giovedì 17 agosto 2023

Il profanatore di tesori perduti - Marcello Simoni

 





Mentre leggevo il prologo quando ho incontrato la frase “due monti gemelli divisi da una gola che somigliava all’orlo di un baratro” e quando conseguentemente ho letto di una battaglia nei pressi mi sembrava di vedere i miei posti e precisamente le Gole del Salinello e i Monti Gemelli dove si è combattuta un’altra battaglia, che pare ancora si combatta, tra il bene e il male. All’epoca il Saladino era visto come il male e i cristiani tenevano alto lo stendardo del bene, seppur entrambe le religioni fossero giudicate male da umani e rovinate da estremismi. Nel luogo che mi è apparso nella mente mentre leggevo sorge anche un castello, ormai i ruderi, di Manfredi di Sicilia figlio dell’imperatore Federico II di Svevia citato nel libro. I romanzi di Simoni rendono vividi i pensieri e ancor di più lo fa quest’ultimo romanzo dalle note speziate dell’Africa. Mentre si scorrono le pagine di questo libro emergono prepotenti le componenti magiche che aleggiano attorno al lettore portandolo fisicamente nei luoghi descritti ed in molti casi la lettura si trasforma in un viaggio mistico come mistiche sono le storie di tradizione africana e orientale, l’autore ne enfatizza i tratti con la sua scrittura e con i disegni che sviluppano una ulteriore prospettiva contemplativa tra romanzo e storia. Quest’avventura ha come protagonista un geomante alla ricerca di una città perduta o meglio alla ricerca di ruderi di una città leggendaria dove si nascondeva un grandissimo tesoro. Di solito in racconti, romanzi o leggende del genere il tesoro può essere la morale o il viaggio che si intreccia con lo spirituale visto che nel silenzio e nella magia del deserto la persona è sola con se stessa, ma in questo caso la ricerca doveva portare ad un grandissimo tesoro. Molti gli occhi che si illuminano ad immaginare i forzieri da aprire. Sufrah porterà con lui un cammelliere e un mercante di stoffe oltre al suo fidato servo Alif. Ma non è bontà o amicizia, solo opportunismo perché il geomante ha calcolato tutto e il lettore lo scoprirà strada facendo. Alif diventerà l’antagonista del suo padrone scoprendo altre abilità oltre a quella per le ruberie. Molti perigli dovrà affrontare Sufrah e insieme a lui chi è al suo seguito, molti ostacoli creati da persone che rispettavano la pace di quel luogo, per timore di scatenare forze oscure, ma Sufrah riesce a superarli tutti perché troppa è la brama di arrivare alla meta. Si preferiva sapere e dimenticare più che andare a disturbare creature mostruose che non vedevano l’ora di lacerare carni. Al contrario il geomante affronta gli impedimenti superandoli brillantemente anche se in certi casi è consapevole di rischiare. La carovana capeggiata da Sufrah sembrava avere una scia a distanza formata da altri soggetti che il geomante non desiderava, dei cavalieri e degli assassini, leggendari guerrieri con abilità diaboliche. Per pepare una storia già pepata non potevano mancare delle spie nascoste tra i vari personaggi che lasciano segni per farsi seguire. Il lettore scoprirà che Sufrah ha approfittato di certe conoscenze per i propri scopi, abusando a volte e questo suo comportamento ha fatto si che avesse ulteriori inconvenienti alla fine della storia. D’altronde che storia frizzante sarebbe senza la vivacità che l’autore dona al lettore con colpi di scena e storie incastonate nella storia riguardanti il passato del protagonista che provocano inquietudine e la curiosità di andare avanti? Molti i personaggi che si incontrano, tutti con caratteristiche differenti che faranno incuriosire il lettore, una storia davvero magica che incanta chi legge. La bellezza di leggere i libri di Simoni è quella di immergersi nella storia e di dare agli occhi la gioia di storie sempre nuove mai trite ed ultimamente è una rarità, qualcuno dirà che la storia richiama delle somiglianze pur rimanendo però sempre originale!


