domenica 30 settembre 2018

Promessa di sangue: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







AutoreMark Pryor

Traduzione: Barbara Cinelli
Editore: Time Crime
Genere: Thriller
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2018


 
 

Sinossi. Hugo Marston, capo della sicurezza dell’ambasciata americana, è incaricato di proteggere Charles Lake, senatore in missione a Parigi per una delicata controversia tra Francia e Stati Uniti. I colloqui, tenuti in un castello di campagna, sembrano destinati a interrompersi quando qualcuno si introduce nella stanza di Lake per sottrargli importanti documenti. Hugo e il detective Raul Garcia indagano sul furto, ma ben presto i dossier rubati diventano l’ultimo dei loro problemi. Il rinvenimento di alcune impronte digitali, infatti, suggeriscono un inaspettato e preoccupante collegamento tra questo caso e una rapina-omicidio avvenuta nei pressi di Troyes. E a complicare ulteriormente le cose c’è anche la scomparsa di un antico forziere contenente una misteriosa lettera della fine del XVIII secolo firmata col sangue, una sorta di promessa che sembra tramandare un segreto, vecchio almeno duecento anni, ma ancora in grado di incidere sul presente…


Recensione

In questo romanzo confluiscono vari generi letterari. Il thriller, per la suspense che il lettore prova dalla metà in poi; il romanzo politico, perché alcuni personaggi sono senatori e ambasciatori che muovono le redini di delicate operazioni tra due nazioni, la Francia e gli Stati Uniti d’America; il giallo, per la descrizione dei misfatti e di chi è coinvolto; il mistero, perché la causa che dà origine al tutto si cela nell’ombra della Storia, altro genere letterario presente nel romanzo, per le origini della trama che risalgono al 1795.
Può sembrare che il romanzo parta lentamente, ma effettivamente deve dare un’infarinata della storia quindi non può partire senza preamboli. Visto che di mezzo c’è una negoziazione, è naturale che siano descritti gli incontri istituzionali e le cene alle quali devono partecipare i personaggi che sono nella politica.
Ma poi si entra nel vivo del trhiller e da lì il lettore segue le veloci vicissitudini che impegnano i personaggi che sono avvezzi all’azione, anche se la trama rimane intricata e gli avvenimenti sono come piccoli ingranaggi di un meccanismo più grande. La Francia nel 1795 si è macchiata di rosso, il rosso del sangue con il quale alcuni credevano di sconfiggere gli stenti del popolo e il potere del Primo e Secondo stato, ma in realtà si è resa colpevole di numerose esecuzioni, dalle quali qualcuno è riuscito a fuggire grazie alla volontà di alcuni francesi e americani.
Dunque esiste un intreccio tra le due nazioni nella storia del romanzo che si riversa in un unico personaggio rimasto all’oscuro del passato della propria famiglia e che resta sorpreso, in maniera negativa, apprendendo la notizia. Sulla scacchiera ci sono personaggi di un certo livello che si muovono come fossero pedine di un gioco più potente di loro, che rimarranno segnati dalle conseguenze dello stesso.
Un gioco iniziato per avidità, portato avanti attraverso il ricatto e finito con degli omicidi. Il lettore si trova davanti alla freddezza di alcuni protagonisti che per raggiungere i propri scopi non ci pensano due volte a eliminare personaggi scomodi, anche chi fa solo il proprio lavoro.
In quest’ultimo caso il lettore si emoziona, perché il personaggio è legato a due protagonisti, Tom e Hugo, e la descrizione del loro legame si riesce a sentire tramite la scrittura, tanto da colpire profondamente il lettore più sensibile. I due personaggi citati sono intelligenti e scaltri, stemperano situazioni tese con le loro battute, facendo rilassare il lettore tra un’azione pericolosa e l’altra, ma provocano anche condizioni rischiose, o comunque ci si ritrovano.
Insieme a loro c’è anche Camille Lerens, donna pratica e simpatica, che ha una storia di vita decisamente attuale perché è una transgender che lavora per la polizia francese. Quando si entra nel vivo del romanzo il lettore trattiene il respiro mentre i personaggi cercano di venire a capo di una situazione difficile che potrebbe compromettere l’equilibrio già precario delle nazioni in gioco.
Nel frattempo il mistero che dura secoli viene svelato lentamente, liberando il lettore dai dubbi e dalle domande che si era posto fino a quel punto e guidandolo alla soluzione del caso non senza colpi di scena!



