sabato 9 dicembre 2017

La città delle streghe: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it








Autore: Luca Buggio
Editore: La Corte Editore
Pagine: 392
Genere: Thriller storico
Anno di Pubblicazione: 2017


Sinossi:
Agli inizi del 1700 la politica spregiudicata di Vittorio Amedeo II porta il Ducato di Savoia in guerra contro la Francia. Laura Chevalier, cresciuta vicino a Nizza, crede di essere al sicuro fuggendo a Torino, ma scopre che la capitale del Ducato non è una città come tutte le altre. Ci sono cose di cui non si può parlare se non sotto la protezione dei santi, perché l’Uomo del Crocicchio è
sempre a caccia di anime e potrebbe essere in ascolto.
Misteriose presenze si aggirano per le viequando scende la notte, e cadaveri mutilati vengono ritrovati la mattina seguente.
Lo sa bene Gustìn, un tempo monello di strada che si è fatto le ossa fra imbrogli, furti e truffe fino a diventare
una delle spie del Duca.
Disilluso e intraprendente, è l’uomo giusto per fare i lavori sporchi, ma anche per mettersi a caccia di banditi, streghe e serial killer. Le loro vite si sfiorano mentre la città siprepara a sostenere l’assedio che deciderà i destini della guerra e del Ducato, tremando per i segni diabolici, affidandosi ai presagi celesti.
“Avvertire la presenza di un angelo è come sentire il vento tutto intorno a te. Non riesci a vedere il vento, ma lo senti, e sai che è lì. Un’anima non è mai senza la scorta degli angeli, questi spiriti illuminati sanno che l’anima nostra ha più valore che non tutto il mondo.”
Bernardo di Chiaravalle

Recensione:
Laura viveva felice a Villafranca con sua madre, dal passato tormentato, e il suo patrigno che le voleva un mondo di bene; niente sembrava poter scalfire la sua serenità…non aveva però fatto i conti col fatto che le trame di Re e Duchi, gli intrecci che muovono i fili del potere e le conseguenze della brama di dominio si ripercuotono tutte sul popolo.
Per questo è costretta a fare bagagli per scappare insieme ad altri verso Torino e qui dovrà rimboccarsi le maniche e fuggire i pericoli.
Gustìn un poverello che fino a poco tempo prima rubava per viveresi ritrova ad essere il braccio sinistro, visto che il destro è già occupato dal sordomuto Felice, del Conte Giovanni Battista Groppello al servizio del Duca di Savoia.
Due vite diverse che si incontrano per un attimo senza farci caso,ma che si tormentano in modi diversi per gli strani, misteriosi e stregoneschi fatti che accadono a Torino.
Omicidi, strani episodi che trovano spiegazione nella superstizione e nell’ignoranza.
Una storia sapientemente ambientata durante l’avanzata delle truppe francesi di Luigi XIV, il Re Sole, verso la Savoia e precisamente il territorio di Nizza, contro le truppe del Duca Vittorio Amedeo II. Lo scrittore si muove con maestria tra la storia e il mistero che caratterizzano Torino. Eventi inspiegabili, arcani, aleggiano sulla città allora come adesso con eventi e leggende tramandate nel tempo. Un’atmosfera perfetta che crea la giusta suspense e tiene il lettore incollato alle pagine.





Luca Buggio è nato a Torino, dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria, è anche scrittore,regista e attore teatrale. Ha esordito nel 2009 con La danza delle Marionette. Con La Città delle Streghe, primo romanzo per LA CORTE EDITORE, ci trasporta nella Torino del 1700, inun’atmosfera che sconfina tra il gotico e il thriller, facendocela vivere in tutta la sua magia.

A cura di Marianna Di Felice





                       Recensione scritta per www.thrillernord.it

mercoledì 6 dicembre 2017

Intervista a Francesco Abate e Carlo Melis Costa


Intervista fatta per www.thrillernord.it







A tu per tu con gli autori


1) Paragonando la storia spagnola alla storia francese o inglese, la prima risulta essere più pesante forse per colpa delle troppe figure di rappresentanza, per la maggior parte incapaci, presenti all’interno dell’amministrazione spagnola. Perché la vostra scelta è caduta sulla dominazione spagnola?
Per due diversi motivi. Sotto un primo aspetto, perché ha rappresentato uno Stato relativamente moderno e ordinato che per secoli ha operato dalle Filippine all’Asia, dalle Americhe  all’Europa. Inoltre, la nostra terra , la Sardegna, dove si svolge la parte centrale del libro, è stato per quasi quattro secoli e mezzo  un vicereame strategico , importante come ponte verso l’Africa e verso l’Impero ottomano, oltre che come granaio , visti gli alti livelli di produzione. Inoltre, a nostro avviso, per molti aspetti, la vulgatadell’incapacità delle figure di responsabilità è frutto anche  di una damnatio memoriae successiva, di provenienza anglosassone e sabauda. In realtà era una società che possedeva forti elementi di modernità nelle scienze e nella cultura materiale.



