e naturopatia. Ha esordito nella narrativa con i racconti lunghi La regina degli Stati Uniti (premiato al concorso Penna d’Autore Torino) e Il cartomante, dove compare per la prima volta la commissaria Vittoria Troisi, protagonista delle indagini di Il bosco di Mila.




A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it







lunedì 12 febbraio 2018

Vendemmia rosso sangue: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/vendemmia-rosso-sangue/



Autore: Maurizio Castellani

Editore: CreateSpace Independent Publisching Platform
Genere: Poliziesco
Pagine: 154
Anno di Pubblicazione: 2017


Sinossi
Per chi ancora non avesse letto “La Ventiquattrore – Delitto in albergo”, mi presento: mi chiamo, anzi mi chiamano perché io non mi chiamo mai, Marco Vincenti e sono un normalissimo e tranquillo ex Geometra di provincia che, grazie alla zia Maria e pace all’anima sua, ha ereditato e gestisce un piccolo albergo nel Comune di Casciana Terme, località adagiata sulle colline pisane e conosciuta per le cure termali da oltre 900 anni, ma anche per la figura di Armando Picchi, che qui ha mosso i primi passi nel mondo del calcio. Ed è proprio in questo albergo che iniziò, con l’aiuto di due amici e circondato, si fa per dire, da diverse donne, la mia attività di investigatore.
L’autore, forse stuzzicato dal fatto che la Toscana è terra di grande letteratura ma anche di ispirazione per best-seller internazionali a tinte forti, un giorno si svegliò con l’idea di mettersi a scrivere un racconto giallo, e fra i tanti aspiranti ha scelto proprio il sottoscritto per interpretare il suo personaggio principale. Ne “La ventiquattrore – Delitto in albergo”, insieme a due amici inseparabili, a un Maresciallo dei Carabinieri e alla bellissima Grazia, riesco a fare luce sul primo di una serie di fatti criminali che avverranno nella località; ammetto che nella risoluzione di quel caso la fortuna è stata dalla mia parte, ma nulla comunque ho tralasciato, compresa l’analisi psicologia della persona a riguardo del Maresciallo Bevacqua, il quale, dietro la severità dettata dal ruolo che svolge, nasconde in realtà una intelligenza e una umanità molto spiccate. Dal primo delitto sono trascorsi alcuni mesi, periodo in cui l’albergo ha lavorato a pieno ritmo.
Il paese, senza più giornalisti, fotografi e curiosi “della peggio specie”, stava tornando piano piano alla sua normalità e le giornate si susseguivano una all’altra nella tranquillità più assoluta. Con la Grazia c’era stato un “contatto”, ma poi non si era mosso più niente e io mi ero sempre di più dedicato all’albergo e alle cene del venerdì sera con gli amici. Tutto fino a questa mattina, quando con la scusa: “Ciao Marco è un po’ che non ci si vede…”, l’autore entra in albergo, e chiedendomi un caffè si sistema in saletta, proprio nell’angolo riservato ai “tre detectives”. Ed ecco che di nuovo entro in scena, si accendono i riflettori, il truccatore cerca di elaborare un make-up che tenga conto delle particolari esigenze espressive richieste dallo sceneggiatore, i costumisti e i cameramen si aggirano per l’albergo sotto l’occhio vigile del regista e… ecco il primo ciak!
Questa volta il caso da risolvere è più arduo, più complicato… l’autore vuole metterci alla prova, vuole capire fino a che punto possono spingersi le nostre menti, e alla fine si riterrà soddisfatto. Era plausibile, inevitabile, che finisse così, del resto nulla si può contro “il club dei detective”. Piero e Andrea dimostreranno doti investigative più raffinate rispetto al passato, anche se prediligeranno l’azione al pensiero; il Maresciallo, fidandosi sempre più del trio, stringerà con noi un patto segreto, mentre io costretto a non muovermi dall’albergo per l’assenza di Grazia, arriverò alla soluzione del caso solo per osservazione e rigorosa deduzione logica. Dimenticavo, questa è la mia ultima presentazione rivolta ai lettori, d’ora in poi sarà l’autore stesso a riassumere il libro nella sinossi.
Non è per maleducazione o svogliatezza che ho preso questa decisione, ma perché così mi è stato richiesto da lui stesso, ritenendo che tale mia attività non sia più necessaria. “…oramai, con questo secondo racconto, il pubblico ti conoscerà sempre di più, Marco, e non avrai ulteriore bisogno di presentarti… caso mai nel prossimo ci sarà una introduzione… comunque, vedremo al momento”. Quindi, vi lascio nelle sue mani e mi troverete nel racconto, ricordandovi che a voi parlerò in prima persona.