Mark Pryor


Mark Pryor nato e cresciuto nell’Hertfordshire, ha esordito come reporter in Inghilterra e oggi lavora ad Austin, Texas, come pubblico ministero presso la procura distrettuale della contea di Travis. Fondatore di D.A. Confidential – uno dei maggiori blog sul crimine negli USA – ha conquistato pubblico e critica con la sua serie di thriller aventi come protagonista Hugo Marston, capo della sicurezza dell’ambasciata americana a Parigi. Di questa serie, nella collana Timecrime, Fanucci Editore ha già pubblicato Il libraio di Parigi (2013), Il mistero della cripta sepolta (2014) e Promessa di sangue (2018).


A cura di Marianna Di Felice 





Recensione scritta per www.thrillernord.it

giovedì 13 settembre 2018

Il sorriso di Jackrabbit. Un'indagine di Hap & Leonard: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it








AutoreJoe R. Lansdale

Traduzione: Luca Briasco
Editore: Einaudi
Genere: Giallo
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2018




Sinossi.  Nel giorno delle nozze con la sua amata Brett, mentre arrostisce hot dog per gli ospiti, Hap si vede piombare nel giardino di casa due pentecostali da manuale. Il ragazzo, tatuato, indossa un paio di jeans neri e una maglietta con lo slogan: «Bianco è giusto». La donna porta i capelli raccolti in una crocchia cosí alta da poterci nascondere dentro un frullatore. Sono la madre e il fratello della giovane Jackie Mulhaney, detta Jackrabbit, che da qualche mese sembra scomparsa nel nulla. Nessuno, tantomeno la polizia, vuole cercarla. Gli unici a raccogliere la sfida sono Hap e Leonard, senza immaginare che l’indagine arriverà a condurli nelle stanze segrete di una setta capace di adorare fantomatici uomini lucertola. E di infrangere senza rimorsi il quinto comandamento.


Recensione

Il sorriso di Jackrabbit è un giallo che narra la scomparsa di Jackie Mulhaney, una ragazza alquanto estroversa, soprattutto con gli uomini, e anticonvenzionale; un giallo che ha toni rigidi per certi argomenti trattati e toni comici che smussano dialoghi seri.
A volte sembra di leggere un duo comico che però sa fare il suo mestiere e cioè investigare anche in ambienti ostici! In certi paesi il diverso colore della pelle non è ancora accettato e questo fa nascere gruppi estremisti che rifiutano totalmente di intrattenersi anche solo a parlare con uomini di colore e gruppi che accettano di parlare con loro, di mangiare nello stesso locale, ma non accettano che si mischino in relazioni con i cosiddetti bianchi.
Ci sono anche persone che vivono tranquillamente senza pensare alle differenze e persone che per dimostrare la stupidità o come forma di ribellione si uniscono ad alcuni uomini di colore. Naturalmente Jackrabbit è una di queste! Si può capire come sia difficile per Leonard investigare insieme al suo amico Hap in un ambiente che non lo accetta o comunque lo tiene d’occhio perché lui è un uomo di colore.
Ma a Leonard poco importa di questa gente e attacca chiunque con ironia pungente ricevendo, naturalmente, l’appoggio di Hap! Il duo incontrerà oltre a religiosi estremisti che interpretano la Bibbia a modo loro, anche religiosi che sconfinano nel fanatismo che va oltre la religione e arriva a essere setta. Per investigare su Jackrabbit si devono spingere in ambienti poco raccomandabili scoprendo che oltre ad avere l’astio nei confronti degli uomini di colore, certa gente prova ostilità anche nei confronti della legge! La gente del posto ha una mentalità chiusa, è ottusa e si fa comandare da un bullo che impone la sua legge facendola rispettare grazie a quattro guardie private buone solo per eseguire gli ordini e non pensare.
Quando si legge di paesi del genere magari si pensa che tutta la gente del posto non sia in grado di ragionare, ma il lettore deve capire che ci sono sempre le eccezioni e alcune persone esulano dalla maggioranza e con la loro intelligenza cercano di fregare il sistema… senza fare i conti con Hap e Leonard! Lansdale sa come catturare il lettore!
Anche se sembra leggera come lettura non lo è affatto, sia per gli argomenti che fanno pensare sia per le indagini che possono far arrivare a vari finali.
La scelta dei capitoli corti è sempre vincente perché porta il lettore a divorare le pagine senza fatica.
Hap e Leonard sono due personaggi ironici, schietti e dal linguaggio colorito che conducono l’ennesima investigazione insieme. In questa indagine sembra di stare in un moderno far west e sul fuoco bollono misticismo, ostracismo, un pizzico di mistero che riguarda certe logiche settarie, illegalità e Hap e Leonard che cercano di mescolare il tutto per servire sul piatto la risoluzione del caso… Quindi buona lettura!



