mercoledì 20 giugno 2018

Tre passi nel buio: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/tre-passi-nel-buio/



Autori: Massimo CarlottoLuca D’AndreaMaurizio De Giovanni

Curatore: Luca Briasco

Editore: Minimum Fax
Genere: Narrativa
Pagine: 106
Anno di Pubblicazione: 2018
 
 
 
 
Sinossi. Negli ultimi vent’anni, la letteratura italiana di genere ha conquistato il predominio assoluto nelle classifiche di vendita, e costruito una vera e propria comunità di lettori che va sempre più ampliandosi. La costellazione di romanzi che vengono radunati – forse frettolosamente – sotto l’etichetta del crime, nasconde differenze rilevanti e spesso ignorate: scrivere un noir non è la stessa cosa che scrivere un giallo; la serialità richiede tecniche di costruzione dell’intreccio che non sono né scontate, né alla portata di tutti; il thriller è un genere a sé, con regole proprie che è necessario applicare nei minimi dettagli, anche quando le si voglia sovvertire. Per la prima volta, tre maestri, rispettivamente del noir, del giallo e del thriller hanno accettato di aprire il proprio laboratorio ai lettori, raccontando nei dettagli come costruiscono le loro storie, quali ne sono gli ingredienti irrinunciabili e come questi si sono evoluti nel corso degli anni. Il risultato è un libro pieno di passione e competenza: una lettura irrinunciabile per gli appassionati di Carlotto, D’Andrea e De Giovanni, ma anche per chi non li conosce ancora. Oltre che, ovviamente, per chi sogna di scrivere una storia crime, e vuole capire da dove partire e che cosa non sbagliare.
 
 
Recensione.
Il noir, il thriller e il giallo raccontati dai maestri del genere.
Massimo Carlotto, Luca D’Andrea e Maurizio De Giovanni si aprono verso i lettori rispondendo alle domande di Luca Briasco per far conoscere più profondamente il loro pensiero riguardo al proprio metodo di scrittura, al proprio punto di vista sui generi scelti e su altre curiosità che ai lettori dei suddetti autori interessa conoscere.
La chiacchierata tra il curatore e i tre autori rimarca le differenze che ci sono tra il noir, il thriller e il giallo, che è bene puntualizzare per non creare un disordine inutile. Per Carlotto potrebbero riunirsi in un unico gruppo denominato crime, visto che in molti casi si fa un uso smodato di queste categorie. Forse i vari generi sono stati tempestati da troppe sottocategorie che hanno provocato la nascita di nuove voci e generato caos. Per gli autori sono importanti le ambientazioni del romanzo e, nel caso specifico, abbiamo tre diverse realtà: il nordest per Carlotto, l’Alto Adige per D’Andrea e Napoli per De Giovanni. Il luogo dove ambientare il romanzo è decisamente importante e deve essere studiato bene, ma Carlotto rimarca il fatto che non basta Google Maps per studiare un luogo. Ma non tutti gli scrittori hanno visitato la città o il paese che descrivono.
Una volta che il romanzo esce in libreria serve la presentazione (più che altro, è ormai un rito) per far conoscere l’autore ai lettori o per far parlare l’autore con i suoi seguaci o, comunque, per parlare del nuovo romanzo, ma D’Andrea non ama tutta la pubblicità che segue sia sui social che in giro. Sono punti di vista di menti diverse; non tutti sono uguali e molti possono piacere proprio per questo. Se si prendono alcuni punti di vista di ognuno si crea l’autore perfetto, ma sappiamo che non esiste, ed è meglio che sia così, perché la perfezione non riesce a captare le sfumature, che sono quelle che ci fanno piacere un autore.
Le tre chiacchierate sono decisamente gradevoli e permettono ai lettori di distinguere i generi prediletti dagli autori. Si nota che Carlotto è uno scrittore noir per la serietà, la profondità delle risposte, come se fossero incise nel suo animo. Con D’Andrea e De Giovanni si sente di più la distensione, il divertimento e il piacere che fa scrivere storie, ma sempre usando coscienziosità e riguardo nei confronti dei lettori.
È importante leggere le versioni dei tre autori riguardo ad argomenti quali i social, i corsi di scrittura creativa e altri temi interessanti sia per i loro sostenitori, sia per chi non ha ancora avuto il piacere di conoscere i loro libri.
Si può essere d’accordo oppure no, ma si possono trarre notizie salienti date da chi è nel settore da anni, e di queste il lettore o l’aspirante scrittore deve far tesoro!
 
