domenica 24 luglio 2016

Sangue di mezz'inverno: recensione

                                              Recensione per il sito www.thrillernord.it





(Anche in edizione TEA)


Autore: Mons Kallentoft
Editore: NORD / TEA
Pagine: 444
Genere: Thriller 
Anno Pubblicazione: 2011 


Un'altra notte, un'altra tormenta di neve. 
Temperatura: meno trenta. 
Una cortina di gelo avvolge la città e la brina sulle finestre acceca le case e le coscienze. 
Questa giornata non è fatta per i vivi, pensa Malin Fors, la più brillante e ambiziosa detective di Linkoping, in Svezia. Ma anche la più irrequieta. 
Divorziata e con una figlia tredicenne avuta quand'era troppo giovane, cerca consolazione nell'alcol e spesso si fa coinvolgere in precarie storie sentimentali. 
Per lei, tuttavia, ogni indagine è una missione, la possibilità di redimere un mondo in cui vittime e colpevoli sono due facce della stessa medaglia.
Questa giornata non è fatta per i vivi. 
E infatti, nella campagna ghiacciata, impiccato a un albero, è stato ritrovato un uomo. Sui quarant'anni. Nudo. Obeso. Coperto di lividi e ustioni. 
Chi l’ha ucciso non ha lasciato tracce. O, se l'ha fatto, ci ha pensato la neve a cancellarle. Nessuno sa chi era quell'uomo. O, forse, nessuno ha mai voluto saperlo. 
E allora perché è stato ucciso? Per un gioco crudele finito male? Per consumare una vendetta covata da anni? Per celebrare un antico rituale di mezz'inverno? 
La risposta è lì, nascosta tra le pieghe di un'esistenza sempre ai margini, che adesso però reclama attenzione. Che vuole uscire dall'ombra per essere raccontata. Da Malin. 

Questa giornata non è fatta per i vivi


Fa freddo decisamente freddo a Linkoping nel primo trhiller di Kallentoft. 
Dal caldo afoso di Buio d'estate siamo finiti al gelo di febbraio di Sangue di mezz'inverno, ed è decisamente piacevole leggere del freddo, dell'alito che si condensa ed esce dalla bocca formando nuvolette, e della neve, visto il caldo che fa in questo periodo. 
Nel mezzo di un freddo insistente Malin Fors deve scoprire e fermare il feroce assassino che si aggira per la città. Le indagini seguono una pista esoterica che ha a che fare con il rito di mezz'inverno, in qualche modo legato all’omicidio. 
Kallentoft fa parlare Malin, l'investigatrice, attraverso i suoi pensieri sulla figlia Tove, sull’ex marito Janne, sui suoi genitori, sul suo amante Daniel, e sui delitti. 
Mi è piaciuto seguire i pensieri di Malin perché sono gli stessi che affollano la mente del lettore, e ho apprezzato il fatto che venga data voce anche alle vittime tramite la descrizione delle loro sensazioni. 
Ho impiegato diverso tempo a leggere questo libro, non solo per colpa dell’afa, ma anche perché volevo rimanere ancora un po' in compagnia di Malin Fors e i suoi colleghi. 
Sperando che in Italia vengano pubblicati anche gli altri quattro libri scritti da Kallentoft, vi consiglio di leggere Sangue di mezz'inverno e Buio d'estate. Letture dal ritmo serrato, che appassionano e raccontano le indagini della polizia criminale di Linkoping. 







L'AUTORE - Mons Kallentoft è nato nel 1968 a Linköping. Da giovane non legge granché: preferisce giocare a calcio e a hockey. Poi, all'età di 14 anni, un infortunio gli impedisce di proseguire l'attività agonistica e gli fa scoprire la narrativa. Ma devono ancora passare vari anni, parecchi viaggi e un lavoro da pubblicitario prima che Mons decida di dedicarsi completamente alla scrittura. Il successo è immediato: osannato dalla critica, Sangue di mezz'inverno – il primo romanzo con protagonista Malin Fors – vende più di 300.000 copie in Svezia e, con la pubblicazione in altri 12 Paesi europei, diventa un caso editoriale internazionale.








Dello stesso autore su ThrillerNord:

IL LIBRO - Non ricorda niente, Josefin. Camminava nel parco, poi è stata aggredita. Infine il buio. Guardando negli occhi di quella fragile quindicenne, violata nel corpo e nell'anima, l'ispettrice Malin Fors vede gli occhi di sua figlia e sa di dover fare giustizia.




Recensione per il sito www.thrillernord.it

sabato 23 luglio 2016

Giù nella miniera: recensione



Interno libreria Tempo Libero, Corso Cerulli Teramo.