Joe R. Lansdale (Scheda Autore)


Joe R. Lansdale è uno scrittore statunitense. Versatile e prolifico, si è cimentato in avvincenti trame di genere (western, noir, thriller, fantascienza), rinnovandole con uno spiccato gusto pulp nella scelta di elementi grotteschi e di un linguaggio triviale e irriverente.

A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 12 settembre 2018

Il vendicatore oscuro: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it









Autore: Annalisa Stancanelli

Editore: Mondadori Electa
Genere: Noir
Pagine: 112
Anno di pubblicazione: 2017





Sinossi. 1608. Una feluca naviga silenziosa nella notte verso porto laccio, sulla costa orientale della Sicilia. Trasporta un uomo ferito, febbricitante che, all’arrivo sulla spiaggia, viene accolto e trasportato a braccia fino al convento dei cappuccini, un sicuro nascondiglio. È Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, “il miglior dipintore dell’epoca sua”. Scampato all’ira dei cavalieri di Malta, sopravvive grazie alle cure dei frati e si rimette al lavoro con il sostegno di amici e protettori. E incontra Luce, la ragazza che posa per lui e lo fa fremere d’amore. Ma un presagio di morte attanaglia il pittore. “sento il pericolo, presto la morte mi verrà a prendere”, confida all’amico Mario Minniti, “ho tanti nemici”. Intorno a lui avvengono crimini spaventosi e violenti. Un assassino si aggira in città. Forse cerca lui.

Recensione

Questo romanzo è un thriller, per l’inquietudine che crea nel lettore, che si mette nei panni del protagonista e cerca di scappare con lui evitando di cadere nelle grinfie di un vendicatore oscuro.
È un romanzo storico, perché i fatti accadono al maestro Michel’Angelo Merisi da Caravaggio e ripercorrono un pezzo della sua vita dopo la fuga da Roma in seguito a un assassinio a causa del quale si era reso nemico del Papa, e non solo. Si racconta della sua permanenza a Malta nell’Ordine dei Cavalieri e anche della sua precipitosa fuga per un intrigo ai suoi danni. Effettivamente a Malta ebbe dei problemi con la giustizia e il soggiorno in quell’isola fu alquanto misterioso.
È un noir, perché i protagonisti sono un sospettato e un esecutore.
Michel’Angelo era invidiato perché era un eccellente pittore, un pittore che voleva riportare su tela la realtà e per farlo prendeva come modello soggetti del popolo, ma non soggetti a caso, solo quelli che creavano nella mente del maestro l’opera da dipingere, che gli davano l’impulso alla pittura. Aveva un carattere non facile ed era soggetto all’ira, che non riusciva a contenere, facendola sfogare per un nonnulla e mettendo a rischio le persone vicine a lui.
La semplicità dei discorsi attraverso i quali si sviluppa il romanzo delizia il lettore, che segue le vicende con una grande fame di lettura. In poche pagine si sviluppa una trama pregna di storia che ha delle sfumature noir, perché cupa in certi tratti.
Il problema è che arriva subito la fine, visto che la lettura è decisamente piacevole, però arriva in tranquillità, senza velocizzare gli eventi.
Per un appassionato di storia, di Caravaggio e del thriller ritrovare i tre elementi in un romanzo è decisamente soddisfacente anche perché, mentre si legge delle opere che il pittore creava in quel periodo, si vive insieme a lui la ricerca artistica dei soggetti e l’idea di come realizzare il dipinto che spunta nella mente del maestro e si realizza nella stessa.
Si vive anche l’ansia che cresce, di pagina in pagina, in Michel’Angelo, accerchiato dalle ombre, tra le quali cerca di farsi spazio una luce per la quale prova un forte sentimento; si vive la sua irrequietezza con il tormento della morte che non lo abbandona mai, insieme a lui il lettore sente che il vendicatore è sempre più vicino…




