sabato 22 giugno 2019

Il resuscitatore: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it








AutoreLorenzo Beccati

Editore: DeA Planeta
Genere: Gotico
Pagine: 219
Anno di pubblicazione: 2019





Sinossi. La notte del 4 novembre 1803, mentre contempla le acque del Mare del Nord infrangersi contro i legni del Victoire, il veliero battente bandiera francese su cui si è imbarcato per approdare a Londra, il fisico Giovanni Aldini ignora la portata degli eventi in cui verrà coinvolto nella capitale del regno inglese, ma sa perfettamente cosa va cercando: un cadavere fresco e non mutilato. Con un’adeguata stimolazione elettrica, opportunamente distribuita fra le membra, è possibile restituire la vita a chi l’ha perduta: è questa la convinzione su cui lo scienziato bolognese ha fondato i suoi recenti studi e le spettacolari, quanto chiacchierate, dimostrazioni eseguite in Italia e in Francia sui corpi di animali. Ma l’Inghilterra, che non conosce la ghigliottina, significa altro. Significa pene capitali inflitte tramite impiccagione, la possibilità di avere a disposizione corpi integri di reietti appena deceduti. Sbarcato in una Londra sordida, traboccante di miseria e disperazione, che la penna di Beccati ricostruisce con la vividezza che solo i maestri del genere sanno regalare, Aldini si getta a capofitto nel suo progetto visionario. Ma l’ambizione folle e la cieca fede nel progresso lo porteranno presto a fare i conti con le paure e i dilemmi morali che da sempre si annidano nel cuore dell’essere umano.



Recensione

Il sottotitolo del romanzo può far pensare al lettore che la storia che si accinge a leggere sia una rivisitazione di Frankenstein o che sia un nuovo Frankenstein creato sulle orme dell’ormai famoso mostro di Mary Shelley, ed invece non è così!
Giovanni Aldini è lo scienziato che ha influenzato la scrittura dell’autrice di Frankenstein perché Aldini è nato prima della scrittrice britannica e i suoi spettacoli con i cadaveri erano precedenti allo scritto sul mostro del 1818.
Quindi era ancora difficile sperimentare senza innervosire benpensanti, religiosi e chi doveva mantenere l’ordine, anche se di nascosto i suddetti contravvenivano alle regole morali. Si doveva mantenere la facciata, una parvenza di perfezione che si abbandonava poi nell’angolo più buio, ma Aldini, al contrario, eseguiva i suoi spettacoli davanti ad un pubblico di moralisti, curiosi, lassisti, un pubblico con divergenze di pensiero, quindi ogni volta rischiava che lo incarcerassero per dubbio comportamento. Giovanni Aldini è davvero esistito ed ha condotto i suoi esperimenti dapprima a Bologna e poi in Inghilterra.
Allo scienziato servivano cadaveri tenuti bene e in Inghilterra la pena di morte era l’impiccaggione quindi preferiva avere quei corpi interi più che quelli ghigliottinati. La pratica suscitava ribrezzo e curiosità al tempo stesso e i religiosi e i timorati di Dio puntavano il dito contro chi usava dissotterrare cadaveri e usarli per scopi medici.
I corpi usati erano quelli di criminali della peggior specie, ma anche in questo caso vigeva la regola che un morto doveva riposare e non poteva essere disturbato. Aldini, che aveva come mentore suo zio Luigi Galvanifisico che dimostrò l’attitudine dei tessuti biologici di provocare energia elettrica sperimentando sulle rane, riprodusse gli studi dello zio sugli esseri umani.
Nel romanzo scritto da Beccati però Aldini incontra non pochi problemi, molti ostacoli ai suoi studi. Viene visto come un sacrilego! E non solo …viene anche accusato di altro perché operando con i cadaveri, per alcune persone, potrebbe anche fare in modo di uccidere per disporne. Già ne sapeva qualcosa ai suoi tempi Leonardo da Vinci,padre dell’anatomia,!anche lui alle prese con problemi di cadaveri. Andando avanti nei secoli l’anatomia non si è fermata come scienza, ma è progredita grazie agli esperimenti nascosti di medici e scienziati che operavano sui morti.
Galvani prima e Aldini dopo si son spinti oltre e da questi studi sono nati l’elettroshock, che in seguito non è stato usato al meglio o solo per scopi terapeutici magari su soggetti che necessitavano davvero, e il più moderno defibrillatore che riporta le persone dal regno dei morti in quello dei vivi in molte occasioni. È una scienza che fa paura, macabra che Aldini dimostrava platealmente mandando in scena un cadavere attaccato a fili elettrici che si muoveva in modo convulso quando riceveva stimoli. Per avere materiale di studio faticava non poco e dopo aver fatto una richiesta legale si ritrovò a vestire panni che non aveva mai indossato per scoprire la verità e per scagionare la sua persona.
Solo che Aldini non sospettava che qualcuno lo osservava nell’ombra per farlo cadere quando meno se lo aspettava! Anche il lettore mentre scorre le pagine del libro prova le stesse emozioni del pubblico dell’epoca. Siamo in Inghilterra, nell’età di Giorgio I e c’è fermento nella società per l’ascesa della borghesia, il fasto dell’architettura, delle spese folli, della fame di cultura, insomma c’è fermento per una rincorsa ad illuminare le menti, ma anche se l’apparenza è positiva esiste anche l’altra faccia che mostra povertà, prostituzione, alta criminalità, sfruttamento minoriledi cui lo scienziato inala fetidi effluvi passando per le vie del popolo.
Il lettore pensa che Aldini dovrebbe piazzarsi tra le menti illuminate come innovatore, ma la sua è una scienza pericolosa e non ancora concepibile purtroppo. Grazie alla scrittura lineare dello scrittore, il lettore viene guidato nei cupi meandri di una scienza che rimane ancora nell’oscurità e che genera incubi, dove incontra personaggi sudici  da una parte e menti brillanti dall’altra; il lettore rimane in tensione davanti alle descrizioni dei cadaveri nel momento in cui si fornisce loro energia.
Buona lettura!