Dettagli

Editore: Newton Compton

Lingua: Italiano

Lunghezza pagine: 336



Recensione scritta per Giallo e cucina

Link: gialloecucina.com/libri/il-profanatore-di-tesori-perduti/
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venerdì 28 gennaio 2022

Recensione di Tenebre e ossa. Grishaverse di Leigh Bardugo

 

“Il dolore e la paura mi vinsero. Urlai. La parte nascosta dentro di me risalì con impeto in superficie. Non riuscii a fermarmi. Il mondo esplose in una sfolgorante luce bianca. Il buio si infranse intorno a noi come vetro”. L’orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell’esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei. Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d’Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell’amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente. Subito viene arruolata dai Grisha, l’élite di creature magiche che, al comando dell’Oscuro, l’uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l’intera corte. Alina, infatti, è l’unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.

Recensione a cura di Marianna Di Felice


Per una volta ho fatto una cosa che da lettore non si dovrebbe fare! Ho visto prima la serie tv e poi ho letto il primo capitolo della trilogia del Grishaverse. Sicuramente non farò mai più una cosa del genere, ma avendo nella mia mente le immagini della serie, che sono anche andata a rivedere durante la lettura, ho potuto constatare la quantità di materiale che cambiano a livello televisivo! Hanno cambiato anche il finale del primo libro. Avevo sentito che la prima stagione era il risultato del mischiume fatto tra il primo libro e il secondo, ma molte cose lette nel primo non le ho ritrovate. Dopo aver ultimato Tenebre e ossa mi accingerò a leggere il secondo libro, Assedio e tempesta, per vedere quante cose hanno ripreso dalla vera storia. L’autrice, Leigh Bardugo, trascina il lettore in un mondo fantastico ambientato in una Russia fantastica dove i ragazzi vengono esaminati per vedere se hanno poteri Grisha che saranno d’aiuto all’Oscuro per richiudere una faglia fatta di tenebre creata molto tempo prima. I Grisha sono magici e hanno compiti diversi in base alla loro magia, la protagonista, Alina, è una di loro, ma ha sempre nascosto il suo potere. La scrittura dell’autrice è complessa e scorrevole allo stesso tempo, un problema, che non piace a molti e nemmeno a me, è che la Bardugo fa parlare la protagonista in prima persona, di solito rimane più gradita la forma in terza persona. Un altro problema è dato dal personaggio di Alina per il fatto che potrebbe risultare noiosa quando è restia ad usare il suo potere che molti avrebbero accettato come un dono immenso o quando si comporta come una bambina davanti ad altri Grisha. Lei può evocare la luce ed è l’unica con quel potere, invece non vuole usarlo perché non vuole staccarsi da Mal suo carissimo amico oppure solo perché ha una grandissima confusione in testa. Anche se non riesce a dirgli nulla è comunque gelosa di lui, il quale si farebbe anche sparare per lei. Diciamo che è un personaggio che in molti reputano quasi insignificante, alla stessa stregua di molti altri protagonisti fantasy che non reagiscono, che rimangono come esterrefatti dall’inizio fino a quasi la fine, che non servono per molto tempo durante la storia. Togliendo Alina, che può risultare subito antipatica, gli altri personaggi sono tutti da scoprire e le terre dove compiono azioni sono tutte da immaginare, soprattutto la faglia che oscure nebbie ricoprono e che oscure creature abitano. La storia inzia con Mal e Alina ospiti di un orfanotrofio portati lì dopo esser rimasti soli, due dei tanti, a causa di guerre di confine. In quella struttura dovevano imparare a eggere e scrivere e ad apprendere un mestiere. Difatti i due protagonisti finiscono nel primo esercito, come tracciatore Mal e come cartografa Alina. Un giorno l’Oscuro decide di attraversare la faglia e su quella nave salirà Mal, ma non Alina che farà di tutto per esserci e da lì si scoprirà il suo potere Grisha, un potere abbagliante che fara inginocchiare qualcuno o che infastidirà altri. Un mondo difficile, contorto, maligno, dove un flebile amore fa capolino e dove la paura è dietro un albero di un bosco o dietro la casa di un villaggio. La Bardugo è l’autrice anche del thriller La nona casa, intenso e difficile, come potrebbe apparire anche questo fantasy perché non tutti i fantasy si assomigliano fortunatamente, non tutti i fantasy sono per bambini. Sperando di approfondire la storia sull’Oscuro vi do appuntamento al secondo capitolo della trilogia!

