Il patto dell’abate nero
Autore: Marcello
Simoni
Editore: Newton
Compton
Pagine: 336
Genere: Romanzo
storico
Anno di
Pubblicazione: 2018
Sinossi:
13 marzo 1460,
porto di Alghero. Un mercante ebreo incontra in gran segreto l’agente di un
uomo d’affari fiorentino, Teofilo Capponi. Vuole vendergli un’informazione
preziosissima: l’esatta ubicazione del leggendario tesoro di Gilarus d’Orcania,
un saraceno scomparso ai tempi di Carlo Magno. Venuta per caso a conoscenza
della trattativa, Bianca de’ Brancacci, moglie di Capponi, si convince che quel
tesoro ha a che fare con la morte di suo padre. Elabora così un piano preciso,
ma per realizzarlo ha bisogno dell’aiuto di Tigrinus, il noto ladro fiorentino
legato a Cosimo de’ Medici. Tigrinus dovrà partire alla volta di Alghero,
spacciarsi per Teofilo Capponi, e poi mettersi sulle tracce dell’oro di
Gilarus. A Firenze, Bianca cercherà di mantenere il segreto sulla missione
affidata al ladro. Ma, mentre Tigrinus è lontano, qualcuno ha finalmente modo
di mettere le mani sul tesoro più grande che il furfante nasconde: la Tavola di
Smeraldo...
Recensione:
Questa volta me
la son presa comoda! Ho letto il libro in tutta tranquillità senza correre,
senza pensare ad una scadenza per scrivere la recensione, ho degustato le
pagine come fossero bicchieri di un ottimo vino che dev’essere assaporato per
essere apprezzato. In effetti i romanzi di Simoni aumentano la fame di lettura
per questo di solito si arriva alla fine in pochissimi giorni, se non il giorno
stesso dell’acquisto! Avevo altre letture per le mani, letture che richiedevano
un tempo minore per essere lette e per scrivere la recensione, ma mi ricordavo
sempre di leggere qualche capitolo de Il
patto dell’abate nero perché non riuscivo proprio a tenerlo in disparte,
dovevo sapere quale avventura aspettava Tigrinus e company.
Due tesori
tirano i personaggi nella trama del romanzo: il tesoro di Gilarus d’Orcania e
la Tavola di smeraldo e dall’avidità di possederli si sviluppano cinque scene
dove i personaggi hanno una parte da portare avanti. Quella che dà il via è
Bianca de’ Brancacci che apre il sipario con la conseguenza che deriva da anni
di repressione e maltrattamenti nei confronti del marito Teofilo Capponi che ha
degli affari loschi da portare avanti e non si cura affatto della moglie
trattandola come fosse una serva. Per tornare a respirare Bianca agisce con
stupidità perché tira in ballo un’altra persona addossandole la colpa di ciò
che fa lei. E usa questa persona, Tigrinus, per scoprire cos’era successo al
padre. Dal canto suo Tigrinus trova il lato positivo in questo e cioè il tesoro
di Gilarus d’Orcania sul quale potrebbe mettere le mani ed essere ripagato per
le fatiche. Ma non è semplice perché chi vuole mettere le mani su quel tesoro
ha orecchie ovunque. Chiamarlo thriller storico secondo me non è corretto,
perché non dev’essere classificato come thriller. All’epoca si agiva così,
anche oggi se è per questo, quindi dovrebbe essere tutto un thriller, ogni azione, ogni pensiero malvagio! All’epoca
le macchinazioni per raggiungere uno scopo erano all’ordine del giorno
soprattutto tra nobili, signori e ladri! Si facevano la guerra, ma alla fine
avevano la stessa indole! Tutti dovevano arrivare primi e dovevano arrivare
alla massima ricchezza per la fame di potere che avevano e che non si quietava
mai. Figure come Cosimo de’ Medici che agisce nell’ombra manovrando altre persone
come fosse un burattinaio per avere un libro considerato del diavolo. Come Angelo
Bruni, cugino di Bianca de’ Brancacci, che vuole rimpinguare le casse vuote della
sua ricchezza dopo aver perso tutto, ma la brama non fa ragionare e induce a
sbagliare più volte, a farsi raggirare addirittura da una donna (come al
solito) che come se fosse una strega, ammalia il malcapitato per girarlo al suo
volere, per difendere, forse, una terza persona alla quale essa è legata...mistero! Perché tutti pensano ai propri interessi senza pensare che tirare in mezzo
persone significa rovinare loro la vita! Il compare di Tigrinus intanto scopre
gli imbrogli di Simeone de Lunell un mercante ebreo decisamente ricco con il
quale il padre di Bianca prima e il marito della stessa poi, avevano preso
accordi. E Tigrinus scopre molto di più inseguendo il tesoro di Gilarus d’Orcania.
Naturalmente non posso svelare di più perché svanirebbe la voglia di leggere il
libro. Non allungo nemmeno perché non serve, secondo me, scrivere tanto
rischiando di non esser letti, dai lettori perché non vogliono scoprire troppo
prima di leggere il libro e da quelli che devono avvicinarsi alla lettura
perché sarebbe pesante per loro!
Leggere i
romanzi storici di Marcello Simoni è sempre un piacere perché la sua scrittura
è decisamente fluida e se pensate che tra le pagine si parla anche di dati
storici è un bene che sia scorrevole senza incorrere in pesanti intoppi che
provocherebbero al lettore un senso di oppressione. Si respira come sempre un'aria medievale che incanta il lettore e soprattutto il lettore che ama quel periodo storico. Nel caso alcuni abbiano il
timore di imbattersi in notizie storiche pensando di non uscirne fuori dico
loro che sono fuori strada perché grazie al salto di scene (ora si parla di
Bianca che deve difendersi a Firenze, ora di Tigrinus che si trova ad Alghero,
ora di Cosimo che agisce in stanze segrete del suo palazzo) con i diversi
personaggi protagonisti, il lettore non si accorgerà di andare avanti perché
sarà totalmente preso dalla lettura! E arriverà come sempre alla fine dolendosi
del fatto che una nuova avventura di Tigrinus sia già finita e si domanderà
quando potrà di nuovo leggere dell’abate nero o della tavola di smeraldo.
L’autore:
È nato a Comacchio nel 1975. Ex
archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi
storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per
oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I
diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton
Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai
confini del mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del famoso mercante;
L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro
2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia
dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni) e
i primi due capitoli della Secretum Saga (L’eredità dell’abate nero e Il patto
dell’abate nero). Nel 2018 Marcello Simoni ha vinto il Premio Ilcorsaronero.