sabato 9 dicembre 2017

La città delle streghe: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it








Autore: Luca Buggio
Editore: La Corte Editore
Pagine: 392
Genere: Thriller storico
Anno di Pubblicazione: 2017


Sinossi:
Agli inizi del 1700 la politica spregiudicata di Vittorio Amedeo II porta il Ducato di Savoia in guerra contro la Francia. Laura Chevalier, cresciuta vicino a Nizza, crede di essere al sicuro fuggendo a Torino, ma scopre che la capitale del Ducato non è una città come tutte le altre. Ci sono cose di cui non si può parlare se non sotto la protezione dei santi, perché l’Uomo del Crocicchio è
sempre a caccia di anime e potrebbe essere in ascolto.
Misteriose presenze si aggirano per le viequando scende la notte, e cadaveri mutilati vengono ritrovati la mattina seguente.
Lo sa bene Gustìn, un tempo monello di strada che si è fatto le ossa fra imbrogli, furti e truffe fino a diventare
una delle spie del Duca.
Disilluso e intraprendente, è l’uomo giusto per fare i lavori sporchi, ma anche per mettersi a caccia di banditi, streghe e serial killer. Le loro vite si sfiorano mentre la città siprepara a sostenere l’assedio che deciderà i destini della guerra e del Ducato, tremando per i segni diabolici, affidandosi ai presagi celesti.
“Avvertire la presenza di un angelo è come sentire il vento tutto intorno a te. Non riesci a vedere il vento, ma lo senti, e sai che è lì. Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli, questi spiriti illuminati sanno che l’anima nostra ha più valore che non tutto il mondo.”
Bernardo di Chiaravalle

Recensione:
Laura viveva felice a Villafranca con sua madre, dal passato tormentato, e il suo patrigno che le voleva un mondo di bene; niente sembrava poter scalfire la sua serenità…non aveva però fatto i conti col fatto che le trame di Re e Duchi, gli intrecci che muovono i fili del potere e le conseguenze della brama di dominio si ripercuotono tutte sul popolo.
Per questo è costretta a fare bagagli per scappare insieme ad altri verso Torino e qui dovrà rimboccarsi le maniche e fuggire i pericoli.
Gustìn un poverello che fino a poco tempo prima rubava per viveresi ritrova ad essere il braccio sinistro, visto che il destro è già occupato dal sordomuto Felice, del Conte Giovanni Battista Groppello al servizio del Duca di Savoia.
Due vite diverse che si incontrano per un attimo senza farci caso,ma che si tormentano in modi diversi per gli strani, misteriosi e stregoneschi fatti che accadono a Torino.
Omicidi, strani episodi che trovano spiegazione nella superstizione e nell’ignoranza.
Una storia sapientemente ambientata durante l’avanzata delle truppe francesi di Luigi XIV, il Re Sole, verso la Savoia e precisamente il territorio di Nizza, contro le truppe del Duca Vittorio Amedeo II. Lo scrittore si muove con maestria tra la storia e il mistero che caratterizzano Torino. Eventi inspiegabili, arcani, aleggiano sulla città allora come adesso con eventi e leggende tramandate nel tempo. Un’atmosfera perfetta che crea la giusta suspense e tiene il lettore incollato alle pagine.





Luca Buggio è nato a Torino, dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria, è anche scrittore,regista e attore teatrale. Ha esordito nel 2009 con La danza delle Marionette. Con La Città delle Streghe, primo romanzo per LA CORTE EDITORE, ci trasporta nella Torino del 1700, inun’atmosfera che sconfina tra il gotico e il thriller, facendocela vivere in tutta la sua magia.

A cura di Marianna Di Felice





                       Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 6 dicembre 2017

Intervista a Francesco Abate e Carlo Melis Costa


Intervista fatta per www.thrillernord.it







A tu per tu con gli autori


1) Paragonando la storia spagnola alla storia francese o inglese, la prima risulta essere più pesante forse per colpa delle troppe figure di rappresentanza, per la maggior parte incapaci, presenti all’interno dell’amministrazione spagnola. Perché la vostra scelta è caduta sulla dominazione spagnola?
Per due diversi motivi. Sotto un primo aspetto, perché ha rappresentato uno Stato relativamente moderno e ordinato che per secoli ha operato dalle Filippine all’Asia, dalle Americhe  all’Europa. Inoltre, la nostra terra , la Sardegna, dove si svolge la parte centrale del libro, è stato per quasi quattro secoli e mezzo  un vicereame strategico , importante come ponte verso l’Africa e verso l’Impero ottomano, oltre che come granaio , visti gli alti livelli di produzione. Inoltre, a nostro avviso, per molti aspetti, la vulgatadell’incapacità delle figure di responsabilità è frutto anche  di una damnatio memoriae successiva, di provenienza anglosassone e sabauda. In realtà era una società che possedeva forti elementi di modernità nelle scienze e nella cultura materiale.