2) Avete scritto che questo romanzo è un’opera di fantasia, ma pur si basa sulla storia della Spagna tra le Indie Occidentali, o Americhe meridionali, e i possedimenti spagnoli in Sardegna. Interessante sapere di questi ultimi visto che non si parla spesso  di questi se non in specifici libri di storia. Alla fine è una storia nella storia che, credo, possa essere positiva per far conoscere di più un posto bellissimo e a tratti sconosciuto nonché misterioso come la Sardegna. Non ritenete di poter far conoscere di più la vostra terra attraverso storie e leggende rinchiuse all’interno del vostro romanzo?
In realtà a noi interessava fare conoscere gli aspetti relazionanti della Sardegna. Cioè le osmosi culturali che hanno determinato i caratteri attuali della cultura sarda. Ciò che è entrato e ciò che è uscito, in altre parole. Il rischio di ogni cultura, tanto più di un’ Isola, è quello di avere una rappresentazione di sé autosufficiente. Siamo convinti che l’evoluzione delle persone e delle culture risieda nella qualità delle relazioni che riesce ad instaurare. Così il Corregidor svela aspetti della nostra storia che magari possono sfuggire al turista distratto e svelare nuove sfumature anche ai profondi conoscitori della nostra regione sinora meno notati.



3) La scrittura de “Il Corregidor” scorre decisamente bene per essere il primo romanzo storico di entrambi. Avete trovato uno spunto in qualche autore in particolare?
Probabilmente si è creata una felice alchimia, derivante da un dialogo non dialettico ma del tutto armonico e dal fatto che entrambi siamo lettori voraci e culturalmente vicini .



4) A quelle persone che son convinte che un romanzo storico sia niente di più di un libercolo e che non servano tante attenzioni per scriverne uno, cosa potete dire dopo la pubblicazione della vostra fatica?
Abbiamo voluto scrivere un’opera di fantasia , ma che fosse corretta nella descrizione dell’ambiente naturale, della cultura materiale, oltrechè degli avvenimenti storici. Ma abbiamo avuto da subito una ambizione: e cioè parlare di un’epoca per poter parlare della nostra. A parte i sentimenti dell’essere umano , che non mutano mai , altri elementi avvicinano il seicento spagnolo ai nostri giorni. Gli errori di una potenza egemone di livello planetario, il conflitto tra globale e locale , i movimenti dei popoli , la capacità o meno del potere di interpretare la società . Oltreché ovviamente, le sfide della economia e della modernizzazione .



5) Per poter scrivere un libro quanto è importante leggere?
Diremmo dirimente. Prima di essere scrittori siamo e continueremo sempre ad essere grandi lettori. Non riteniamo possibile essere scrittori decenti senza avere alle spalle delle solide letture. E questo non solo per avere un lessico ed una sintassi corretta ma anche per la necessità di confrontarsi con altre storie, altri mondi, altri stili. I grandi astrattisti hanno comunque alle spalle una capacità figurativa importante.



6) Conoscete il genere nordico? Apprezzate qualche autore in modo particolare?
Sicuramente conosciamo e apprezziamo i grandi maestri. Anzi, non  nascondiamo di aver subito l’influenza del loro stile ed essenziale, ma anche completo. Nel nostro caso la trappola dell’infiocchettamento gestuale o dell’ utilizzo di termini inutilmente datati era sicuramente presente. Abbiamo invece scelto la strada di una essenzialità e di una chiarezza descrittiva che sicuramente ha tratto ispirazione da quanto questi grandi romanzieri hanno lasciato, consciamente o inconsciamente, dentro di noi due come lettori . Nomi? Tanti, di sicuro Anne Holt, David Lagercrantz, Peter May, Camilla Lackberg, Jo Nesbo e ovviamente Stieg Larsson.
A cura di Marianna Di Felice



http://thrillernord.it/il-corregidor/
Link della recensione


Intervista fatta per www.thrillernord.it

sabato 2 dicembre 2017

Il Corregidor: recensione

Recensione scritta per www.thrillernord.it







                   Autore: Francesco Abate – Carlo A. Melis Costa
                                              Editore: Piemme
                                              Pagine: 432
                                     Genere: Romanzo storico
                                   Anno di Pubblicazione: 2017