 
 

Gli Autori


Massimo Carlotto esordisce come scrittore nel 1995 (scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi) con il romanzo-reportage Il fuggiasco, pubblicato da e/o e ispirato alla sua esperienza di latitante, da cui è stato tratto nel 2003 un film. Per la stessa casa editrice ha scritto, oltre ad Arrivederci amore, ciao, diversi romanzi tra cui La verità dell’AlligatoreIl mistero di MangiabarcheNessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999), Il maestro di nodi (premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (premio Girulà 2008), Nordest con Marco Videtta (premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (premio Grinzane Noir 2007), Alla fine di un giorno noioso (2011), Respiro corto (2012), Cocaina (2013, con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo), Il mondo non mi deve nulla (2014), La banda degli amanti(2015).
Luca D’Andrea è nato a Bolzano, dove lavora come insegnante precario di italiano nella scuola media. Per Einaudi ha pubblicato nel 2016 La sostanza del male, il suo primo thriller, che diventerà una serie Tv internazionale, e nel 2017 Lissy.
Maurizio De Giovanni, nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi. Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle indagini del commissario Ricciardi. È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Del 2018 è Sara al tramonto, edito da Rizzoli.

A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it


giovedì 7 giugno 2018

La settima lapide: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/la-settima-lapide/


Autore: Igor De Amicis

Editore: DeA Planeta Libri
Genere: thriller
Pagine: 416
Anno di Pubblicazione: 2018



Sinossi: un cimitero fuori Napoli, sette fosse scavate nel terreno. Per ciascuna, una lapide con nomi e cognomi incisi sulla pietra. Ma soltanto la prima tomba è “occupata”: dal corpo di un piccolo boss della camorra, con la gola tagliata di netto. Le altre sei sono vuote, un avvertimento. Di più, una promessa. Tra i destinatari della macabra messinscena ci sono mezze tacche e capiclan, narcotrafficanti e assassini, secondo una logica che la polizia non riesce a interpretare. L’ultimo nome è quello di Michele Vigilante, un uomo che è diventato leggenda facendosi rispettare prima in strada, con la lingua della violenza, e poi in carcere, con la lingua dell’onore. Si è fatto più di vent’anni dietro le sbarre e, proprio adesso che ha ottenuto la libertà anticipata e con il crimine vorrebbe aver chiuso, una condanna ben peggiore sembra aspettarlo fuori. Ma non è un caso se un tempo Michele era conosciuto con il soprannome di “Tiradritto”: non si è mai fermato davanti a niente e non lo farà neanche questa volta, nella terribile caccia all’uomo che è destinata a pareggiare molti conti.