2) Avete scritto che questo romanzo è un’opera di fantasia, ma pur si basa sulla storia della Spagna tra le Indie Occidentali, o Americhe meridionali, e i possedimenti spagnoli in Sardegna. Interessante sapere di questi ultimi visto che non si parla spesso  di questi se non in specifici libri di storia. Alla fine è una storia nella storia che, credo, possa essere positiva per far conoscere di più un posto bellissimo e a tratti sconosciuto nonché misterioso come la Sardegna. Non ritenete di poter far conoscere di più la vostra terra attraverso storie e leggende rinchiuse all’interno del vostro romanzo?
In realtà a noi interessava fare conoscere gli aspetti relazionanti della Sardegna. Cioè le osmosi culturali che hanno determinato i caratteri attuali della cultura sarda. Ciò che è entrato e ciò che è uscito, in altre parole. Il rischio di ogni cultura, tanto più di un’ Isola, è quello di avere una rappresentazione di sé autosufficiente. Siamo convinti che l’evoluzione delle persone e delle culture risieda nella qualità delle relazioni che riesce ad instaurare. Così il Corregidor svela aspetti della nostra storia che magari possono sfuggire al turista distratto e svelare nuove sfumature anche ai profondi conoscitori della nostra regione sinora meno notati.



3) La scrittura de “Il Corregidor” scorre decisamente bene per essere il primo romanzo storico di entrambi. Avete trovato uno spunto in qualche autore in particolare?
Probabilmente si è creata una felice alchimia, derivante da un dialogo non dialettico ma del tutto armonico e dal fatto che entrambi siamo lettori voraci e culturalmente vicini .



4) A quelle persone che son convinte che un romanzo storico sia niente di più di un libercolo e che non servano tante attenzioni per scriverne uno, cosa potete dire dopo la pubblicazione della vostra fatica?
Abbiamo voluto scrivere un’opera di fantasia , ma che fosse corretta nella descrizione dell’ambiente naturale, della cultura materiale, oltrechè degli avvenimenti storici. Ma abbiamo avuto da subito una ambizione: e cioè parlare di un’epoca per poter parlare della nostra. A parte i sentimenti dell’essere umano , che non mutano mai , altri elementi avvicinano il seicento spagnolo ai nostri giorni. Gli errori di una potenza egemone di livello planetario, il conflitto tra globale e locale , i movimenti dei popoli , la capacità o meno del potere di interpretare la società . Oltreché ovviamente, le sfide della economia e della modernizzazione .



5) Per poter scrivere un libro quanto è importante leggere?
Diremmo dirimente. Prima di essere scrittori siamo e continueremo sempre ad essere grandi lettori. Non riteniamo possibile essere scrittori decenti senza avere alle spalle delle solide letture. E questo non solo per avere un lessico ed una sintassi corretta ma anche per la necessità di confrontarsi con altre storie, altri mondi, altri stili. I grandi astrattisti hanno comunque alle spalle una capacità figurativa importante.



6) Conoscete il genere nordico? Apprezzate qualche autore in modo particolare?
Sicuramente conosciamo e apprezziamo i grandi maestri. Anzi, non  nascondiamo di aver subito l’influenza del loro stile ed essenziale, ma anche completo. Nel nostro caso la trappola dell’infiocchettamento gestuale o dell’ utilizzo di termini inutilmente datati era sicuramente presente. Abbiamo invece scelto la strada di una essenzialità e di una chiarezza descrittiva che sicuramente ha tratto ispirazione da quanto questi grandi romanzieri hanno lasciato, consciamente o inconsciamente, dentro di noi due come lettori . Nomi? Tanti, di sicuro Anne Holt, David Lagercrantz, Peter May, Camilla Lackberg, Jo Nesbo e ovviamente Stieg Larsson.
A cura di Marianna Di Felice



http://thrillernord.it/il-corregidor/
Link della recensione


Intervista fatta per www.thrillernord.it

sabato 2 dicembre 2017

Il Corregidor: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







                   Autore: Francesco Abate – Carlo A. Melis Costa
                                              Editore: Piemme
                                              Pagine: 432
                                     Genere: Romanzo storico
                                   Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi:
Cagliari, 1665. Dom Jorge Baxu ha attraversato tutto il mondo, dalla Galizia dov’è nato all’Africa sahariana dove ha visto la morte da vicino, prima di poggiare i piedi su quell’isola dimenticata daDio.
A portarlo in ogni angolo dell’Impero di Spagna, il suo ruolo di corregidor de hidalgos, un magistrato scelto per giudicare e, spesso, assolvere i nobili, più ammantando l’ingiustizia di equità che facendo vera giustizia.
Ma questa volta è diverso. A Cagliari, Baxu è stato chiamato da un funzionario preoccupato per la prematura scomparsa di nobili, barbaramente uccisi, in duello o attentato, senza movente né colpevole.
Quando, il giorno dopo il suo arrivo, quello stesso funzionario viene ritrovato assassinato, il corregidor comprende che questo caso non è come gli altri e che tutte le persone coinvolte, lui per primo, rischiano una morte orribile.
Non gli restano che un pugno di uomini e le poche parole pronunciate da una vittima prima di morire: bambino, libro, fuoco.
Dovrà farseli bastare. Maria Pilar, nata nella foresta che circonda una missione gesuita in Paraguay, è sempre stata una ragazzina sveglia. Secondo i missionari, sono le sue due anime, quella cristiana e quella guaranì, a renderla diversa. Forse per questo, prima di tutti gli altri comprende che qualcosa sta succedendo nella missione: un segreto portato da un generale della Corona, un bambino da nascondere, anche a costo della vita.
I destini di Jorge Baxu e Maria Pilar si intrecciano indissolubilmente sulla strada per risolvere il mistero e salvare altre vite innocenti. Insieme, l’uomo senza passato e la donna dai due nomi, fronteggeranno il più impensabile e crudele dei nemici.
La sua origine non so, poiché non l’ha, ma son che ogni origine da lei viene, anche se è notte.