Recensione
Un uomo viene ritrovato morente da Marco Vincenti, un albergatore di Casciana Terme, che tornava in paese dopo aver accompagnato la sua dipendente in aeroporto.
All’inizio non si riesce a capire chi è il morto visto che è uno straniero. Marco ha sentito le ultime parole che gli ha sussurrato nell’orecchio, ma non riesce ad associarle ad una lingua, fino a quando una cliente dell’albergo sulla quale ha messo gli occhi, non lo aiuta a risolvere il dilemma.
Marco e i suoi amici con i quali ha l’abitudine di investigare su casi misteriosi che accadono in paese, portano avanti delle indagini che, incrociate con quelle del Maresciallo Bevacqua, conducono alla risoluzione dei delitti!
Un racconto casereccio, uno di quelli nel quale ti immergi e riesci a respirare la calma del paese, nella fattispecie Casciana Terme, in provincia di Pisa, dove degli amici si riuniscono e parlano oltre che dei fatti della loro vita e delle belle donne, anche di omicidi che sconvolgono la calma della tranquilla frazione. I tre amici svestono i panni quotidiani e indossano quelli di investigatori, incontrando il Maresciallo della stazione dei Carabinieri del luogo per redarguirlo con le loro scoperte. Marco Vincenti è un ex geometra che gestisce un albergo e insieme ai suoi due amici Piero e Andrea porta avanti delle indagini su fatti all’apparenza inspiegabili per il posto.
La lettura è decisamente gradevole grazie alle espressioni toscane che sono incluse tra le righe del racconto, al tono tra il serio e il faceto portato avanti dagli amici e dal Maresciallo che smussa la serietà intorno all’omicidio, alle ricette che vengono riportate in seguito alle cene organizzate da Marco nel suo albergo che fanno venire l’acquolina in bocca, danno suggerimenti su cosa cucinare e creano una calda atmosfera nella quale il racconto va avanti.
L’unica pecca è che si arriva subito alla fine!







Maurizio Castellani nasce nel 1959 a Pontedera, in provincia di Pisa, dove tutt’ora svolge l’attività di libero professionista. Lavora sia in Italia che all’estero; ha lavorato per tre anni a Dakar occupandosi di Social Housing. La famiglia, la cucina e il mare sono i tre amori della sua vita. Dopo tanti anni passati a leggere, decide di mettersi a scrivere. “La ventiquattrore-Delitto in albergo” è il suo primo racconto giallo, dove la trama delittuosa si mescola a comicità e ricette di cucina.