Recensione:
Napoli, la città del sole e del sorriso, ha un lato lugubre, buio, un lato che oscura la facciata positiva e si erge come un’ascia sulla testa degli abitanti.
A Napoli esiste una realtà che viene comandata da un’organizzazione criminale, la camorra. Una lotta tra famiglie coinvolge anche gente comune, che non alza mai la testa per ribellarsi, così nel quartiere di Scampia si inizia fin da piccoli a lavorare per le famiglie.
Michele Vigilante, detto Tiradritto, è molto bravo e, per un motivo che rimane nascosto fino all’ultimo, diventa l’obiettivo di un seriale che ha già preparato sette lapidi nel cimitero fuori dalla città, con su scritti i nomi di chi ucciderà.
Molta gente esulta perché il seriale libera la città dalla feccia, anche i media tifano per quest’ombra. Chi vuole eliminare sette malavitosi è visto come un liberatore, soprattutto perché eliminerebbe gente che intimidisce, che si fa pagare il pizzo o che rompe le gambe se le persone non lo pagano, gente che commette omicidi e che traffica con droga e prostituzione.
Ma la gente non pensa che sono solo sette gli obiettivi, mentre la rete camorristica, unita anche ai calabresi per i traffici di droga, è lunga e intricata. Per un capo, un killer o dei ’uaglioni morti ci sono sempre un nuovo capo, un nuovo killer e altri tirapiedi pronti a subentrare.
La polizia rimane sempre un passo indietro al seriale e non capisce perché. A meno che non ci sia una talpa all’interno.
Michele Vigilante è in carcere e sta scontando vent’anni, ma grazie alla buona condotta esce prima, e si ritrova, inizialmente, spaesato.
La sua vita carceraria è stata turbolenta, per questo veniva sbattuto da un carcere all’altro, ma dopo aver conosciuto un personaggio in carcere, suo ultimo compagno di cella, si è calmato; senza però dimenticare il passato che avvolgeva la sua mente soffocandola con degli incubi.
In questi incubi un volto emergeva e perseguitava Michele. A questo volto si ricollegano molte persone. Tra criminali senza coscienza che fuggono per salvarsi dalla morte, credendo che non li raggiunga se si nascondono, tra personaggi che non vedono l’ora di prendere il posto vacante di capi ormai finiti, e poliziotti problematici, il seriale agisce senza intralci.
Chi è questo volto sconosciuto?
Dovete leggere il libro per scoprirlo! Questo libro non è come i soliti thriller perché, per l’argomento che tratta, è complesso. Ha una trama difficile perché ambientata in un quartiere gestito dalla camorra, in mezzo a traffici sudici che macchiano una città, con la gente del posto che decide di seguire una via all’apparenza facile – piegarsi ai voleri delle famiglie – per avere libertà e soldi facili; ma questa è una chimera.
Un thriller scritto bene che fa venire i brividi e che, alla fine, commuove, trasformando la rabbia in emozione. Un thriller che spiega la realtà del carcere e dei criminali in modo chiaro, che scuote il lettore perché gli dà l’idea della vita tra le sbarre e della vita criminale che coinvolge anche i ragazzini.
La vita non è una serie tv o un film, e chi conosce realtà difficili come un commissario capo della Penitenziaria riesce a descrivere in modo impeccabile ciò che vede ogni giorno e riesce a tenere incollato alle pagine il lettore, che rimane certamente colpito dalla storia.



Igor De Amicis


Igor De Amicis è commissario capo di Polizia penitenziaria. Ha pubblicato alcuni fortunati romanzi per Einaudi Ragazzi. Il suo primo thriller è La settima lapide.

A cura di Marianna Di Felice




Recensione scritta per www.thrillernord.it


Figli del segreto: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





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Autore: Cinzia Tani

Editore: Mondadori
Pagine: 396
Genere: Storico
Anno di Pubblicazione: 2018



Sinossi: Le vicende degli orfani Acevedo si mescolano con le avvincenti evoluzioni di un secolo, il Cinquecento, che vedrà l’affermarsi della dinastia degli Asburgo. In seguito alla scomparsa prematura di tutta la discendenza maschile della dinastia castigliano-aragonese, e in particolare dopo la morte del padre Filippo il Bello e l’infermità della madre Giovanna di Castiglia – creduta da tutti pazza –, a diciannove anni Carlo V si trova a capo “di un impero che non si era mai visto neppure ai tempi di Carlo Magno”. Ed è proprio al volgere del secolo che la vita dei fratelli Acevedo cambia per sempre quando, una notte, i genitori vengono barbaramente assassinati in casa. A prendersi cura di loro da piccoli sarà la zia Angela, cugina di Isabella di Castiglia, sovrana di Spagna e madre di Giovanna. Davanti all’ingiusta prigionia di Giovanna – imposta prima dal marito (le infedeltà del quale sono la vera causa delle crisi di nervi della donna), poi dai genitori – Manuela, nel frattempo diventata sua damigella e confidente, si convincerà che una vita tranquilla, al riparo dalla passione, sia la scelta migliore. In realtà, sia lei sia i suoi fratelli, Gabriel, Octavia e Sofia, tutti destinati ad accasarsi nelle migliori corti d’Europa, scopriranno presto che all’amore non si sfugge, e proprio l’amore rappresenterà per alcuni di loro un destino tragico. Mentre i segreti di famiglia a poco a poco vengono a galla, rivelando sconcertanti verità, sui campi di battaglia soccombono eroi come il leggendario Giovanni dalle Bande Nere, e intorno ai nostri quattro testimoni d’eccezione la Storia dispiega le sue consolidate geometrie: matrimoni d’interesse celebrati al solo scopo di rinsaldare alleanze politiche, sovrani capaci di tramare alle spalle dei loro eredi, principesse costrette a sposarsi giovanissime con uomini capricciosi e rapaci.