Jorge Baxu, soldato che ha rischiato la propria vita nel deserto africano, diventa corregidor de hidalgos, un giudice per le azioni dei nobili, e si ritrova a indagare con il suo inseparabile amico Kalb, un moro cristianizzato, nella terra di Sardegna.
Una storia sordida fatta di macabre uccisioni di nobili che ha radici lontane e una scia di morti figli di nessuno che supera i confini del Vecchio Continente. Baxu durante le sue indagini incontra strani personaggi e raccoglie degli indizi non proprio chiari che parlano di un libro, una vergine, un vulcano, un fuoco e del temuto Capo delle mosche o Musca Muccedda, un orribile signore che sparge sangue e inquieta i bimbi non ubbidienti come fosse l’uomo nero.
Jorge Baxu porta avanti le ricerche con tenacia e fermezza, ma la sua freddezza viene ammorbidita dai verdi occhi di Maria Pilar, la giaguara nata nella foresta.
Però le violenze non si placano, la voglia di morte di misteriosi uomini neri dalle maschere bianche sembra non avere fine. Fino a quando…dovete leggere per forza il libro!
Nonostante la presenza di numerosi riferimenti alla storia spagnola che avrebbero potuto appesantire la lettura, il romanzo, invece, si rivela scorrevole e il lettore viene accompagnato dai due autori tra intrighi e misteri dai quali rimane incuriosito e affascinato. Un’altra nota positiva del libro è poi il misto tra storia e leggende della Sardegna, che fu colonia spagnola all’epoca di Filippo IV, il Re Pianeta, visto che di solito si parla solo dei possedimenti spagnoli nelle Americhe meridionali.
La trama tiene sull’attenti il lettore che da un momento all’altro potrebbe avvertire gli occhi dell’uomo nero puntati su di lui, coperti da una maschera bianca, e potrebbe sentire avvicinarsi il ronzio che annuncia l’arrivo della Mosca Muccedda!




Francesco Abate è nato a Cagliari nel 1964. Ha esordito con Mister Dabolina (Castelvecchi, 1998). Sono seguiti Il cattivo cronista (Il Maestrale, 2003), Ultima di campionato (Il Maestrale, 2004/ Frassinelli, 2006), Getsemani (Frassinelli, 2006) e I ragazzi di città (Il Maestrale, 2007). Con Einaudi ha pubblicato Mi fido di te (Stile libero, 2007 e Super ET, 2015), scritto a quattro mani con Massimo Carlotto, Così si dice (2008), Chiedo scusa (con Saverio Mastrofranco, Stile libero, 2010 e Super ET, 2012), Un posto anche per me (2013) e Mia madre e altre catastrofi (2016). È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi, 2014). Il corregidor è il suo primo romanzo storico. È giornalista de L’Unione Sarda.


Carlo A. Melis Costa nato a Cagliari nel 1960, è avvocato cassazionista. Già ricercatore del CNR, è stato amministratore pubblico e autore di diversi libri di carattere storico e giuridico. Ha studiato musica nel conservatorio di Cagliari e scultura e pittura con il maestro Sciola. Ha viaggiato molto per lavoro e per piacere. È sposato e ha due figli. Il corregidor è il suo primo romanzo.




                    
                       Recensione scritta per www.thrillernord.it

giovedì 23 novembre 2017

I guardiani della storia: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/i-guardiani-della-storia/




Autore: Elisabetta Cametti
Editore: Cairo editore
Pagine: 640
Genere: Giallo storico

Sinossi:
È bionda, combattiva, porta spesso tacchi alti, dorme quattro ore per notte e adora gli animali, soprattutto il suo bellissimo gatto nero, l’unico a dividere con lei l’appartamento londinese. È Katherine Sinclaire, direttore generale della 9Sense Publishing, una delle più potenti case editrici mondiali. Ancora per poco però, perché quell’impero sta per crollare. Convocata d’urgenza da Bruce Aron, l’amministratore delegato, Katherine si trova di fronte a una scena raccapricciante: Bruce si è sparato un colpo in testa. E prima di morire le ha lasciato una chiavetta usb con scritto “Fighter”, il nome con cui amava chiamarla.
È il primo di una serie di indizi sempre più inquietanti che da Londra condurranno Katherine al lago di Bolsena, in uno dei siti archeologici più misteriosi della storia. Accompagnata dall’enigmatico Jethro Blake, Katherine si ritroverà nelle viscere della Terra, al centro di un cerimoniale oscuro appartenuto a una delle civiltà più affascinanti mai esistite: gli etruschi.

Ma che cosa lega la 9Sense Publishing a quel sito inesplorato?
Qual era il segreto di Bruce?
E quale terribile sacrificio sta per essere compiuto?
“Era nelle viscere della Terra, in una stanza segreta scavata millenni prima. Stava inseguendo una verità che forse non avrebbe mai scoperto, accompagnata da un assassino sanguinario. L’istinto, il senso innato della giustizia, lo spirito di sopravvivenza si mescolavano nelle sue vene e la guidavano come una mano invisibile.”