Dettagli

Genere: Fantasy

Lingua: Italiano

Copertina rigida: 240 pagine

Editore: Mondadori

ISBN-10: 8804717998

ISBN-13: 978-8804717997



Recensione scritta per gialloecucina.wordpress.com

mercoledì 14 luglio 2021

Recensione di: John Parker il detective, La lunga notte, Linea 429, L'uomo dei piccioni e Lo strano caso dell'invisibile scomparso.







Con gioia avevo accolto l’offerta dell’autore di leggere alcuni dei suoi libri e recensirli, ma poi il lavoro e dei problemi personali hanno rallentato la lettura e slittato la pubblicazione delle recensioni che ora pubblico insieme. Un modo insolito di recensire forse, ma che fa notare varie sfaccettature di un autore che si occupa di più temi. Per quanto riguarda John Parker mi son trovata davanti un detective diverso dai soliti. Il classico detective cupo perché non riesce ad emergere nei casi e viene offuscato dagli assassini o dai seriali che rubano loro la scena perché diventano più interessanti di chi lotta per la giustizia, ma in questo caso, nel caso del detective Parker è diverso. Lui è cupo, ombroso perché ha perso la moglie, l’unica cosa pulita quando torna a casa con i suoi panni sporchi, l’unica luce nel buio del suo lavoro. I ricordi purtroppo lo sovrastano, lo intristiscono ancora di più e riescono a coprirgli quella luce che vedeva nel suo viso e nell’amore che li univa, i ricordi portano ombra ma viene sovrstato dall’ombra. Ombra che sparisce davanti ad una morte misteriosa. Di solito il detective classico porta sulle spalle la pesantezza del suo lavoro, ma per Parker è una salvezza dai suoi ricordi. L’autore punta sullo stato psicologico dei personaggi perché in questo caso il lettore riesce a capire il loro stato d’animo, il loro carattere e diventa quasi amico degli stessi personaggi. O forse vuole far capire o comprendere lui stesso cosa muove lo stato psicologico di una persona, cosa fa scattare certi comportamenti. Decisamente complesso nel suo genere. Ad esempio ne La lunga notte descrive in modo preciso le percezioni, le coscenze, i timori, gli affanni dei personaggi. In molti suoi libri l’autore sembra più interessato all’analisi della mente umana che alle varie descrizioni perché la trama si sviluppa attraverso i dialoghi dei protagonisti. Tranne in Linea 429 dove l’autore descrive di più la storia raccontata. In questo libro i riflettori non sono puntati su singoli personaggi, ma sulla quotidianità, sulla società composta, naturalmente, da vari personaggi che si ritrovano tutti sopra un autobus fermo a causa di un violento diluvio. La società è composta da varie persone e ognuna di esse porta il suo bagaglio pieno del proprio vissuto, dei propri pensieri e dei propri comportamenti conseguenti. Dalle precedenti analisi psicologiche si passa ad un’analisi sociologica che composta dai comportamenti dei personaggi nel vivere quotidiano. Forse qualche lettore potrebbe rimarcare la negatività presente nei libri, il problema è che la realtà non è rosea. Capitano momenti di positività indubbiamente, ma se ci si guarda davvero in giro si possono notare molte accezioni sfavorevoli nei comportamenti di molti, nel modo di pensare come in quello di agire.
Per concludere la recensione ci sono due libri, L’uomo dei piccioni e Lo strano caso dell’invisibile scomparso dove Scalisi affronta un tema tutt’altro che facile nella realtà odierna. Il tema dei clochard! Ma mentre nel primo romanzo c’è la decisione del protagonista di diventare un clochard nel secondo no. Ne L’uomo dei piccioni si verifica il caso in cui una persona che ha tutto ciò che può desiderare, smette di dedicarsi a tutto quello che molti altri agognano e alla fine null’altro che una vita semplice e serena dove non manca nulla, per evadere e cercare quel non so che per tornare ad essere come prima. In questo ci vedo un po’ di egoismo perché il protagonista tiene in sospeso una famiglia e pone la stessa in una condizione di costante preoccupazione. Al contrario ne Lo strano caso dell’invisibile scomparso l’autore affronta il problema dei clochard dimenticati da tutti, considerati come sacchi di immondizia, senza pensare alla loro sensibilità, e delle associazioni di volontariato dietro le quali si celano interessi dei loro finanziatori.
Noir pregni di meccanismi mentali sciorinati dai protagonisti che lasciano al lettore differenti reazioni di angoscia, di libertà, di riscossa, di solitudine che si trasformano in molteplici domande. Dei noir diversi da molti altri perché paragonabili alla realtà, ma dove sarebbe stato piacevole trovare più descrizioni che dialoghi.
Non vi resta che leggere i libri dell’autore per verificare di persona. Iniziate dal primo e buona lettura!