La tragedia di Marcinelle nello sfondo della storia raccontata da Igor De Amicis e Paola Luciani.
Un incidente umano che coinvolse i minatori che lavoravano all'estrazione del carbone nel paese dei mangiapatate come venivano chiamati i belgi dagli italiani.
Visto che loro erano mangiaspaghetti per gli autoctoni.
Una storia di rivalità tra italiani tanto lontani da casa, emigrati controvoglia in un paese straniero per guadagnare soldi che servivano a mantenere la famiglia e belgi che li trattavano con odio perché vedevano in essi persone che rubavano il lavoro.
Un lavoro sporco e pericoloso per entrambi!
Se i grandi erano rivali o mal si sopportavano, i bambini di conseguenza rispecchiavano il comportamento dei grandi agendo allo stesso modo.
Lo capisce bene Fulvio arrivato da poco a Marcinelle con la madre.
Lui non avrebbe mai voluto abbandonare la sua terra, l'Abruzzo.
Non avrebbe mai abbandonato le sue montagne e l'aria pura che respirava, ma doveva raggiungere il padre che da tempo lavorava nella miniera.
Comprese subito com'erano i ragazzi belgi nei confronti degli italiani e riuscì ad integrarsi bene (dopo un momento di diffidenza iniziale superato con una prova) con i ragazzi italiani: Vittorio, Ciro e Silvana.
La convivenza con i ragazzi autoctoni (Paulette, Eddie, Jean Claude..) correva sempre sul filo del rasoio tra dispetti e sfide per stabilire una supremazia tra gli uni e gli altri.
L'ultima sfida avrebbe deciso il comando supremo e il possesso di un fantomatico tesoro, ma era un'impresa decisamente difficile perché si doveva svolgere all'interno della miniera.
Trovarono davvero un tesoro alla fine, più prezioso dell'oro...un tesoro di solidarietà tra i due popoli.
Dopo l'incidente erano tutti più uniti e non solo nel dolore.
Una storia di odio e integrazione ben raccontata, scorrevole, coinvolgente e commovente.
Una storia per grandi e piccini come si suol dire perché i grandi potrebbero ritrovare i valori che davvero contano e capire che i piccoli agiscono come loro assorbendo le loro emozioni, i loro sentimenti; i piccoli invece, possono leggere un racconto che fa parte della storia sia belga che italiana.




Autore: Igor De Amicis – Paola Luciani
Editore: Einaudi ragazzi
Prezzo: 11,00
Anno Pubblicazione: 2016



Cunicoli. Tunnel. Carrelli e ascensori. La miniera di Marcinelle non è un posto per ragazzini. Suo padre gliel'ha detto mille volte. Ma Fulvio non lo ha mai ascoltato. Perché i vecchi dicono che in fondo alla miniera si nasconde un tesoro. E Fulvio e i suoi amici sono pronti a tutto per trovarlo. Non sanno che, invece del tesoro, stanno per imbattersi nella Storia.





Igor De Amicis: Commissario di Polizia Penitenziaria e scrittore per vocazione. Alterna storie per i ragazzi a racconti e romanzi polizieschi, con la convinzione che ogni bella storia della essere raccontata.

Paola Luciani è insegnante di sostegno nella scuola primaria, si occupa da anni di letteratura per ragazzi con articoli, interviste e recensioni. Ha scritto monografie e saggi sul mondo della scuola. Questo è il suo secondo romanzo.

venerdì 22 luglio 2016

Buio d'estate: recensione


                                Recensione scritta e pubblicata per il sito www.thrillernord.it





(Seconda copertina)


Autore: Mons Kallentoft
Editore: Nord
Pagine: 411
Genere: Thriller 
Anno Pubblicazione: 2011 


Non ricorda niente, Josefin. Camminava nel parco, poi è stata aggredita. Infine il buio. Guardando negli occhi di quella fragile quindicenne, violata nel corpo e nell'anima, l'ispettrice Malin Fors vede gli occhi di sua figlia e sa di dover fare giustizia.
Nel giro di pochi giorni, però, un'altra adolescente scompare nel nulla e, quando viene ritrovata, Malin questa volta non può neppure guardarla negli occhi. Perché la ragazza è stata uccisa e il cadavere è stato abbandonato in riva al lago che costeggia Linköping , coperto da un sudario di sabbia.
E il caldo asfissiante che opprime la città sembra rallentare anche il corso delle indagini: prima i sospetti si appuntano su un gruppo di extracomunitari; poi, dopo aver accertato che il colpevole non può essere un uomo, gli investigatori si concentrano sulla comunità lesbica di Linköping.
Scatenando così l'ira e l'indignazione dell'opinione pubblica, che non esita ad accusare la polizia di razzismo e d'intolleranza. Tuttavia Mailn è l'unica a intuire che, per fermare l'assassino, è necessario scavare in un passato oscuro e tormentato, lasciandosi guidare da quegli occhi: gli occhi delle vittime, ma anche dei colpevoli.
Per ascoltare le loro storie, per vivere le loro paure, per conoscere le loro verità...