Recensione:
Katherine Sinclaire, direttore generale della 9Sense Publishing, una grande casa editrice che si occupa di libri d’arte, di storia dell’arte e che finanzia scavi archeologici, è una persona ferrea alla quale interessa solo il suo lavoro. Ma la sua routine quotidiana sta per subire dei notevoli cambiamenti.
L’incontro con Jethro Blake, fratello di Jeremiah Blake, uno degli amministratori della 9Sense, e il lascito di Bruce Aron, capo dell’azienda, segneranno per Katherine l’inizio di una nuova avventura fatta di scoperte e dolore, di violenze e di riti oscuri tramandati nel tempo.
Dall’Inghilterra lei e Jethro si sposteranno in Italia, sull’isola Bisentina, per seguire misteriosi cerimoniali etruschi.
Tra mille peripezie e sofferenze, Katherine vive davvero la sua vita, che fino a qualche giorno prima era costretta tra le mura dell’azienda e quelle di casa. E poi conosce meglio Jethro, che scopre essere un uomo premuroso come pochi ce ne sono.

Ma questa avventura le permetterà anche di approfondire la conoscenza delle persone che la affiancano in azienda e purtroppo riceverà delle delusioni che le faranno davvero male.
Inoltre Katherine riuscirà a vedere un episodio passato…ma per scoprirlo dovete leggere il libro!
La scrittura fluida dell’autrice accompagna il lettore nell’avventura etrusca senza stancarlo mai e aumentando la sua attenzione nella descrizione dei colpi di scena (che non sono pochi)!

Le relazioni tra i vari personaggi sono ben costruite e non causano alcuna confusione, anzi, si riesce a ricordare tutto ciò che accade.
Mi è piaciuto il fatto che vengano rivelati i pensieri dei vari personaggi, soprattutto quelli di Katherine, perché in questo modo è come se il lettore si immedesimasse in modo completo con il personaggio!
A questo punto direi…buona lettura!
 




Elisabetta Cametti, classe 1970, con una laurea in Economia e Commercio in Bocconi, da vent’anni si occupa di editoria, prima come Direttore Generale di DeAgostini e ora a Londra nel gruppo internazionale Eaglemoss. Caino è il secondo romanzo della Serie 29, inaugurata dal successo de Il regista (Cairo 2015). Nel 2013 ha pubblicato K – I guardiani della storia, il suo thriller di esordio e bestseller internazionale. K – Nel mare del tempo, secondo romanzo della Saga di K, è stato pubblicato nel 2014. La stampa l’ha definita “la signora del thriller italiano” e la sua protagonista Katherine Sinclaire è stata battezzata “il contraltare femminile di Robert Langdon, l’eroe dei romanzi di Dan Brown”. Elisabetta è ospite fissa su Canale 5, nel programma Mattino Cinque, come opinionista sui casi di cronaca. Ed è responsabile della rubrica “Giallo&Nero” del settimanale Nuovo. I suoi libri sono stati pubblicati in 12 paesi.





Recensione scritta per www.thrillernord.it 


sabato 11 novembre 2017

Alibi di ferro: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/alibi-di-ferro/




Autore: Tami Hoag
Traduttore: Sara Galli – Emanuela Mascolo
Editore: Newton Compton
Pagine: 476
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi:
C’è un terribile assassino, noto come “il Crematore”, che esegue oscuri rituali in un bosco nei pressi di Minneapolis. La cerimonia è sempre la stessa: prima unge le sue vittime, poi dà fuoco ai corpi. Ha già spezzato tre vite, e non si fermerà qui.
Una donna è sopravvissuta all’ultima carneficina, ma nessuno riesce a farla parlare. Tanto che Kate Conlan, l’agente dell’FBI incaricata del caso, fatica a capire se la testimone sia una potenziale vittima o sia coinvolta in maniera molto più inquietante.
I superiori le stanno addosso perché la prossima vittima potrebbe essere la figlia di Peter Bondurant, un miliardario molto potente. E proprio a causa delle pressioni del facoltoso imprenditore viene convocato l’agente speciale John Quinn.
Ma nonostante sia uno tra i più brillanti profiler di serial killer dell’FBI, John è anche l’ultima persona con cui Kate desidera lavorare, dopo la fine della loro relazione.
Non è soltanto il caso più difficile della sua carriera: Kate è anche l’unica in grado di fermare il killer…

Recensione:
Un mostro uccide e dà fuoco alle vittime lasciando che le fiamme in movimento illuminino il suo volto nascosto, e magari il suo sorriso soddisfatto per l’odore della carne bruciata.
La polizia di Minneapolis rimane disgustata davanti a ciò che ritrova il giorno dopo. Le indagini prendono il via con la presunta morte di una giovane donna appartenente ad una famiglia facoltosa.
Ma il fuoco non può bruciare il marcio che c’è sotto e che John Quinn, agente dell’FBI, cerca di scoprire piano piano iniziando col pulire la cenere in superficie.
Kate Conlan, ex agente dell’FBI, e, da quando ha dovuto rivoluzionare la sua vita, avvocato dal temperamento risoluto, prende a cuore le sorti della testimone che ha intravisto il Crematore mentre bruciava una delle sue vittime.
Può un uomo ridursi ad essere un serial killer sulla base di ciò che è successo nella sua vita?
Perché far soffrire persone che cercavano di vivere annaspando pur di non affogare nella loro misera e dolorosa vita?
Per John Quinn non ci sono giustificazioni per le azioni dal serial killer. Qualsiasi persona soffre nella vita e non è giustificata a far del male ad un altro essere umano.
I demoni dei protagonisti della storia guidano il loro comportamento portandoli all’esasperazione o alla salvezza.
La storia è sapientemente costruita e conduce il lettore nei meandri del Palazzo di Giustizia e della centrale di Polizia seguendo le indagini di poliziotti e avvocati. Si cerca di entrare nella mente del Crematore, provando a immaginare i suoi pensieri, in modo da arrivare a prenderlo prima che uccida ancora…ma non sempre si arriva in tempo. Leggiamo delle vittime vissute ai margini della società, molte delle quali avevano bisogno di quell’affetto che non hanno mai ricevuto.
Non c’è posto per la noia in questo libro. La suspense aumenta dalla seconda metà del romanzo in poi perché prima viene dato molto spazio alle indagini.
L’unica pecca, per me, è leggere nella traduzione “la sindaca” che, a mio parere, rimane una definizione sgradevole sia da pronunciare che da leggere.
Buona lettura…riuscirete a capire chi è il serial killer che si nasconde nell’ombra?






