venerdì 21 dicembre 2018

La misura dell'uomo: recensione






Autore: Marco Malvaldi
Editore: Giunti
Genere: Giallo storico
Pagine: 300
Anno di pubblicazione: 2018




Sinossi

Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore.

“Ma crescendo soverchiamo e dominiamo ogne animale al mondo, e perciò è nella crescita e nello imparare, non nella nascita, che si vede la misura dell’uomo. Solo con l’osservar la natura, e gli altri homini, l’homo apprende. Ma sanza comparare ciò che si fa con ciò che si crede, ciò che si aspetta con ciò che succede, l’homo non può crescer sano nel suo intelletto e giudizio. E l’unico modo per haver cognizion dell’errore è misurarsi con la natura istessa, giacché, a differenza dell’homo, mai mentisce”
Ti saluto e ti ritrovo, il tuo e sempre tuo
Leonardo


Recensione

Siamo nel periodo della rinascita delle lettere e delle arti chiamato per l’appunto Rinascimento, un periodo che va dalla metà del 1300 alla fine del 1500 che in accordo con l’Umanesimo riporta in auge le opere classiche e l’uomo al centro dell’interesse accantonando la natura che era stata protagonista di discorsi filosofici e letterari fino a quel periodo. Rinascono le arti, ma non per questo tutte le opere  commissionate dai signori sono pagate e ne sapeva qualcosa quel povero Leonardo da Vinci. Per questo la rinascita, per molti, non è monetaria! Protagonista indiscusso e discusso del periodo (ed ancora oggi), nel romanzo di Malvaldi lo troviamo presso il Ducato di Milano alla corte di Ludovico Maria Sforza, in verità Duca di Bari e reggente del Ducato di Milano (ma praticamente Signore della città) dove dovrà barcamenarsi sfoderando il suo genio nell’inventare anche scuse plausibili riguardo l’assenza, nella piazza destinata, dell’opera richiesta dal Moro, un cavallo con il padre sopra in ricordo appunto del grand’uomo che era stato il genitore. Dopo anni e anni in quella piazza non c’era ancora nulla! Effettivamente Leonardo essendo un genio aveva mille idee e ne portava a termine poche, perché mentre pensava all’opera che doveva portare a compimento per non far adirare il signore di turno, in questo caso il Ludovico,  subito si affiancavano altre idee che portavano alla distrazione  del genio. Pensando al cavallo e alla lega da usare (e non era mica facile!) si distraeva e magari pensava al ritratto da fare al suo garzone di bottega. Era in effetti un genio, ma sicuramente non poteva iniziare venti cose e finirne venti soprattutto se i suoi progetti non erano di facile attuazione! In quelli di ingegneria doveva comprendere quale materiale fosse migliore, quale lega potesse resistere di più e mille altre cose che Leonardo pensava, ma poi non gli stava dietro! Ne “La misura dell’uomo” Leonardo si ritrova invischiato in un delitto misterioso (Leonardo però cercherà di trovare la luce nell’oscurità) e stava quasi per perdere la fiducia del Duca di Milano…solo perché il morto era stato nella sua bottega! Ebbene si lo conosceva fin troppo bene. L’autore utilizza un umorismo che colpisce il lettore e riesce a farlo ridere mentre legge un romanzo, ma un romanzo che contiene storia ed è un fatto positivo. Quando mai leggendo la storia si è mai riso? Di solito non appare divertente! Così si possono leggere notizie storiche che sono contenute nel libro anche se lo stesso contiene cose inventate ed è normale visto che si tratta di una storia nella storia. Non è un saggio che deve riportare necessariamente fatti effettivamente accaduti. Nel romanzo storico c’è una base vera e poi l’invenzione che diletta e in questo libro è davvero gradevole seguire la trama mano a mano che si sviluppa. A quasi 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (che cadrà il 2 maggio 2019) c’è la voglia di rispolverare il suo genio, tra dipinti e opere di ingegneria antesignani di moderne scoperte (ad esempio il carro armato, il paracadute, il palombaro e molto altro), le sue “prodezze” con i garzoni di bottega (soprattutto col Salaì figlioccio e non solo) e i suoi discorsi e le sue azioni da eretico. In un  periodo in cui la peste faceva paura Leonardo che conosceva anche l’anatomia grazie alla dissezione sacrilega di cadaveri riesce a scoprire cosa è successo all’uomo ucciso, ma dovrà anche capire perché è stato lasciato in casa di Ludovico il Moro. In quel periodo (e non solo) il potere era più importante di qualsiasi cosa e voleva esser conquistato da più di un uomo in grado di poterlo usare (erano esclusi i plebei naturalmente) per questo le mosse di un re, nella fattispecie Carlo VIII che voleva conquistare Napoli, potevano essere sfruttate da alcuni che volevano conquistare titoli e privilegi e da altri che avvicinando Leonardo volevano sottrarre il prezioso diario dove erano appuntati codici misteriosi e idee. Molti avrebbero rapito direttamente Leonardo perché le sue idee geniali facevano gola a tutti i potenti, ma avere il suo ideatore e costruttore era meglio! Questo è un romanzo che il lettore troverà geniale per la scrittura umoristica utilizzata, per la modestia dell’autore (come si può leggere alla fine), per la curiosità che si accende di nuovo sul da Vinci, per il rivivere quei tempi accanto ad un signore come Ludovico il Moro, per l’Italia divisa in ducati, regni, repubbliche e stato pontificio e per le liti, gli intrighi, i giochi di potere, i francesi con manie di conquista nel territorio italiano che non vedevano l’ora di spodestare gli spagnoli e molto altro. Buona lettura!



L’autore

Marco Malvaldi è nato a Pisa dove vive tutt'ora. Dopo la laurea in chimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, e contemporanei studi di conservatorio, ha provato a fare il cantante lirico, ma ha abbandonato dopo poco per tornare alla professione di chimico. Esordisce nella narrativa nel 2007 con la serie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio: La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016; A bocce ferme, 2018. Da questa serie a partire dal 2013 è stata tratta una serie televisiva dal titolo I delitti del BarLume.
Ha pubblicato anche Odore di chiuso (Sellerio 2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (Sellerio 2012), Argento vivo (Sellerio 2013),  Buchi nella sabbia (Sellerio 2015) e i saggi L' architetto dell'invisibile ovvero come pensa un chimico (Cortina Raffaello 2017), Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà (Rizzoli 2017) e Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull'umorismo e il linguaggio (Rizzoli 2018)
Suoi racconti sono inclusi nelle antologie di Sellerio: Un Natale in giallo (2011), Capodanno in giallo (2012), Ferragosto in giallo (2013), Regalo di Natale (2013, La tombola dei troiai), Carnevale in giallo (2014, Costumi di tutto il mondo).
Nel luglio 2013 vince il Premio letterario La Tore Isola d'Elba.




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