domenica 26 agosto 2018

La forza della natura: recensione





La forza della natura


Autore: Jane Harper
Traduzione: Claudia Valentini
Editore: Bompiani
Pagine: 432
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018





Sinossi:
Gente di città. Smarriti senza i cellulari (che comunque non funzionano), incartati in attrezzature nuovissime, confusi davanti alle mappe. Sono dei colletti bianchi, colleghi in una società finanziaria, arrivati sulle Giralang Ranges per un trekking che affinando le tecniche di sopravvivenza dovrebbe cementare lo spirito di gruppo. Dopo qualche giorno faccia a faccia con la natura rientrano tutti al campo base. Tutti tranne Alice Russell. Le ricerche partono all'istante: una donna sola e inesperta, seppur dinamica e brillante come Alice, ha poche speranze di sopravvivere nella foresta. Ad affiancare la polizia locale entrano in campo l'agente federale Aaron Falk, reduce dalla dolorosa indagine di "Chi è senza peccato", e la sua collega Carmen Cooper, perché Alice non è un'impiegata come gli altri: è l'informatrice-chiave in un'indagine contro la criminalità organizzata e il riciclaggio di denaro sporco che vede coinvolta la sua società. Dunque con ogni probabilità anche chi era con lei sulle Giralang, distese di bellezza selvaggia e ostile rese ancora più inquietanti dal fatto che sono state territorio d'azione del serial killer Martin Kovac. Tra testimoni oculari inaffidabili, uomini d'affari senza scrupoli e un paesaggio che non dà tregua, Jane Harper costruisce un thriller mozzafiato che cattura fino all'ultima pagina.



Recensione:

Dopo l’avventura a Kiewarra, suo paese natale, dalla quale è uscito scottato nel vero senso della parola Aaron Falk ha un’altra avventura a Melbourne. Le aziende organizzano giorni di escursioni o avventura o sopravvivenza per incrementare la coesione tra colleghi necessaria nel gruppo che affronta goni giorno problemi e soluzioni per mandare avanti l’impresa. Effettivamente dovrebbe essere una buona strategia per unire diverse persone, ma non sempre riesce! Innanzitutto le persone vengono dalla città, precisamente da Melbourne, inoltre son persone abituate alle comodità e infine sono caratteri decisamente diversi con ambizioni diverse e trascorsi differenti. C’è chi crede di essere un leader da sempre, chi non voleva sedere su una poltrona importante, chi non riesce a staccare dal lavoro e non si impegna a casa, chi si sente sempre il numero due, chi non vorrebbe esser l’ombra del superiore ma fa buon viso a cattivo gioco e chi ha dovuto accettare un lavoro di basso livello nell’azienda perché non aveva altro.  I partecipanti son divisi in due gruppi, maschi e femmine. Indovinate quale dei due non è coeso e, per questo, rimane indietro?
Nella natura selvaggia dove ogni sentiero è costeggiato da fitti alberi e dove con scarsità di cibo e acqua il gruppo deve cercare di sopravvivere con ingegno, le persone dovrebbero stringersi a cerchio e meditare la tattica più consona per tornare alle loro vite. Ma la coesione non funziona se esiste la rabbia, la rivalità, il sospetto, l’egoismo soprattutto quando molti di questi sentimenti negativi erano stati soffocati dal tempo. Da una semplice escursione in gara con il gruppo degli uomini, l’avventura cambia aspetto e diventa paura palapabile attraverso lo stato di ansia crescente dei personaggi femminili che provano un grande senso di smarrimento nel mezzo dei bivi tra i sentieri, senza capire quale scegliere per arrivare al campo due e riuscire a prendere almeno i viveri necessari per restare in vita. Sperdute nel fitto degli alberi con la sensazione di occhi che spiano. Tra la pioggia che attutisce tutti i rumori e i fantasmi dei crimini efferati compiuti proprio nel mezzo della natura selvaggia. Aggiungiamo anche che una delle partecipanti era importante per Falk e la sua collega perché impegnata in un’operazione rischiosa e che in mezzo a quel groviglio di piante e alberi l’inquietudine poteva fare brutti scherzi, otteniamo un thriller che ti mantiene incollata alle sue pagine (è vero non è un’esagerazione e lo dico a dei thriller che valgono non a quelli scialbi o alle solite americanate) com’è stato anche per “Chi è senza peccato”, romanzo precedente. La Harper riesce a provocare una curiosità attraverso la quale si macinano pagine per arrivare a capire cosa sta succedendo tra i personaggi e come va a finire la storia. E macinare pagine significa finire il libro in due giorni! Credevo potesse durare un po’ di più ma mi son ricreduta! La Harper non ha una scrittura sterile, anzi, piuttosto piena di particolari (non pochi e non troppi, ma giusti) che riescono a creare immagini vivide nella mente! Detto questo vi auguro una buona lettura e se non avete letto il precedente “Chi è senza peccato” potete trovare la recensione sul sito di Thrillernord http://thrillernord.it/chi-e-senza-peccato/      
Il nuovo romanzo non è conseguenteal primo, ma spiega molte cose sul personaggio di Aaron Falk.



L’autore:
Jane Harper è l’autrice di Chi è senza peccato, romanzo vincitore di vari riconoscimenti tra cui il Victorian Premier’s Literary Award for an Unpublished Manuscript 2015, l’Indie Award Book of the Year 2017, Libro dell’anno 2017 per l’Australian Book Industry e il CWA Gold Dagger Award 2017 come miglior romanzo poliziesco. Vive a Melbourne con il marito e la figlia.


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