Tami Hoag. Vive in Florida ed è autrice di decine di bestseller. I suoi romanzi sono tradotti in più di 30 Paesi e hanno venduto 40 milioni di copie in tutto il mondo. Con la Newton Compton ha pubblicato La ragazza N°9, Indizio N°1, Vittima senza nome e Alibi di ferro.






Recensione scritta per www.thrillernord.it



giovedì 9 novembre 2017

Il tempo per uccidere: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/il-tempo-per-uccidere/



Autore: Robert Dugoni
Traduttore: Roberta Marasco
Editore: AmazonCrossing
Pagine: 442
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2016


Sinossi

La detective della Omicidi Tracy Crosswhite è tornata al lavoro dopo la sensazionale riapertura del processo all’assassino di sua sorella. Ancora segnata da quella vicenda, Tracy viene trascinata in un’indagine che rischia di mettere fine alla sua carriera, se non alla sua vita. Un serial killer soprannominato il Cowboy sta infatti uccidendo giovani ballerine in squallidi motel nella zona nord di Seattle. Nonostante un messaggio minaccioso lasci intendere che l’assassino, o l’imitatore, potrebbe mirare anche a lei, Tracy viene incaricata di guidare la task force e di consegnarlo alla giustizia. Gli indizi sono scarsi e le vittime si susseguono, fino a quando Tracy si rende conto che forse la chiave per la soluzione del caso si trova in un’indagine che risale a quasi dieci anni prima e che qualcuno, fra cui il suo capitano, Johnny Nolasco, preferirebbe non riportare alla luce. Ma il Cowboy è deciso a continuare a uccidere. Tracy riuscirà a trovare le prove per fermarlo? O diventerà la sua prossima vittima?
Con gli psicopatici non c’è medicazione che valga.
Non c’è trattamento.
Non c’è cura.
Esistono solo le prigioni.
Jeni Gregory, assistente sociale clinica.


Recensione
Tracy Crosswhite, tornata da Cedar Grove dove finalmente ha messo la parola fine alla vicenda riguardante la scomparsa della sorella con l’arresto dell’assassino, non riesce a riposarsi, se non per poco tempo, perché un serial killer decide di scuotere Seattle!
Con la mente sempre rivolta a Sarah, deve catturare l’assassino di alcune spogliarelliste osteggiata dall’antipatia che il suo capo Johnny Nolasco prova per lei per una storia vecchia venti anni.

Ma Tracy ha una forte tempra e la sua determinazione la guida dove il suo intuito la conduce.
Le indagini però si rivelano particolarmente complicate e lunghe: il killer è davvero bravo a sfuggire. Per questo i media iniziano a sminuire il lavoro del dipartimento, e, come se non bastasse, c’è una giornalista che viene informata di tutto da una spia all’interno della polizia di Seattle.

Non è tutto: Tracy viene seguita da qualcuno che la osserva. Sarà talmente vicina alla risoluzione del caso da essere d’intralcio?
Perché il Cowboy (soprannome del serial killer) uccide le spogliarelliste e pedina Tracy? È davvero lui che la segue?
La detective prosegue le indagini anche quando Nolasco le toglie la direzione della task force e la scorta che le avevano assegnato e…

Non posso raccontare tutto anche se viene spontaneo farlo per la voglia di tornare tra le pagine del libro e per rivivere la sapiente trepidazione che l’autore fa vivere al lettore.
Tornare a leggere di Tracy Crosswhite è decisamente piacevole perché la scrittura di Dugoni non stanca e mantiene il lettore sempre in tensione. Una tensione perfetta, che non annoia e non esaspera chi legge, ma che conduce velocemente (purtroppo) alla fine della storia. Sì, perché non si riesce tanto facilmente a lasciare la lettura senza pensare a cosa succederà nelle pagine successive. Davvero avvincente!







Robert Dugoni. Scrittore diventato avvocato o avvocato diventato scrittore, Robert Dugoni è considerato dalla critica letteraria americana il legittimo erede di Scott Turow e John Grisham, i grandi maestri fondatori del legal thriller contemporaneo. Con il personaggio di Tracy Crosswhite, primo detective donna alla Omicidi nello stato di Washington, Dugoni ha esordito negli Stati Uniti nel novembre del 2014, scalando subito le classifiche dei più venduti e insieme ottenendo lusinghiere recensioni, come quella del “Library Journal” in cui si legge: “Dugoni continua a offrirci storie emozionanti, ricche di suspense e angoscianti, con personaggi intensi, che gli amanti del genere non dimenticheranno facilmente.




