mercoledì 25 luglio 2018

Il patto dell'abate nero: recensione







Il patto dell’abate nero



Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Genere: Romanzo storico
Anno di Pubblicazione: 2018





Sinossi:

13 marzo 1460, porto di Alghero. Un mercante ebreo incontra in gran segreto l’agente di un uomo d’affari fiorentino, Teofilo Capponi. Vuole vendergli un’informazione preziosissima: l’esatta ubicazione del leggendario tesoro di Gilarus d’Orcania, un saraceno scomparso ai tempi di Carlo Magno. Venuta per caso a conoscenza della trattativa, Bianca de’ Brancacci, moglie di Capponi, si convince che quel tesoro ha a che fare con la morte di suo padre. Elabora così un piano preciso, ma per realizzarlo ha bisogno dell’aiuto di Tigrinus, il noto ladro fiorentino legato a Cosimo de’ Medici. Tigrinus dovrà partire alla volta di Alghero, spacciarsi per Teofilo Capponi, e poi mettersi sulle tracce dell’oro di Gilarus. A Firenze, Bianca cercherà di mantenere il segreto sulla missione affidata al ladro. Ma, mentre Tigrinus è lontano, qualcuno ha finalmente modo di mettere le mani sul tesoro più grande che il furfante nasconde: la Tavola di Smeraldo...





Recensione:

Questa volta me la son presa comoda! Ho letto il libro in tutta tranquillità senza correre, senza pensare ad una scadenza per scrivere la recensione, ho degustato le pagine come fossero bicchieri di un ottimo vino che dev’essere assaporato per essere apprezzato. In effetti i romanzi di Simoni aumentano la fame di lettura per questo di solito si arriva alla fine in pochissimi giorni, se non il giorno stesso dell’acquisto! Avevo altre letture per le mani, letture che richiedevano un tempo minore per essere lette e per scrivere la recensione, ma mi ricordavo sempre di leggere qualche capitolo de Il patto dell’abate nero perché non riuscivo proprio a tenerlo in disparte, dovevo sapere quale avventura aspettava Tigrinus e company.
Due tesori tirano i personaggi nella trama del romanzo: il tesoro di Gilarus d’Orcania e la Tavola di smeraldo e dall’avidità di possederli si sviluppano cinque scene dove i personaggi hanno una parte da portare avanti. Quella che dà il via è Bianca de’ Brancacci che apre il sipario con la conseguenza che deriva da anni di repressione e maltrattamenti nei confronti del marito Teofilo Capponi che ha degli affari loschi da portare avanti e non si cura affatto della moglie trattandola come fosse una serva. Per tornare a respirare Bianca agisce con stupidità perché tira in ballo un’altra persona addossandole la colpa di ciò che fa lei. E usa questa persona, Tigrinus, per scoprire cos’era successo al padre. Dal canto suo Tigrinus trova il lato positivo in questo e cioè il tesoro di Gilarus d’Orcania sul quale potrebbe mettere le mani ed essere ripagato per le fatiche. Ma non è semplice perché chi vuole mettere le mani su quel tesoro ha orecchie ovunque. Chiamarlo thriller storico secondo me non è corretto, perché non dev’essere classificato come thriller. All’epoca si agiva così, anche oggi se è per questo, quindi dovrebbe essere tutto un thriller, ogni azione, ogni pensiero malvagio! All’epoca le macchinazioni per raggiungere uno scopo erano all’ordine del giorno soprattutto tra nobili, signori e ladri! Si facevano la guerra, ma alla fine avevano la stessa indole! Tutti dovevano arrivare primi e dovevano arrivare alla massima ricchezza per la fame di potere che avevano e che non si quietava mai. Figure come Cosimo de’ Medici che agisce nell’ombra manovrando altre persone come fosse un burattinaio per avere un libro considerato del diavolo. Come Angelo Bruni, cugino di Bianca de’ Brancacci, che vuole rimpinguare le casse vuote della sua ricchezza dopo aver perso tutto, ma la brama non fa ragionare e induce a sbagliare più volte, a farsi raggirare addirittura da una donna (come al solito) che come se fosse una strega, ammalia il malcapitato per girarlo al suo volere, per difendere, forse, una terza persona alla quale essa è legata...mistero!  Perché tutti pensano ai propri interessi senza pensare che tirare in mezzo persone significa rovinare loro la vita! Il compare di Tigrinus intanto scopre gli imbrogli di Simeone de Lunell un mercante ebreo decisamente ricco con il quale il padre di Bianca prima e il marito della stessa poi, avevano preso accordi. E Tigrinus scopre molto di più inseguendo il tesoro di Gilarus d’Orcania. Naturalmente non posso svelare di più perché svanirebbe la voglia di leggere il libro. Non allungo nemmeno perché non serve, secondo me, scrivere tanto rischiando di non esser letti, dai lettori perché non vogliono scoprire troppo prima di leggere il libro e da quelli che devono avvicinarsi alla lettura perché sarebbe pesante per loro!
Leggere i romanzi storici di Marcello Simoni è sempre un piacere perché la sua scrittura è decisamente fluida e se pensate che tra le pagine si parla anche di dati storici è un bene che sia scorrevole senza incorrere in pesanti intoppi che provocherebbero al lettore un senso di oppressione. Si respira come sempre un'aria medievale che incanta il lettore e soprattutto il lettore che ama quel periodo storico. Nel caso alcuni abbiano il timore di imbattersi in notizie storiche pensando di non uscirne fuori dico loro che sono fuori strada perché grazie al salto di scene (ora si parla di Bianca che deve difendersi a Firenze, ora di Tigrinus che si trova ad Alghero, ora di Cosimo che agisce in stanze segrete del suo palazzo) con i diversi personaggi protagonisti, il lettore non si accorgerà di andare avanti perché sarà totalmente preso dalla lettura! E arriverà come sempre alla fine dolendosi del fatto che una nuova avventura di Tigrinus sia già finita e si domanderà quando potrà di nuovo leggere dell’abate nero o della tavola di smeraldo.




L’autore

È nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del famoso mercante; L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro 2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni) e i primi due capitoli della Secretum Saga (L’eredità dell’abate nero e Il patto dell’abate nero). Nel 2018 Marcello Simoni ha vinto il Premio Ilcorsaronero.



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