Recensione scritta per www.thrillernord.it

sabato 10 febbraio 2018

Senza movente: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







http://thrillernord.it/review-party-senza-movente/



Autore: Flaminia P. Mancinelli

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018




Sinossi:
Nicola Serra, ora capitano dei Carabinieri di Roma, è in Bretagna in vacanza, presso la famiglia della sua compagna Marion Calvé. Insieme vogliono visitare l’abbazia di Mont Saint-Michel e la Normandia, ma il loro programma è rivoluzionato dalla morte di Jeanud Modan, amico di Annie Danton, una zia di Marion. La donna ne è sconvolta: per lei è una tragedia molto sospetta.
A Roma, intanto, una grave circostanza complica ancora le vacanze di Nicola: nel suo appartamento muore per overdose una giovane donna che aveva una relazione con una collega di Serra, Sara Vittorini, che inizia a indagare sulla vicenda, per niente convinta sia stato un fatale incidente. La situazione precipita: in casa di Serra, vengono trovate delle dosi di cocaina ed eroina, e in Normandia scompare anche la zia Annie senza apparente motivo.
Entrambe le vicende sembrano sfuggire a un chiaro movente, sia per la gendarmerie francese, cui Nicola Serra offre il proprio aiuto, sia per il nucleo dei Carabinieri di Roma, dove i colleghi del capitano iniziano a temere per la sua posizione all’interno dell’Arma. Ma niente è quello che appare, e ai primi crimini ne seguono altri, feroci, in un crescendo avvincente…

Recensione:
Un capitano dei Carabinieri non rimane mai indifferente davanti ad un omicidio, che sia di sua competenza o che assista un collega all’estero. Il capitano Serra in vacanza con la fidanzata in Bretagna e poi in Normandia, si trova nel mezzo della scomparsa della zia della sua compagna. Naturalmente seguirà da vicino le ricerche e non potrà fare a meno di dare consigli al collega francese rischiando di offenderlo nel tentativo di suggerire procedure che avrebbe seguito in Italia.
Nel frattempo a Roma nel suo commissariato, il vice Vittorini, il maresciallo Lamanica e la dottoressa Onori del Racis tentano di seguire delle indagini provando a tenere nascosto un omicidio che potrebbe mettere in seria difficoltà la posizione del capitano Serra.
Cercano di non far trapelare nulla, ma il capitano Dalleri tenta di mettere i bastoni fra le ruote!
Alla base di questo comportamento ci sono l’invidia e l’egocentrismo di un uomo che ha visto spegnersi i riflettori sulla sua persona.
Ma ci sono anche un ricatto, il traffico di droga e la rabbia della sconfitta.
Nel frattempo in Francia si scoprono storie che fanno rabbrividire. Il passato ritorna a gran voce, si sentono le sue urla di violenza e di pazzia.
Chi vuole incastrare il capitano Serra e i suoi collaboratori?
E chi, in Francia, ha assassinato delle persone innocenti? Il nemico è più vicino di quanto si possa credere!  Le ombre diverranno visibili alla fine della storia.
Attraverso i salti da un luogo all’altro, tra Italia e Francia, per raccontare le due storie che scorrono parallele, ma che hanno in comune un personaggio che per lo più sembra uno spettatore delle vicende che lo vedono protagonista, il lettore è spinto a proseguire la lettura per capire finalmente chi si nasconde nell’ombra.
Una lettura che regala suspense, decisamente interessante.



Flaminia P. Mancinelli


È nata a Roma. Giornalista, appassionata di nuove tecnologie, con uno pseudonimo ha scritto La profezia della stella. Con la Newton Compton ha già pubblicato Inquietante delitto in Vaticano, che ha riscosso un notevole successo online. Senza movente è il nuovo romanzo sulle indagini di Nicola Serra.


A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 7 febbraio 2018

Nostalgia del sangue: recensione

Recensione scritta con Leonardo Di Lascia per www.thrillernord.it







http://thrillernord.it/nostalgia-del-sangue/



Autore: Dario Correnti

Editore: Giunti
Pagine: 544
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018



Sinossi:
Certe mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è il nome che si attribuisce a un’omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa, infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli spaventosi delitti di Vincenzo Verzeni, il “vampiro di Bottanuco”, il primo serial killer italiano, studiato da Lombroso con la minuzia farneticante che caratterizzava la scienza di fine Ottocento e aggiungeva orrore all’orrore.
Il serial killer che sembra citare il modus operandi di quel primo assassino non è però un giovane campagnolo con avi “cretinosi”, è una mente lucidissima, affilata, che uccide con rabbia ma poi quasi si diletta, si prende gioco degli inquirenti. A raccontare ai lettori le sue imprese e, a un certo punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, la coppia più bella mai creata dal noir italiano: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della narrativa d’azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta “Piattola”. Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l’ha segnata nell’infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt’altri mezzi, Ilaria è il personaggio del quale ogni lettrice e lettore si innamorerà.
Un uomo anziano e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male.