Recensione scritta per www.thrillernord.it

domenica 29 ottobre 2017

Non ho paura del buio: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






http://thrillernord.it/non-ho-paura-del-buio/




Autore: Robert Dugoni
Traduttore: Roberta Marasco
Editore: AmazonCrossing
Pagine: 450
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017



Sinossi:
Da vent’anni Tracy Crosswhite cerca di scoprire chi abbia veramente rapito e ucciso Sarah, l’adorata sorella minore. Non è mai stata convinta che il colpevole fosse Edmund House, lo stupratore finito in carcere per l’omicidio.
Tracy, diventata detective della Squadra Omicidi di Seattle, dedica la propria vita a dare la caccia agli assassini e quando i resti di Sarah vengono scoperti nei pressi della cittadina in cui sono cresciute, sui monti Cascade nello Stato di Washington, capisce che quella è l’ultima occasione per trovare risposta alle sue angoscianti domande. E nella vertiginosa ricerca del vero colpevole, farà riemergere oscuri e minacciosi segreti sepolti da tempo che cambieranno per sempre la sua relazione con il passato, con la sua famiglia e con la sua stessa vita. Ma al termine di una ininterrotta sequenza di colpi di scena, davanti a lei si spalancherà la porta su un destino di morte. O di amore.
Non
Non ho
Non ho paura
Non ho paura del buio



Recensione:
Il detective della squadra Omicidi di Seattle, Tracy Crosswhite, è impegnata nelle indagini sull’omicidio di una spogliarellista, quando il passato torna a bussare alla sua porta con il ritrovamento del corpo della sorella, Sarah, scomparsa vent’anni prima a Cedar Grove, dove vivevano felici con i loro genitori. A quel tempo era stato trovato un colpevole, ma troppi punti oscuri facevano pensare che la verità fosse lontana.
Grazie a Dan O’Learly, avvocato tornato a Cedar Grove e amico d’infanzia di Tracy e Sarah, il verdetto del processo di tanti anni prima verrà messo in dubbio e si cercherà di fare chiarezza.
Tracy e Dan, infatti, non si faranno fermare da nulla e andranno fino in fondo pur di conoscere la verità su quanto accaduto a Sarah, resistendo a intimidazioni verbali e reali.
Quella che Tracy si troverà davanti, sarà però una verità sconvolgente che colpevolizza, apparentemente, più di una persona e sembra coprire un certo lassismo delle indagini scagionando colui che era stato additato come colpevole. Ma continuando a scavare, i risvolti saranno ancora più scioccanti.
A volte, per non far soffrire le persone, si compiono dei sacrifici e si nasconde la realtà dei fatti con bugie e omissioni. È quello che accade in “Non ho paura del buio” in cui per non destabilizzare le persone vicine alla vittima e l’intera cittadina che a fatica cerca di riprendersi dalla tragica scomparsa di Sarah, molte cose vengono taciute.
Lo svolgimento dei fatti è intenso e non lascia respiro al lettore che non vede l’ora di arrivare alla fine per scoprire la verità insieme alla detective Crosswhite. La scrittura è fluente e non è mai pesante.
Le scene appaiono davanti agli occhi del lettore in modo nitido come se le guardasse in tv, anzi meglio, tanto che sembra di sentire il fiato dell’assassino sul collo.
All’inizio sembra che il colpevole sia qualcuno di insospettabile, ma alla fine ci si rende conto dell’evidenza dei fatti.
Complimenti allo scrittore e buona lettura!




Robert Dugoni. Scrittore diventato avvocato o avvocato diventato scrittore, Robert Dugoni è considerato dalla critica letteraria americana il legittimo erede di Scott Turow e John Grisham, i grandi maestri fondatori del legal thriller contemporaneo. Con il personaggio di Tracy Crosswhite, primo detective donna alla Omicidi nello stato di Washington, Dugoni ha esordito negli Stati Uniti nel novembre del 2014, scalando subito le classifiche dei più venduti e insieme ottenendo lusinghiere recensioni, come quella del “Library Journal” in cui si legge: “Dugoni continua a offrirci storie emozionanti, ricche di suspense e angoscianti, con personaggi intensi, che gli amanti del genere non dimenticheranno facilmente.




Recensione scritta per www.thrillernord.it






giovedì 19 ottobre 2017

L'isola dei cadaveri: recensione


Recensione scritta per www.thrillernord.it




http://thrillernord.it/lisola-dei-cadaveri/


Autore: Ann Cleeves
Traduttore: A. D. Alberto
Editore: Newton Compton
Pagine: 330
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi
A Whalsay, una piccola isola delle Shetland, nel mare del nord, in cui si alternano lunghi mesi di buio e mesi in cui il sole splende anche a mezzanotte, vive una comunità chiusa e gelosa dei propri segreti. Quando una giovane archeologa, nel corso di uno scavo, rinviene dei resti umani, gli abitanti sono sconvolti: si tratta di reperti antichi o della prova di un crimine più recente? Poco tempo dopo il ritrovamento, nel cuore della notte, un’anziana signora viene uccisa in casa sua. A indagare sul caso è l’ispettore Jimmy Perez. Il paesaggio desolato e la dura vita di mare però hanno reso gli abitanti dell’isola sospettosi e riservati, e per l’ispettore si rivela molto difficile ottenere informazioni. Scavando nella vita della vittima, una donna solitaria e orgogliosa, Perez scopre una faida tra famiglie che va avanti da generazioni. Mentre una fitta nebbia annuncia l’arrivo della primavera, Jimmy deve portare alla luce segreti rimasti sepolti per troppo tempo, se vuole impedire all’assassino di uccidere ancora.