L’autore

Nato e residente a Catania, ho frequentato studi classici. Nella vita ho svolto diversi lavori: manovale, lavapiatti, cameriere, vendita porta a porta, rappresentante e antiquario…  Da ragazzo, ma ancora oggi possiedo la stessa vivacità, avevo una spiccata fantasia che mi permetteva di elaborare a livello mentale una serie di scene adrenaliniche che, messe insieme, diventavano delle vere storie. Questa situazione è durata fino all’età di 14 – 16 anni, per poi passare alla scrittura vera e propria. I miei primi lavori erano dei brevi racconti, di tre quattro pagine; nel giro di pochi anni ne avrò scritti qualche centinaio che, purtroppo, alla fine sono andati perduti. Poi, intorno ai quarant’anni, la passione per il cinema mi porta a cimentarmi con i soggetti cinematografici. Pure in questo caso la produzione è stata importante, sul numero delle decine. Successivamente passo a storie più articolate, racconti lunghi, per finire al romanzo. Ho sempre pensato che la scrittura sarebbe stata nella mia vita una presenza predominante. Alle storie che scrivo mi piace spesso abbinare ai temi sociali una introspezione psicologica dei personaggi, il tutto condito da un’atmosfera di mistero.


martedì 16 febbraio 2021

Serie Tv imperdibile: The 100

 



Recensione tratta da www.thrillernord.it


http://thrillernord.it/the-100/



Prima tv italiana: Premium Action (Sky Italia, Infinity), Netflix (la sesta stagione è arrivata il 1 dicembre 2020, le precedenti già sono presenti e la settima stagione arriverà nel 2021)


Trama. 

97 anni dopo che una guerra nucleare globale ha sconvolto il pianeta Terra, del genere umano rimane solo una stazione spaziale, l’Arca, un complesso di 12 stazioni spaziali minori che si trovavano in orbita al momento del disastro. L’Arca ha leggi molto severe per mantenere l’ordine: chi trasgredisce viene punito con la morte per espulsione nel vuoto. Ma ora, l’Arca sta morendo con l’aumento della popolazione e con il rapido deteriorarsi degli impianti di riciclo. I membri del Consiglio decidono di inviare sulla Terra cento delinquenti minorenni per verificare se il pianeta è nuovamente abitabile. Questi giovani ragazzi intraprenderanno un viaggio molto pericoloso su un pianeta per loro affascinante ma sconosciuto e dovranno trovare un modo per superare le differenze, unire le forze e creare un nuovo inizio sulla Terra che ormai è completamente cambiata: è selvaggia, primitiva e piena di insidie.