A cura di
Marianna Di Felice 


Lorenzo Beccati (Scheda Autore)


Lorenzo Beccati (Genova, 1955) ha collaborato come autore al successo di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana, tra cui Drive-in, Paperissima e, tuttora, Striscia la notizia. Ha scritto film, opere teatrali e romanzi, l’ultimo dei quali è L’ombra di Pietra (DeA Planeta, 2018).


Recensione scritta per www.thrillernord.it

venerdì 7 giugno 2019

Strade insanguinate: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







AutoreStuart MacBride

Traduzione: Francesca Noto
Editore: Newton Compton
Genere: Thriller
Pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2019





Sinossi. La storia personale di Logan Mcrae non è certo specchiata, ma ora che ha ricevuto una promozione deve rigare dritto e tenere d’occhio, a sua volta, i suoi colleghi. Quando uno degli agenti viene trovato morto sul sedile di guida di un’auto distrutta, è uno shock per tutto il dipartimento di polizia. L’ispettore Bell, infatti, era deceduto due anni prima. O almeno così credevano. Immediatamente viene aperto un caso e Logan comincia a indagare nel passato del collega. Dove è stato per tutto quel tempo? Perché è scomparso? E, soprattutto, che cosa c’era di così importante da costringerlo a tornare nel regno dei vivi? Più scava a fondo e più si rende conto che ci sono scomode verità sepolte, pronte a tornare a galla. Ma c’è anche qualcuno disposto a uccidere perché rimangano nascoste. Logan sa che se non riuscirà a risolvere in fretta il caso, l’ispettore Bell non sarà l’unico a dover essere seppellito.