Recensione
Nell’isola di Whalsay, che fa parte dell’arcipelago delle Shetland (appartenente alla Scozia), una comunità di pescatori e agricoltori vive tranquilla, tra duro lavoro e relax serale davanti a delle pinte di birra.
L’atmosfera serena viene però interrotta dal ritrovamento di alcune ossa umane da parte di due universitarie durante gli scavi nella proprietà di Mima Wilson.
Da questo momento vecchie questioni, spazzate via dal vento del nord e nascoste dalla terra umida, tornano a galla e destano l’attenzione di qualcuno che ha dei segreti da nascondere e deve coprire i suoi misfatti. Meglio zittire chi potrebbe far luce sulla vicenda e rischiare di mandare in fumo tutto ciò che è stato costruito con silenzi, inganni e omicidi.
L’ispettore Perez, con il suo collega Sandy Wilson, inesperto e coinvolto, indaga sempre più a fondo scavando nella storia delle famiglie dell’isola fino a trovare la causa che lega le due recenti morti…
Il thriller è decisamente coinvolgente e porta il lettore su quell’isola dove di notte la vista si perde tra le migliaia di stelle e di giorno nel Mare del Nord, dove l’odore dell’acqua salmastra penetra nelle narici e una sottile nebbiolina imperla i capelli.
Con una scrittura decisa, si viene guidati nella storia, affiancando l’assassino senza notarlo, se non verso la fine.
Tra fiumi di birra e whisky, tra legami algidi (tipicamente inglesi) e apparenze che nascondono veri sentimenti, tra segreti e omicidi, gli abitanti delle Shetland aspettano di raccontarvi la loro storia, e a me non rimane che augurarvi una buona lettura!







Ann Cleeves vive nel West Yorkshire con il marito e i due figli. Come membro della Murder Squad, Ann collabora con altri scrittori per promuovere la crime fiction. È autrice di moltissimi thriller e del ciclo di romanzi incentrati sulle indagini dell’ispettore Perez (la Newton Compton ha pubblicato in Italia La maledizione del corvo nero e Gli occhi della notte), a cui è ispirata la serie TV Shetland. Ha vinto il prestigioso Premio Duncan Lawrie Dagger come miglior thriller dell’anno.





Recensione scritta per www.thrillernord.it



domenica 15 ottobre 2017

Tempo da elfi: recensione





Autore: Francesco Guccini – Loriano Macchiavelli
Editore: Giunti
Pagine: 312
Genere: Giallo
Anno di Pubblicazione: 2017




Due spari nel bosco. Le impronte di un lupo. Una ragazza selvatica. Nemmeno in montagna si può mai stare tranquilli… 




Sinossi:


Le stagioni si avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le due caserme - dei Carabinieri e della Forestale - che invano vigilano sulla trattoria-bar di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale...
Eppure ultimamente qualcosa sta cambiando. In paese compaiono ragazzi e ragazze dagli abiti colorati, calzano sandali di cuoio intrecciati a mano e vendono i prodotti del bosco e della pastorizia: sono gli Elfi, che vivono in piccole comunità isolate sulla montagna, senza elettricità, praticando il baratto e ospitando chiunque bussi alla loro porta senza porre domande.
Forse potranno essere loro a prendersi cura del territorio appenninico, sempre più trascurato e spopolato, mentre sul corpo della Forestale incombe il destino di venire assorbito nell'Arma dei Carabinieri?
Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della Forestale, non fa in tempo a immalinconirsi con questi pensieri che ecco, nell'aria risuonano due spari proprio quando nemmeno i cacciatori avrebbero licenza di esploderli. E di lì a poco, ai piedi di un dirupo viene trovato un cadavere: proprio un giovane elfo, si direbbe.
Inizia per Poiana l'indagine più difficile della sua carriera. Perché potrebbe essere l'ultima, ma non solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà ammettere che l'intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco...










Recensione:


Non si può raccontare questo libro con parole e pensieri superficiali perché si occupa di argomenti con risvolti attuali e per certi versi complessi.
In un’epoca di mode e di cambiamenti dove molti credono di ritrovare la natura e vivere nei borghi abbandonati, e pochi lo fanno davvero, e dove un corpo che controllava le zone montane dei parchi viene smantellato, va avanti la vita di paesani e gendarmi.
Il Corpo Forestale conduce una vita tranquilla con normali controlli nei borghi montani occupati da elfi, che sono i cosiddetti hippy o figli dei fiori che vivono in case quasi spoglie e arredate alla bell’è meglio, che si lavano nei ruscelli, che lavorano a mano delle cose da vendere in paese o che cantano per racimolare spiccioli per mangiare.
Gli hippy sono persone che rifiutano e sono contrari ai consumi delle masse ma alla fine di soldi hanno bisogno!
I Forestali li controllano per evitare che i loro comportamenti anticonformisti non siano contrari al buon costume e soprattutto controllano che non si faccia largo uso di droghe!
Naturalmente la divisa (qualunque essa sia) è malvista da quelle parti proprio perché la stessa limita la loro vita libera. Il problema è che vogliono vivere liberi in un Paese che ha delle leggi…scritte almeno!
Occupano case che sono abbandonate dai proprietari che si sono trasferiti a vivere in città o che hanno finito la loro vita lì senza eredi. La difficile vita che iniziano gli elfi è la stessa che hanno vissuto i precedenti abitanti prima che il progresso li isolasse e li costringesse a seguire una vita cittadina per non morire di stenti.