Recensione:
Sul palcoscenico storico troviamo due protagonisti importanti per la Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, impegnati a unificare la Spagna, a cacciare ebrei e musulmani o a convertirli trattandoli sempre come se fossero eretici.
Debole è la linea che separa le persone di una religione diversa da quella cristiana dal temuto tribunale dell’Inquisizione.
In questo clima di paura, povertà da una parte e benessere dall’altra, si svolge la storia della famiglia Acevedo. Alla luce di qualche candela accesa, ombre si muovono ostili in casa e, davanti al marchese Diego Acevedo e alla sua consorte Carmen, commettono un duplice omicidio. Cercano di trascinare i corpi ma uno scricchiolio le fa scappare. Da quel giorno la vita dei ragazzi Acevedo si svolge in compagnia della zia Angela.
Gabriel e Manuela sono grandi, per questo sono istruiti per andare a vivere a corte, Sofia e Octavia dovranno aspettare ancora degli anni per seguire le orme dei fratelli. La zia Angela è la cugina della regina Isabella di Castiglia. Ma sulla testa dei fratelli pendono molti segreti, compreso l’assassinio dei genitori. Vivranno a corte e seguiranno le evoluzioni del Regno di Spagna a seguito dei reali loro destinati. Tra guerre, combattimenti e matrimoni reali, si distingueranno per capacità, intelligenza, bellezza e qualcuno attirerà invidie pericolose. Ritroveranno un fratello e riusciranno a sapere cosa successe la notte dell’assassinio, grazie a…
Ci si deve fermare, altrimenti le parole, che escono fluide data la pienezza del racconto, potrebbero rivelare troppo.
Leggendo il libro, dalle prime pagine, il lettore viene catturato da ciò che accade e viene catapultato nelle vicende dei reali spagnoli e dei nobili Acevedo.
La storia non è amata da molti perché è considerata pesante da leggere ma se la scrittura è coinvolgente e intensa come quella di questo libro, allora diventa decisamente piacevole far scorrere gli occhi tra le sue pagine.
Gli avvenimenti descritti sono assolutamente intensi e coinvolgenti, tanto da sprofondare nella lettura e ritrovarsi in un altro mondo.
Le vicissitudini della famiglia Acevedo si svolgono durante il periodo storico spagnolo di fine ’400 e inizi ’500, con i protagonisti reali Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia, e in seguito il periodo spagnolo/asburgico, con il nipote Carlo V, figlio di Giovanna di Castiglia e Filippo I d’Asburgo.
Come antagonisti ci sono Francesco I di Francia, Enrico VIII d’Inghilterra, il Papa, i lanzichenecchi, pirati riducibili a giochi di potere, rivalità e interessi. Tra segreti, violenze, sentimenti, tristezze si dipana la storia della famiglia Acevedo, una storia che incanta il lettore e lo trascina tra drammi e gioie; una storia che non finisce con questo primo libro, che è solo l’inizio di una lettura alla quale il lettore si appassionerà.


Cinzia Tani


Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, è inoltre autrice e conduttrice di programmi radiotelevisivi, tra cui “Il caffè di Rai Uno”, “Visioni Private”, “FantasticaMente”, “Assassine” e “Italia mia benché”. Nel 2004 è stata nominata Cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Ha pubblicato per Mondadori: “Assassine” (1998), “Coppie assassine” (1999), “Nero di Londra” (2001), “Amori Crudeli” (2003), “L’insonne” (2005), “Sole e ombra” (2007, Selezione Premio Campiello), “Lo stupore del mondo” (2009), “Charleston” (2010), “Io sono un’assassina” (2011), “Il bacio della dionea” (2012), “Mia per sempre” (2013), “La storia di Tonia” (2014), “Il capolavoro” (2017).