Annalisa Stancanelli  (Scheda Autore)


Annalisa Stancanelli bolzanina di nascita, è giornalista pubblicista. Ha insegnato nella scuola primaria e nelle scuole superiori per sedici anni e dal 2013 è Dirigente Scolastico.

A cura di Marianna Di Felice





Recensione scritta per www.thrillernord.it


domenica 9 settembre 2018

I misteri di Chalk Hill: recensione




Autore: Susanne Goga
Editore: GIunti
Traduzione: Lucia Ferrantini
Genere: Thriller storico
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2015


SINOSSI
Quando Charlotte vi approda per la prima volta e si trova davanti alla splendida tenuta di Chalk Hill rimane senza fiato: l’imponente villa, sormontata da una torretta e circondata da alberi secolari, è il luogo più affascinante che abbia mai visto. Qui potrà finalmente iniziare una nuova vita, dopo aver lasciato Berlino a causa di uno scandalo che ha compromesso la sua reputazione di istitutrice.
Chiamata a occuparsi della piccola Emily, Charlotte si rende subito conto che una strana atmosfera di mistero aleggia sulla casa: la quiete è quasi irreale, il papà di Emily è gelido e altezzoso, la bambina è tormentata ogni notte da terribili incubi e dice di vedere la madre, scomparsa un anno prima in circostanze misteriose.

L’affetto per Emily spinge Charlotte a voler capire cosa stia succedendo a Chalk Hill, ma nessuno dei domestici osa rompere il silenzio imposto dal vedovo sulla morte di Lady Ellen. Solo con l’aiuto dell’affascinante giornalista Thomas Ashdown, Charlotte si avvicina alla verità, una verità sconvolgente, ben sepolta tra il mistero e il romanticismo di quelle antiche mura.