Nei vari borghi vicino Casedisopra gli elfi stanno organizzando i preparativi de La festa dell’arcobaleno e nel mentre accade un omicidio!
Per Marco Gherardini, ispettore della Forestale, inizia un inseguimento all’assassino.
Incontra varie difficoltà nelle sue indagini, sia reticenze da parte degli elfi sia dai suoi superiori che cercano di coprire il fattaccio accaduto in mezzo al bosco, sotto un dirupo.
Scoprirà che c’è un’operazione in atto per la quale non è importante un omicidio che volevano quasi coprire per il bene di un’attività più importante che alla fine era legata all’assassinio!
Questo caso, il trattamento ricevuto, il legame nato all’improvviso con una giovane elfa e il passaggio, che sarà reso presto reale, all’arma dei Carabinieri fanno riflettere Marco, detto Poiana da tutti, sul proseguimento della sua vita, sulla possibilità di vivere fuori (ma non troppo) da Casedisopra in una cascina con dei servizi (ai quali non può rinunciare).
Leggere questo libro è un piacere per la semplicità e la chiarezza della scrittura. Il lettore sente la frustrazione dell’ispettore che corre contro il tempo e contro i suoi superiori dai quali viene ostacolato; la delusione di finire nell’Arma nella quale non si sente ciò che davvero è…un Forestale; la bellezza dei posti che attraversa con lo zaino in spalla rimanendo a contatto con la natura regalando agli occhi un bel panorama di giorno e un panorama fantastico di notte senza inquinamento luminoso (che magari possono capire solo le persone che conoscono davvero la montagna e non quelle che usano la macchina fino a dove possono andare) che trasmette felicità!
Molti sono tornati alla terra abbandonando i posti di lavoro attraverso i quali si sentivano oppressi, ma stare a contatto con la natura e rispettarla davvero significa fare sacrifici e si fanno solo con la volontà di farli e non per moda!



Gli autori:
Loriano Macchiavelli
, bolognese, è un maestro riconosciuto del noir italiano e il creatore di Sarti Antonio, uno dei più popolari poliziotti della nostra narrativa. Ha all'attivo più di trenta romanzi, oltre a opere teatrali e sceneggiature per il cinema e la tv.

Francesco Guccini è nato a Mo­dena nel 1940. Cantautore-poeta e scrittore di assoluta originalità, è un mito per generazioni di italiani. Esordisce nel 1989 con Cròniche Epafániche per pubblicare poi: Vacca d’un cane (1993), Racconti d’inverno (1993; con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi), La legge del bar e altre comiche (1996), Cittanòva blues (2003), Icaro (2008), i due volumi del Dizionario delle cose perdute (2012 e 2014), e Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (2015) che – così come il disco L’ultima Thule con cui ha concluso la sua carriera musicale – hanno avuto uno straordinario successo di pubblico.

sabato 14 ottobre 2017

Il ponte dei delitti: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it





http://thrillernord.it/il-ponte-dei-delitti/




Autore: Philip Gwynne Jones
Traduttore: M. Bisanti
Editore: Newton Compton
Pagine: 319
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017

Sinossi
Un antico libro di preghiere. Un patto misterioso. Una città piena di ombre. Nathan Sutherland, console inglese a Venezia, ha il compito di risolvere i problemi dei suoi connazionali in visita nella città lagunare. Un lavoro di solito noioso, ripetitivo, almeno fino a quando a Nathan non capita un’occasione singolare: gli viene offerta una grossa somma di denaro per custodire un piccolo pacchetto. All’interno è contenuto un libro di preghiere illustrato dal maestro veneziano Giovanni Bellini. La proposta è allettante, per Nathan può voler dire cambiare vita e dedicarsi ai suoi passatempi preferiti. Ma suo malgrado si troverà al centro di una disputa pericolosa, un business mortale, iniziato vent’anni prima dai gemelli Domenico e Angelo Moro, che ruota intorna un furto misterioso…


Recensione
Si può mettere a repentaglio la vita per un gioco?
Certi ricchi non pensano alle conseguenze, a loro piace divertirsi e interessa vincere, come se stessero giocando una partita a scacchi e buttassero giù una pedina, senza nessuna preoccupazione.

L’autore guida il lettore nella storia senza perdersi in particolari noiosi; la sua scrittura è stringata, ma non troppo, e descrive ciò che è necessario per capire cosa sta accadendo al protagonista.
Alla descrizione degli avvenimenti seguono un po’ di informazioni sull’arte, tra una pagina e l’altra, rivolte a chi segue la storia per dare più informazioni e dissipare eventuali nebulose riguardo l’argomento.
Poi ecco che la suspence cresce e tiene in tensione il lettore, la cui attenzione rimane sempre costante, perché non viene mai disturbato e appesantito nella lettura da troppe nozioni.
Perfetta la città scelta per il thriller, perché Venezia rende ancora più enigmatica l’intera storia, grazie alle sue ombrose calli o alle sue opere artistiche che possono ingannare la vista e far apparire le cose diverse da come sono realmente.




Philip Gwynne Jones, è nato nel Galles del Sud nel 1966. Ha vissuto e lavorato in diversi Paesi europei prima di stabilirsi in Scozia nel 1990. È venuto in Italia per la prima volta nel 1994, lavorando per qualche tempo presso la sede di Frascati dell’Agenzia Spaziale Europea. Oggi è insegnante, scrittore e traduttore, e vive a Venezia.




Recensione scritta per www.thrillernord.it 

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