 

                              Paese: Stati Uniti d’America                              

Anno: 2014-2020

Stagioni: 7

Episodi: 100

Genere: Azione, drammatico, distopico, fantascienza

Ideatore: Jason Rothenberg

Interpreti e personaggi:

Eliza Taylor: Clarke Griffin

Paige Turco: Abby Griffin

Thomas McDonell: Finn Collins

Eli Goree: Wells Jaha

Bob Morley: Bellamy Blake

Marie Avgeropoulos: Octavia Blake

Kelly Hu: Callie Cartwig

Devon Bostick: Jasper Jordan

Christopher Larkin: Monty Green

Isaiah Washington: Thelonious Jaha

Henry Ian Cusick: Marcus Kane

Lindsey Morgan: Raven Reyes

Ricky Whittle: Lincoln

Richard Harmon: John Murphy

Zach McGowan: Roan

Tasya Teles: Echo

Shannon Kook: Jordan Green

JR Bourne: Russell Lightbourne

Chuku Modu: Gabriel Santiago

Shelby Flannery: Hope Diyoza

Casa di produzione: CBS Television Studios, Warner Bros. Television

Prima tv originale: The CW


Recensione

Finalmente riesco a scrivere di questa serie visto che impegni, altre recensioni e un periodo di pausa dal finale hanno reso più complicato del previsto. The 100 è la serie, tra le altre serie, che mi è piaciuta molto, seconda solo a Dark!

È una serie che rientra nel genere distopico, un genere che presuppone una realtà futura che sulla base di certe rappresentazioni si percepisce essere negativa per ciò che può succedere. Infatti questa serie racconta di una guerra nucleare mondiale che ha spazzato via il pianeta terra come si ricordava prima.

La razza umana si è salvata grazie all’uso dell’Arca, una stazione spaziale dove si sono rifugiati degli umani e dove sono rimasti per 97 annitra alti e bassi. Purtroppo sull’Arca le risorse stanno finendo velocemente e i membri del Consiglio decidono che si deve fare un esperimento necessario…mandare sulla terra 100 ragazzi scapestrati, clienti abituali delle loro prigioni, per vedere se sulla terra l’aria è respirabile!

Nel frattempo, per far sopravvivere tutti almeno per un altro po’effettuavano condanne a morte che consistevanonell’espellere gli accusati dall’Arca e lasciandoli fluttuare nello spazio. La serie riprende la storia dei romanzi, quattro per la precisione editati dal 2013, dell’autrice statunitense Kass Morgan, ma se ne distacca dopo aver seguito delle linee guida.

Le storie che si vedono nella serie vanno avanti e mutano tra rinvenimenti e colpi di scena. I 100 verificano che l’aria è respirabile e poi iniziano ad esplorare il territorio anche perché devono sopravvivere su quel pianeta che loro non conoscono e che hanno sempre visto da lontano. Quindi non sanno che ci può essere già qualcuno che protegge il territorio da possibili estranei! E chi si aspetta di trovare umani se loro hanno sempre sentito che non poteva essere abitata da nessun umano?

Invece…Il problema è farsi capire dagli altri che hanno un loro modo di sopravvivere, che hanno dovuto affrontare varie lotte, che non riescono a credere a quegli umani che venivano dallo spazio. Sono tutti della stessa specie, ma sembra che i nuovi siano identificati come invasori, come extraterrestri venuti a destabilizzare gli equilibri che c’erano anchese molto equilibrati quelli che vivevano sulla terra non erano.

Praticamente erano tornati ai comportamenti degli uomini primitivi!

Dopo che la terra, come la ricordiamo, è stata spazzata via, con tutte le sue comodità la razza umana per sopravvivere dovrà iniziare tutto daccapo, ma non è semplice. Molti non ce la faranno perché non sono in grado di fare nulla e molti altri devono barcamenarsi per rimanere in vita tornando indietro nel tempo. Anche nelle lotte si potrà vedere come son tornati ad essere primitivi anche se non usano lance di pietra! Clarke e i suoi novantanove compagnia devono cercare di farsi spazio per loro e per gli altri che son rimasti sull’Arca, ma che devono necessariamente venire sulla terra.