Recensione

Stuart MacBride è una garanzia perché con lui il lettore è sicuro di leggere un vero thrillerun thriller intenso intriso di casi che si accavallano e che sono uniti da un unico filo conduttore, la quale matassa si sbroglia verso la fine!
Prima di allora il lettore rimane sconcertato dalle forti situazioni che ricalcano la realtà, la cronaca nera che purtroppo macchia la vita di una città come quella di un paese. Il lettore riesce a rilassarsi solo dopo aver letto l’ultima pagina fino a quel momento è teso, agitato, ha emozioni contrastanti di simpatia e odio nei confronti di vari personaggi, ha un cumulo di adrenalina addosso.
Rimane sbalordito da certi comportamenti tra colleghi, disgustato dai modi di certi criminali, angosciato per le vittime, in dubbio su certe indaginiperché anche il lettore inizia a investigare con il grande MacRae, e stupito da certi colpi di scena. Nel thriller di MacBride ci sono tutti gli ingredienti che mantengono incollato alle pagine un lettore. Non è breve nei ragionamenti, o sbrigativo nelle esposizioni o arido nei particolari, MacBride scrive tutto e non risulta affatto pesante, anzi, aumenta la suspense.
Ad esempio durante le indagini su un corpo sepolto in mezzo al nulla da ritrovare, mentre il tempo stringe prima che arrivi la sera e la pioggia scende incessante e non accenna a smettere, si fermano a mangiare davanti ad un MacRae contrario e una Steel ferma nella sua presa di posizione…lei deve mangiare, gli altri devono mangiare, anche il suo collega idiota deve mangiare!
Davanti a questa situazione il lettore mentre legge l’elenco dei piatti che mangeranno i poliziotti non si annoia perché, nel frattempo, si sta chiedendo chi troveranno sotto la terra?
Come sarà finito lì?
Ce la faranno prima che arrivi la notte?
La lettura è intensa e l’argomento lo è di più! L’autore cattura subito la curiosità del lettore facendo rinvenire il corpo di un poliziotto morto due anni fa. Da qui partono le indagini portate avanti da poliziotti, colleghi del defunto, che sono ancora increduli per quello che è successo.
Le ricerche proseguono e aumentano quando ritrovano un altro poliziotto che stava conducendo delle indagini per conto suo. Il gioco si fa duro! Loro sono dei minuscoli pezzi su una scacchiera gigante. Vengono risucchiati in un sordido mondo fatto di persone nell’ombra, con il volto coperto da una maschera che decidono delle sorti di poveri innocenti.
Il lettore capisce che si parla di gente che all’apparenza è per bene perché ricopre incarichi importanti e in vista, ma dietro è assolutamente sudicia! Questo si vede anche nella vita reale! Le vittime subiscono in silenzio e vengono trattate come animali in gabbia.
Perché loro sono destinate ad un mercato, il peggiore dei mercati. La stampa anziché aiutare i poliziotti li denigra, la gente anziché collaborare con la polizia la boicotta, la aggira e sceglie di farsi aiutare da persone sbagliate mantenendo il segreto con gli agenti.
MacRae e i suoi colleghi annaspano in questo pantano dove sembra non abbiano appigli, fino a quando riescono ad afferrare una possibilità. Da qui iniziano le azioni al cardiopalma.
Si scopriranno molti segreti e verranno svelate le azioni di una persona che sembrava guidata dalla disperazione ed era passata per vittima, ma al contrario era un carnefice anche se guidata da forte angosciaColpi di scena sono riservati anche nei confronti di poliziotti con atteggiamenti ambigui, che sembravano malvagi o impazziti ed invece…
Il lettore potrà vedere un MacRae determinato, che cerca di ragionare velocemente anche se non riesce ad avere tutte le risposte, che sbaglia, ma che fiuta la pista giusta per salvare un carico prezioso. Un MacRae che deve richiamare i colleghi per farli filare dritto, per farsi ascoltare e seguire nelle azioni. Un MacRae serio che ha problemi relazionali con la collega Steel, come quasi tutti nel distretto, un MacRae che tra azioni pericolose e lunghe indagini riesce a far ridere il lettore,stemperando così la compostezza, attraverso battute banali o ironiche. Questo thriller si potrebbe leggere tutto d’un fiato, ma per il contenuto pregno di significato che ha si assapora come si fa con un whiskey invecchiato che si osserva, si odora e alla fine si gusta.
Visto che con Stuart MacBride il lettore “si trasferisce” in Scozia, il paragone con la bevanda alcolica è perfetto.
Buona lettura!

A cura di 
Marianna Di Felice


Stuart MacBride (Scheda Autore)


È lo scrittore scozzese numero 1 nel Regno Unito ed è tradotto in tutto il mondo. La Newton Compton ha pubblicato i thriller Il collezionista di bambini (Premio Barry come miglior romanzo d’esordio), Il cacciatore di ossa, La porta dell’inferno, La casa delle anime morte, Il collezionista di occhi, Sangue nero, La stanza delle torture, Vicino al cadavere, Scomparso e Il cadavere nel bosco, con protagonista Logan McRae; Cartoline dall’inferno e Omicidi quasi perfetti, che seguono le indagini del detective Ash Henderson; Apparenti suicidi; Il ponte dei cadaveri. MacBride ha ricevuto il prestigioso premio CWA Dagger in the Library e l’ITV Crime Thriller come rivelazione dell’anno. Per saperne di più: www.stuartmacbride.com.


Recensione scritta per www.thrillernord.it

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