Recensione:
Grandi distese di terra coltivate e selvagge contornate da boschi frequentati da famiglie che si divertono con i loro figli durante dei picnic o da adulti lussuriosi, resi quasi invisibili dalla nebbia che avvolge il tutto in un freddo abbraccio che isola dalla finta tranquillità contadina e dal caos cittadino rendendosi materia e che nasconde due occhi, nel silenzio del luogo, che fissano la preda.
Lentamente si avvicina a povere ignare vittime con tutta la sua malvagità e con un sorriso che si trasforma in ghigno nell’oscurità.
Un omicidio sconvolge il bergamasco un ritrovamento orrendo che fa riemergere vecchi ricordi. Questo sarà solo l’inizio.
Ilaria Piatti detta Piattola, stagista giornalista, ricollega il caso al primo serial killer in Italia, gli omicidi del Verzeni, e appare chiara la pista dell’emulazione.
Vincenzo Verzeni, un uomo all’apparenza normale, conosciuto da tutti, un contadino definito lucido ma con carenze educative, nell’Ottocento aveva sconvolto la tranquillità della campagna bergamasca scoprendo il suo lato macabro che per il padre della criminologia moderna, Cesare Lombroso, era causato dalla sua mancata evoluzione. Un caso che fece rabbrividire tutti per l’efferatezza degli omicidi.
Chi son in Italia i due maggiori esperti e studiosi di questo genere di serial Killer?
Una vaga idea l’abbiamo…
Causa scatenante? La famiglia…la mancanza di affetto può spingere a realizzare idee raccapriccianti?
La Piatti, una ragazza meritevole che pensa più alla sostanza che all’apparenza, deve convivere all’interno della redazione presa in giro da chi porta tacchi 12 e chili di trucco. La stagista ha nel sangue la nera, come il famoso collega Besana, e non si arrende portando avanti la sua teoria, ricollegando atti di cannibalismo dal Verzeni al nuovo serial Killer.
La vicenda di Lombroso e Verzeni è stata sempre avvolta dal mistero, e la coppia di scrittori, in questo libro, ha deciso di fare chiarezza riportandola ai giorni nostri.
La storia del luogo torna alla ribalta tra paura e disperazione. La nebbia si dirada, il passato è sotto i riflettori e dal profondo divora e miete vittime, la pioggia pulisce i resti e la neve cerca di nascondere gli orrori, ma la nostalgia del sangue crea un legame indissolubile e difficile da cui è difficile stare lontano sia per il serial killer che per i cronisti della nera.
A voi, autori, va un ringraziamento per questo thriller e la lezione di storia che date. Siete stati impeccabili e appassionanti! Un’idea su chi siete ce l’ho, e tutte le strade portano a due grandi maestri del genere: Lucarelli e Picozzi. Se siete voi, battete un colpo!
Però alcune parti della narrazione mi hanno fatto pensare a una penna femminile; la caratterizzazione della Piatti, in effetti, può essere opera di una scrittrice. Anche in questo caso ho qualche nome in mente, ma non ve lo dico!
Cinque stelle a Nostalgia del sangue, per il doppio se non triplo mistero che gli autori son riusciti a creare intorno al libro.
 

Dario Correnti


È uno pseudonimo. Anzi, un doppio pseudonimo, perché nasconde due autori. Ancora prima di uscire in Italia, “Nostalgia del sangue” è diventato un caso editoriale internazionale, in corso di traduzione in quindici paesi.

A cura di Marianna Di Felice e Leonardo Di Lascia




Recensione scritta con Leonardo Di Lascia per www.thrillernord.it


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