RECENSIONE
Avevo il romanzo riposto in uno scaffale della libreria dei libri in attesa che mi osservava mano a mano che io leggevo altro per questo tre giorni fa l’ho preso e ho iniziato a leggerlo. Il problema è che con certi libri scatta l’affezione e quando arrivo alla fine mi ritrovo a sospirare per aver concluso una lettura che mi ha trasportato nel periodo raccontato dall’autore o dall’autrice senza pensare al presente se non quando chiudevo il libro per fare altro! Con I misteri di Chalk Hill è successo! Susanne Goga riesce a trasportarti nel mondo che sta scrivendo com’era già successo con Il segreto di Riverview College recensito per www.thrillernord.it  http://thrillernord.it/il-segreto-di-riverview-college/
Sarà anche l’atmosfera inglese che coinvolge il lettore in quanto cupa, misteriosa soprattutto verso la fine del 1800, periodo in cui sono narrati i fatti, dove si sviluppa un interessamento al mondo degli spiriti, come riporta la stessa autrice nella postfazione. L’occulto portasempre curiosità proprio perché è un mondo nascosto di cui pochi fanno parte se si toglie i ciarlatani che son sempre pronti ad ingannare il prossimo. In quel periodo molta gente preferiva ricorrere ai medium più che ascoltare gli scienziati forse anche perché questi ultimi avevano un modo di parlare che non arrivava alla gente per le nozioni difficili e il vocabolario incomprensibile per alcune persone. Siamo nell’età vittoriana e quindi nell’età del risveglio artistico, romantico e mistico terreno fertile per il fiorire di certi comportamenti nella società inglese. Era un periodo attivo per la Nazione, ma all’interno tra gli strati sociali c’era sempre un forte divario tra ricchi e poveri. Si nota anche tra le pagine del libro. Un’istitutrice era considerata mezzo gradino più su rispetto ad una governante e trattata con poca più tolleranza. Però per essere un’istitutrice la ragazza doveva avere nozioni e studi che la portavano ad avere alte referenze quindi meritava molto di più. Si può notare nel romanzo l’eccessivo perbenismo per apparire davanti agli altri in un certo modo che rispondeva alla voce decoro, che la società di quel periodo aveva come particolare negativo e questa caratteristica era presente sia nella società inglese che tedesca (ma credo ovunque fosse così come oggi d’altronde). Gli anticonvenzionali venivano visti come fossero strane persone! Charlotte alla fine non convenzionale pur avendo un’educazione rigida. La sua sensibilità la portava ad avere empatia con le persone che avevano le sue stesse caratteristiche. Anche Tom Ashdown è un personaggio che non sta troppo attento agli usi del periodo, lui è un giornalista critico decisamente seguito che scrive con naturalezza e con verità le opere viste a teatro e i libri letti. Sir Andrew invece è il classico inglese dal cuore di ghiaccio che vorrebbe a tratti scioglierlo ma non può perché deve seguire la rigida etichetta per non incorrere in qualche scandalo che rovinerebbe la sua figura di parlamentare.
Leggendo il romanzo ci si inabissa nel periodo descritto, sembra di vedere i castelli e le foreste inglesi, il sospetto della popolazione nei confronti dello straniero, la rigidità dell’apparenza, la magia che l’Inghilterra emana per le storie sui fantasmi per la quale del resto è famosa. Il lettore vaga all’interno di sfarzose dimore, vede le scalinate maestose che rappresentavano la ricchezza, sente la pioggia battente e il suo intenso profumo che sembra uscire dalle pagine. In conclusione si evince che mi sia piaciuto e che abbia provato tristezza nell’averlo finito, ma manterrò un filo di connessione con questo romanzo leggendo prossimamente Jane Eyre che, come dice l’autrice nella postfazione, ha influenzato questo romanzo. Infine per tutti quelli che pensano possa essere un romanzo di poco conto consiglio di leggerlo e dopo di leggere anche le conclusioni dell’autrice dove vengono riportate delle spiegazioni che fanno conoscere al lettore la situazione dell’epoca. Il romanzo storico ha delle basi storiche e quindi non inventate!
Buona lettura!


L’autrice
Susanne Goga è nata nel 1967 in Germania, a Mönchengladbach, dove vive con la sua famiglia. Dopo una lunga esperienza come traduttrice, è di­ventata un’affermata autrice di gial­li e romanzi femminili a sfondo storico. Con I misteri di Chalk Hill (Giunti 2015) ha ottenuto un grande successo di pubblico, riuscendo a fondere magistralmente entrambi i generi.


Ordo mortis: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it






AutoreSalvatore Conaci

Editore: WritersEditor
Genere: Thriller
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2018





Sinossi.  Un giovane insegnante precario e un antico ordine occulto. Complotti, tradimenti e misteri girano attorno a un passato oscuro con cui il protagonista, Alessio Conci, dovrà fare i conti, dopo il suo trasferimento in un anonimo paesino della Calabria. Qui, tra le strade desolate, tra gli sguardi e gli atteggiamenti della gente, tra i suggestivi e misteriosi scorci del luogo, percepisce immediatamente che il paese cela un segreto inconfessabile.