Sinossi:
Cagliari, 1665. Dom Jorge Baxu ha attraversato tutto il mondo, dalla Galizia dov’è nato all’Africa sahariana dove ha visto la morte da vicino, prima di poggiare i piedi su quell’isola dimenticata daDio.
A portarlo in ogni angolo dell’Impero di Spagna, il suo ruolo di corregidor de hidalgos, un magistrato scelto per giudicare e, spesso, assolvere i nobili, più ammantando l’ingiustizia di equità che facendo vera giustizia.
Ma questa volta è diverso. A Cagliari, Baxu è stato chiamato da un funzionario preoccupato per la prematura scomparsa di nobili, barbaramente uccisi, in duello o attentato, senza movente né colpevole.
Quando, il giorno dopo il suo arrivo, quello stesso funzionario viene ritrovato assassinato, il corregidor comprende che questo caso non è come gli altri e che tutte le persone coinvolte, lui per primo, rischiano una morte orribile.
Non gli restano che un pugno di uomini e le poche parole pronunciate da una vittima prima di morire: bambino, libro, fuoco.
Dovrà farseli bastare. Maria Pilar, nata nella foresta che circonda una missione gesuita in Paraguay, è sempre stata una ragazzina sveglia. Secondo i missionari, sono le sue due anime, quella cristiana e quella guaranì, a renderla diversa. Forse per questo, prima di tutti gli altri comprende che qualcosa sta succedendo nella missione: un segreto portato da un generale della Corona, un bambino da nascondere, anche a costo della vita.
I destini di Jorge Baxu e Maria Pilar si intrecciano indissolubilmente sulla strada per risolvere il mistero e salvare altre vite innocenti. Insieme, l’uomo senza passato e la donna dai due nomi, fronteggeranno il più impensabile e crudele dei nemici.
La sua origine non so, poiché non l’ha, ma son che ogni origine da lei viene, anche se è notte.

Jorge Baxu, soldato che ha rischiato la propria vita nel deserto africano, diventa corregidor de hidalgos, un giudice per le azioni dei nobili, e si ritrova a indagare con il suo inseparabile amico Kalb, un moro cristianizzato, nella terra di Sardegna.
Una storia sordida fatta di macabre uccisioni di nobili che ha radici lontane e una scia di morti figli di nessuno che supera i confini del Vecchio Continente. Baxu durante le sue indagini incontra strani personaggi e raccoglie degli indizi non proprio chiari che parlano di un libro, una vergine, un vulcano, un fuoco e del temuto Capo delle mosche o Musca Muccedda, un orribile signore che sparge sangue e inquieta i bimbi non ubbidienti come fosse l’uomo nero.
Jorge Baxu porta avanti le ricerche con tenacia e fermezza, ma la sua freddezza viene ammorbidita dai verdi occhi di Maria Pilar, la giaguara nata nella foresta.
Però le violenze non si placano, la voglia di morte di misteriosi uomini neri dalle maschere bianche sembra non avere fine. Fino a quando…dovete leggere per forza il libro!
Nonostante la presenza di numerosi riferimenti alla storia spagnola che avrebbero potuto appesantire la lettura, il romanzo, invece, si rivela scorrevole e il lettore viene accompagnato dai due autori tra intrighi e misteri dai quali rimane incuriosito e affascinato. Un’altra nota positiva del libro è poi il misto tra storia e leggende della Sardegna, che fu colonia spagnola all’epoca di Filippo IV, il Re Pianeta, visto che di solito si parla solo dei possedimenti spagnoli nelle Americhe meridionali.
La trama tiene sull’attenti il lettore che da un momento all’altro potrebbe avvertire gli occhi dell’uomo nero puntati su di lui, coperti da una maschera bianca, e potrebbe sentire avvicinarsi il ronzio che annuncia l’arrivo della Mosca Muccedda!




Francesco Abate è nato a Cagliari nel 1964. Ha esordito con Mister Dabolina (Castelvecchi, 1998). Sono seguiti Il cattivo cronista (Il Maestrale, 2003), Ultima di campionato (Il Maestrale, 2004/ Frassinelli, 2006), Getsemani (Frassinelli, 2006) e I ragazzi di città (Il Maestrale, 2007). Con Einaudi ha pubblicato Mi fido di te (Stile libero, 2007 e Super ET, 2015), scritto a quattro mani con Massimo Carlotto, Così si dice (2008), Chiedo scusa (con Saverio Mastrofranco, Stile libero, 2010 e Super ET, 2012), Un posto anche per me (2013) e Mia madre e altre catastrofi (2016). È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi, 2014). Il corregidor è il suo primo romanzo storico. È giornalista de L’Unione Sarda.


Carlo A. Melis Costa nato a Cagliari nel 1960, è avvocato cassazionista. Già ricercatore del CNR, è stato amministratore pubblico e autore di diversi libri di carattere storico e giuridico. Ha studiato musica nel conservatorio di Cagliari e scultura e pittura con il maestro Sciola. Ha viaggiato molto per lavoro e per piacere. È sposato e ha due figli. Il corregidor è il suo primo romanzo.




                    
                       Recensione scritta per www.thrillernord.it

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