E non è facile per niente anche perché ci son diversi gruppi sulla terra anche in lotta tra loro! La storia si ripete sempre, come quella dei nuovi protagonisti, i cosiddetti Skyicru o Popolo del cielo, loro cercano di integrarsi, ma ogni volta c’è una difficile scelta da fare che li porta puntualmente a imbracciare armi contro altri, che lascia a molti la tristezza nell’anima, che lascia vuoti, che produce scontri, che fa nascere rivalità e prese di potere.

Lo spettatore si chiede cosa avrebbe fatto lui in quel caso, ma è difficile dare una risposta perché non si può dire semplicemente “io avrei fatto diversamente” visto che lo si dice seduto comodamente su un divano, al caldo e con un tetto sulla testa.

Nell’eventualità succedesse un caos del genere non tutti saprebbero cosa fare e chi prenderà decisioni sarà sempre indicato come un despota o come una persona senza cuore perché ci saranno sempre egocentrismo, voglia di potere, vendetta, legami affettivi e azioni rivolte alla collettività. Vedendo le scene per la prima volta qualcuno potrebbe pensare che la serie abbia come protagonisti i soliti ragazzini scialbi e inutili, ma non è così. Loro evolvono con la storia, crescono e piuttosto rapidamente in seguito a ciò che succede, perché così devono fare. Si arriva all’ultima stagione con paura perché si vuole evitare l’ennesimo flop che recentemente sono abbastanza frequenti e deludono molto lo spettatore, ma non è così!

Si deve avere un animo sensibile, si deve provare empatia per capire fino in fondo perché gli attori, bravissimi, fanno capire tutto rappresentando le emozioni come se fossero davvero in quella situazione. Lo spettatore si interroga sempre e comunque e si impersonifica in quelle scelte.

Non si possono descrivere tutte e sette le stagioni perché verrebbe una recensione lunghissima visto che ogni stagione ha uno o più scenari diversi, con innumerevoli conseguenze diverse che si collegano a nuovi scenari che generano altri problemi o soluzioni.

Quando i protagonisti si accorgono degli errori commessi, cercano di cambiarli, ma non è semplice anzi si rischia sempre di ripetere le situazioni perché le vie d’uscita non sono per nulla facili da raggiungere. Molte sono le opinioni diverse che si creano nel gruppo, con azioni diverse e conseguenze diverse. Come si fa a mantenere la pace in questo modo? Come si può far capire che si può convivere, eliminando manie di grandezza, grandi desideri di potere, inutili oasi di pace dove non si prendono decisioni concrete?

Ce la faranno i protagonisti a vivere nell’inferno terreno?

Ce la faranno a far ragionare “santoni” con teorie sbagliate?

Una figura importante è quella de cosiddetto Comandante che è una persona sanguenero alla quale un microchip appartenuto a diversi Comandanti fa si che possa condurre un popolo ad una vita pacifica!

Ma è veramente così?

Un microchip e il sanguenero che viene ideato da una scienziata vissuta prima dell’arrivo dei 100 e che crea non pochi problemi!

Caro telespettatore se ancora non lo hai fatto, ti consiglio di vedere la serie televisiva, dalla prima stagione alla settima, non te ne pentirai sempre se ti piace il genere.

Sicuramente ci saranno critiche per alcune piccolezze che potevano essere evitate, che potevano essere fatte in un altro modo, per una volta godetevi la visione senza fare i registi o gli sceneggiatori mancati perché è molto più importante pensare a come si affronterebbe una situazione del genere visto che la maggior parte degli umani non sa nemmeno accendere un fuoco ed è mossa dall’egoismo! Certo che alcuni personaggi fanno proprio perdere la calma al telespettatore comunque buona visione!

 

Recensione tratta da www.thrillernord.it

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