Non posso credere di aver finito il thriller di Kallentoft in due giorni. Di solito impiego più tempo perché mi piace assaporare la storia come se fosse un buon vino, ma questo thriller riesce a trascinarti alla fine in poco tempo.
Il libro in questione è Buio d'estate di Mons Kallentoft che vinsi grazie al concorso fotografico estivo (Libri in vacanza) organizzato da Gli amanti dei libri e dalle case editrici partecipanti tra le quali la casa editrice Nord.
Da tempo mi guardava dalla libreria, era giunta l'ora di leggerlo.
Un thriller incalzante fin dalle prime battute che non soffoca il lettore, ma lo accompagna fino alla fine mantenendolo sul filo del rasoio.
Una città della Svezia, Linköping scossa dal mega incendio che si spande per i suoi boschi e che non si riesce a spegnere, e da una serie di omicidi.
Un libro edito nel 2008 (nel 2011 dalla casa editrice Nord) ma che presenta temi attualissimi.
Delle ragazzine scompaiono per poi esser ritrovate prive di vita e con evidenti segni di sevizie.
Solo una di loro di salva e viene ritrovata in un parco, ferita e priva di memoria.
Una caccia senza sosta che attira la curiosità di comuni cittadini e la rabbia delle comunità lesbiche, verso le quali convergono le ricerche,e che si sentono discriminate, e che punta i riflettori su persone che vorrebbero rimanere nell'ombra per colpa di mentalità retrograde.
Una ricerca che arriva ad investire le vite di cittadini stranieri con precedenti, accentuando il razzismo soprattutto a causa dei metodi di indagine, decisamente non ortodossi, di un poliziotto.
Un'estate calda, caldissima, come non si era vista da tempo, che annebbia le menti e rende più deboli, e che stanca gli investigatori non dandogli tregua fino alla fine.
Malin Fors, l'ispettrice di polizia che segue le indagini, rincorre il mostro che lascia una scia di morte e un solo superstite, pensando a sua figlia che ha l'età delle vittime, e ai fantasmi del passato.
Una brava psicanalista le ha detto che nel passato c'è la soluzione per risolvere i problemi del presente.
Tove, la figlia di Malin, che ritiene i consigli della mamma esagerati anche se fuori qualcuno sta uccidendo delle ragazzine. L'esagerazione scompare quando quell'apprensione si trasforma in paura, quando quell'ombra che uccide cade proprio sulla figlia dell'ispettrice.
La lettura è semplice e scorrevole, con un ritmo serrato. Nella mente scorrono le immagini, come se si guardasse un episodio di una serie televisiva.
Devo dire che il libro mi è piaciuto molto e credo che, vedendo il suo stile, potrò star sicura nella lettura del prossimo libro, Sangue di mezz'inverno (sempre dello stesso autore, ma precedente. Edito nel 2007 e nel 2010 dalla casa editrice Nord).





L'AUTORE - Mons Kallentoft è nato nel 1968 a Linköping. Da giovane non legge granché: preferisce giocare a calcio e a hockey. Poi, all'età di 14 anni, un infortunio gli impedisce di proseguire l'attività agonistica e gli fa scoprire la narrativa. Ma devono ancora passare vari anni, parecchi viaggi e un lavoro da pubblicitario prima che Mons decida di dedicarsi completamente alla scrittura. Il successo è immediato: osannato dalla critica, Sangue di mezz'inverno – il primo romanzo con protagonista Malin Fors – vende più di 300.000 copie in Svezia e, con la pubblicazione in altri 12 Paesi europei, diventa un caso editoriale internazionale.