A cura di Marianna Di Felice




Recensione scritta per www.thrillernord.it


domenica 3 giugno 2018

Review Party: Il giallo di Palazzo Corsetti

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/il-giallo-di-palazzo-corsetti/


Il giallo di Palazzo Corsetti. Un’indagine del commissario Adalgisa Calligaris (Vol. 3)

Recensione di Marianna di felice


Autore: Alessandra Carnevali

Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018


Sinossi.  La cittadina umbra di Rivorosso è da qualche settimana in grande fermento: Canale 16, neonata rete televisiva, ha scelto il castello della contessa Corsetti Billi come location per un reality show musicale, Sing Sing.
I sei concorrenti scelti dalla produzione dovranno cantare, vivere e raccontare al pubblico di sé rimanendo dentro il castello, senza poter mai uscire. Tutto procede a meraviglia fino alla serata finale, che decreterà il vincitore in diretta nazionale. Mezza Italia, con l’intera Rivorosso in prima fila, è davanti alla TV, in attesa del verdetto, quando un terribile incidente trasforma in tragedia il clima festoso della proclamazione e dà inizio a una serie di omicidi misteriosi. Tutti gli ex concorrenti sono spaventati e in pericolo. Chi vuole la loro morte? Il commissario Calligaris, affiancato dal fedele ispettore Matteo Corvo e da qualche cittadino di Rivorosso improvvisatosi detective, si troverà a indagare nel mondo patinato dello show business e nelle vite private degli artisti. Che sono luminose solo all’apparenza…

Recensione:
Un reality show musicale organizzato in un paese umbro era un vanto per le persone del posto, anche perché avrebbe portato altri turisti e gli occhi degli italiani sarebbero stati puntati su Rivorosso, anche se interessati di più a gossip e cantanti che alla cittadina.
La cacciatrice di chiacchiere era già all’opera: la chiamavano Paris Picchio perché si vestiva come la vera Paris (Hilton) e il padre possedeva hotel, ma l’abbigliamento della prezzemolina statunitense su di lei non faceva lo stesso effetto!
Il commissario Adalgisa Calligaris e il commissariato tutto stavano assistendo alla finale davanti al televisore restando operativi per motivi di sicurezza quando era successo il fattaccio!
La trasmissione si era interrotta e tutti erano rimasti scioccati da ciò che avevano visto. Il commissario si era messo subito all’opera nel castello della contessa Corsetti Billi, sede del reality. Da quel momento in poi, investigando sul caso, il lavoro del commissario e dei suoi era decisamente aumentato. Una serie di omicidi aveva iniziato a spaventare e incuriosire gli ospiti, la padrona di casa, Paris Picchio, i giornalisti e gli abitanti di Rivorosso.
Le indagini non riuscivano a ingranare, ma la svolta l’aveva data proprio la Paris paesana, inventandosi un blog informativo e, grazie a un suo ex compagno di classe giornalista, era riuscita a scavare nel passato di molti personaggi rimasti prigionieri nel castello.
L’apparenza inganna! Molti segreti erano venuti a galla, segreti che facevano gola all’assassino…
Una lettura decisamente amabile, il lettore riesce a seguire le indagini poste in modo scorrevole, tanto che non ci si accorge di essere arrivati alla fine se non per la trama che cambia e arriva al culmine della storia. Le vicende dei personaggi che mano a mano si scoprono sono scritte in modo chiaro e senza perdersi in inutili chiacchiere, così il lettore riesce a seguire senza fatica. Il personaggio di Tamata Paris Picchio è una ciliegina sulla torta che porta a sdrammatizzare l’intera vicenda.
La durezza del commissario può portare il lettore a guardarla con ostilità iniziale ma è una corazza che usa nel lavoro come segnale di serietà e nella vita per dominare le sue paure, per questo piace perché è decisamente umana.
Spero possano seguire altre storie legate al personaggio di Adalgisa Calligaris!
Nel frattempo buona lettura!



Alessandra Carnevali (Scheda Autore)


Alessandra Carnevali è nata a Orvieto ed è laureata in Lingue. Ha partecipato, in veste di autrice, al Festival di Sanremo 2002 con il brano All’infinito eseguito da Andrea Febo. Nel 2007 è stata la prima blogger accreditata al Festival di Sanremo.

A cura di Marianna Di Felice 



Recensione scritta per www.thrillernord.it


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