Recensione

Leggere questo libro mette in difficoltà i nervi, che scattano per ogni rumore diverso dai soliti che si sentonoin casa.
Di solito anche altri thriller provocano brividi e paure, ma questo è un thriller cupo, ombroso, che sconfina nell’horror, che ti suggestiona e quindi se per sfortuna sbatte una porta per colpa del vento, mentre lo si sta leggendo, il lettore sobbalza fin sopra al soffitto.
La scrittura usata dall’autore è sostanziosa, non difficile da capire o noiosa, ma ha dei termini sofisticatidai quali si può imparare, e questo dà una sorta di teatralità al romanzo.
Non è il classico thriller! Il buio descritto crea mostri tra le ombre e nasconde creature che sembrano fissare i protagonisti e il coraggioso lettore, per questo si crea una inquietudine palpabile. L’eterna lotta tra il Bene e il Male, sempre attuale, si genera attraverso un Ordine antico che perpetua i suoi crimini senza pensare all’Umanità ma cercando sempre più potere.
In un’epoca in cui molti hanno perso la luce e la speranza, il male ha una strada sicura da percorrere omaggiando con sacrifici divinità pagane.
Nel romanzo i protagonisti agiscono in un paese della Calabria, ma sembra di stare in un mondo parallelo, si sente il silenzio della nebbia e la trepidazione che comporta il non riuscire a vedere aun palmo dal naso. Sembra di essere in un posto completamente diverso circondato da creature strane delle quali si sente la presenza, tra un casolare che nasconde secoli di segreti e un cimitero.
La paura è tangibile! Davvero bravo lo scrittore, le sue descrizioni fanno rimanere in apnea il lettore. Sembra che ogni fantasia macabra possa avverarsi in quel paese dimenticato da Dio. Una forza oscura trascina quasi tutte le anime in un delirio di onnipotenza dal quale lento è il risveglio o addirittura, per alcuni, assente.
I riti non portano a nulla di buono e possono evocare creature celate agli occhi umani che aspettano solo di mettere le loro grinfie su manipolabili sempliciotti o su avidi di potere. Fortunatamente nel buio c’è sempre una flebile fiamma che riporta le menti dalla parte giusta. Il cattivo della storia è descritto in un modo superbo che incuriosisce il lettore e nello stesso tempo gli incute timore.
Questo è il fascino del male che attrae soprattutto quando i particolari sono ben narrati. Quindi buona lettura!



Salvatore Conaci


Salvatore Conaci nasce nel 1990 a Catanzaro. Laureato in lettere moderne all’università della Calabria ha pubblicato Perle Nere nel 2015. Tra il 2016 ed il 2017, collabora con 900letterario e per la rivista “Luoghi Misteriosi”. Durante il suo breve soggiorno in Svizzera, ha studiato la lingua Tedesca e insegnato la lingua italiana di base per gli stranieri. Attualmente vive in Calabria dove sta lavorando a nuovi progetti letterari.“Ordo Mortis” è il suo primo lavoro pubblicato con la WritersEditor.

A cura di Marianna Di Felice 





Recensione scritta per www.thrillernord.it

giovedì 6 settembre 2018

Bad Man: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it










Autore: Dathan Auerbach

Editore: Sperling & Kupfer
Traduzione: Stefano Massaron
Genere: Thriller
Pagine: 408
Anno di pubblicazione: 2018




Sinossi. Quando è sparito nel nulla, il piccolo Eric aveva solo tre anni. È uscito col fratello maggiore Ben a fare la spesa, è entrato nel bagno del supermercato ed è come se fosse stato inghiottito d’un colpo. È bastato che Ben si distraesse un secondo e il bambino non c’era più. Dissolto nell’aria pesante delle paludi della Florida. Nonostante le ricerche, di lui non è rimasta la minima traccia e, cinque anni più tardi, la sua famiglia è ormai a pezzi. Solo Ben resiste, mentre la sua matrigna si limita a sussurrare il nome di Eric e rifiuta di lasciare la casa che il padre di Ben non si può più permettere. Perciò il ragazzo ha un disperato bisogno di lavorare e l’unica chance gliela dà proprio quel supermercato. Dove gli basta varcare la soglia per capire che qualcosa non va: gli oggetti volano dagli scaffali, le imballatrici prendono vita, le pesanti porte delle celle frigorifere si chiudono di colpo, misteriose stanze segrete si rivelano all’improvviso. Anche la gente è strana. E c’è qualcosa che non va persino nell’aria. Ecco perché Ben sa di essere nel posto giusto. Sa che quel luogo cavernoso ha molte cose da raccontargli. Per questo non smette di guardarsi intorno. Forse la verità si nasconde proprio lì. O forse il messaggio è un altro. È lui la prossima vittima.