Recensione scritta e pubblicata per il sito www.thrillernord.it












lunedì 4 luglio 2016

L'abbazia dei cento inganni: recensione



L'ultimo romanzo della saga del Codice Millenarius, una trilogia che ha tenuto i lettori incollati alle pagine del libro che, purtroppo, scorrevano via veloci.
Una scrittura semplice ma elaborata perché la lettura dev'essere fluente ma non banale.
Una storia intricata, intrigante e misteriosa come da programma quando c'è di mezzo un grande potere e persone che gli girano intorno per poterlo afferrare.
Prelati, inquisitori, cardinali,vescovi, la famiglia Este e personaggi risucchiati nello stesso gioco di potere.
Ragni, tele e mosche che finivano nella trappola.
Un cavaliere che vuole rispettare la parola data, un cavaliere che sa ancora cos'è l'onore, la dignità e la devozione e che non vorrebbe coinvolgere nelle trame persone alle quali tiene in modo particolare.
Però gli eventi non si sviluppano mai come si pensa e tutto prende una forma diversa.
Il Lapis exilii la reliquia che dev'essere trovata e nascosta al monastero di Mont-Fleur dov'è giusto che rimanga.
Una dura lotta tra sete di potere e invidie che porta il cavaliere, Maynard de Rocheblanche allo stremo delle forze; Eudeline de Rocheblanche ad una rinascita; Gualtiero de' Bruni e Isabeau a una felicità attesa da tempo sferzata dall'ultimo attacco comandato dal cardinale Bertrand du Pouget e dall'inquisitore Lamberto da Cingoli; padre Andrea dell'abbazia di Santa Maria di Pomposa al salvataggio di Gualtiero de' Bruni grazie all'intercessione del nuovo vescovo di Ferrara, Filippo d'Antella.
Vite marchiate, spezzate e ricomposte dalle macchinazioni fatte in nome del comando.
Il pentimento scritto arrivato tardi del vescovo Guido di Baisio.
E' un romanzo, ma alla fine è la realtà. E' ciò che succedeva nel Medioevo e ciò che succede anche oggi.
Marcello Simoni ricostruisce la Ferrara medievale arricchita da personaggi davvero esistiti e inventati resi protagonisti dalla sua penna.




“Per quel che mi riguarda, credo nelle qualità che ho voluto infondere nei miei personaggi. Maynard, Eudeline, Gualtiero, Isabeau. Alla fine dei conti importa soltanto come si è vissuto, e come certe idee continuino a vivere dentro di noi. A ispirarci, a legarci l'uno all'altro. E a suggerirci che anche nel cuore della narrativa più nera, così come nei risvolti più tragici della Storia, c'è sempre, per chi sappia cercare, un po' di luce.”


Mi dispiace solo sia finita la saga perché mi piaceva leggere del cavaliere Maynard. Le parole scorrevoli e la storia per nulla pesante riempivano il mio spazio dedicato alla lettura...che poi lo spazio di cui parlo se lo quantifico si calcola in tre giorni (tre perché cercavo di farlo durare di più)! 
L'ultimo libro della trilogia si apre con un maleficio che pone davanti agli occhi di un ignaro cacciatore, la sfilata di loschi figuri con a capo una donna che cavalca la bestia.
I sortilegi erano protagonisti nel Medioevo anche se nell'ombra vista la dura repressione dell'Inquisizione.
Il cavaliere de Rocheblanche deve scoprire chi si cela dietro questi malefici. Scoprirà più avanti che questi son legati ad una vicenda passata che il signore di Ferrara, Obizzo d'Este, aveva nascosto a tutti, anche se qualcuno aveva visto la realtà dei fatti.
Non voglio spiegare di più perché questa trilogia dev'essere letta. 
Sarà una piacevole compagnia soprattutto in questo periodo dell'anno quando tutti hanno più tempo per leggere (magari!).





Sinossi:

Ferrara, inverno 1349. Un'inquietante processione di gente incappucciata si aggira nelle selve vicino alla città, terrorizzando chiunque abbia la sfortuna d'imbattervisi. E mentre si diffondono voci su riti satanici e segni dell'apocalisse, c'è chi scorge in quelle apparizioni un astuto complotto. Tra loro anche l'impavido cavaliere Maynard de Rocheblanche che, con l'appoggio della Santa Inquisizione, intraprende un'indagine per cercare di far luce sulla verità. L'impresa si rivelerà tuttavia più difficile del previsto, perché sono molti i prelati più interessati ai suoi segreti che a risolvere il caso. Maynard è infatti l'unico custode del mistero più grande della cristianità, la leggendaria reliquia attribuita a Gesù, il Lapis exilii. E questa volta, privato dell'appoggio dell'abate di Pomposa, potrà fare affidamento solo sulla sorella, la monaca Eudeline, per difendere se stesso e i propri amici e cercare di svelare l'intrigo che lo coinvolge...









Autore: Marcello Simoni
Titolo: L'abbazia dei cento inganni
Editore: Newton Compton
Prezzo: 9,90







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