Recensione

E quando i d-denti gli mangiarono via le g-gambe, la c-cosa buona gridò in cerca di aiuto. “Per favooooore! Q-qualcuno!” Ma intorno n-non c’era n-nessuno che potesse sentirla. E l’uomo cattivo sssemplicemente sssorrise.

Se fosse una serie televisiva, sia nel trailer che nella prima puntata si vedrebbe un supermercato circondato dal buio della notte, dove un lampione che a malapena illumina il parcheggio si accende e si spegne a ritmo di un fastidioso ronzio che entra nel cervello distraendolo mentre le ombre notturne si allungano verso un ignaro magazziniere che continua a fissare il lampione come se fosse ipnotizzato.
Tutt’intorno e all’interno del supermercato un inquietante silenzio accompagna strani fenomeni.Ebbene, non è una serie televisiva, ma una storia thriller, noir, gotica perché ha una carica pazzesca di suspense, ha le vittime come protagoniste e ha ambientazioni cupe. Sembra una normale storia basata sulla sparizione di un bambino e la conseguente tragedia che si crea nella famiglia, ma non è così! Mentre si legge il romanzo, si formano nella mente le immagini come se fossero in bianco e nero o con colori spenti, per sottolineare l’ambiguità, la percezione sovrannaturale e il mistero.
Il bosco è per eccellenza un luogo di inquietudine e mistero, ma la casa di una strana signora, nascosta tra gli alberi, che pare disabitata anche se all’interno si vedono strane apparizioni provoca uno stato di tensione che mantiene attento il lettore. Le descrizioni sono particolareggiate, ma non danno pesantezza alla trama, sia perché lo scrittore sa descrivere senza annoiare sia perché i dettagli narrati creano più suggestione.
Il lettore magari viene anche distratto, se si può dire così, dalla lettura di alcuni passaggi minuziosi, ma l’attenzione viene ripristinata dai colpi di scena sparsi tra i vari capitoli. È come se ci fossero dei saliscendi.
Una lettura tranquilla, di descrizione, all’improvviso lascia il posto a una lettura trepidante che alimenta la superstizione del lettore. Se, ad esempio Ben sta sistemando lo scaffale allineando i barattoli come Marty o Frank gli hanno insegnato e lui mentre lavora si perde nei suoi pensieri, un fattore inaspettato crea l’effetto sorpresa che stupisce e riporta il lettore, e anche il protagonista, alla realtà inquieta che stanno vivendo.
Chi ha piazzato i barattoli in mezzo alla corsia formando una piramide compatta?
Il lettore non si annoia di sicuro ed è sempre accompagnato dalla sensazione di non esser solo…
Non ci sono solo il protagonista, i suoi amici, il suo capo… C’è altro: qualcuno osserva al di là degli alberi, di notte, nel parcheggio desolato del supermercato. Non si è mai soli!
E nel bosco si potrebbe scoprire la verità, ma si potrebbe perdere tutto inseguendo… Non si può dire tutto, il lettore deve scoprire cosa succede leggendo il libro! Sicuramente non si pentirà di aver iniziato la lettura di Bad Man perché la storia lo catturerà fino in fondo e l’ossessione del protagonista diventerà la sua!




Dathan Auerbach


Dathan Auerbach è nato e cresciuto nel sud degli Stati Uniti. Nel 2011 ha cominciato a postare racconti su Reddit, i creepypasta, diventando un vero e proprio fenomeno della Rete. Bad Man è il suo primo romanzo non virtuale, pubblicato in America da Double – day, il primo editore di Stephen King.

A cura di Marianna Di Felice








Recensione scritta per www.thrillernord.it

Post in evidenza

Il profanatore di tesori perduti - Marcello Simoni

  https://gialloecucina.com/libri/il-profanatore-di-tesori-perduti/ Mentre leggevo il prologo quando ho incontrato la frase “due monti gemel...

Post più popolari