mercoledì 2 luglio 2014

Rifugiarsi nella cultura a 2433 metri d’altezza!

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Non si deve pensare che la cultura si trovi esclusivamente su libri commerciali, anzi tra questi bisogna discernere quelli che davvero possono acculturare rispetto agli altri che possono far credere cose non vere.
non tutti i libri si trovano in vendita nelle librerie, alcuni che contengono pezzi di storia, si vendono anche in un posto impensabile, appollaiato su uno sperone, faticosamente raggiungibile come il rifugio Franchetti.
Situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso a 2433 metri di quota, edificato dalla sezione romana del C.A.I. alla fine degli anni ’50, sorge tra il Corno Piccolo e il Corno Grande, e se si guarda verso est, gli occhi potranno spaziare tra le colline del teramano fino a giungere al mare Adriatico. 
Dire che il panorama è stupendo sia alle sue spalle che dinanzi è dir poco!
Il Franchetti oltre a essere un rifugio caldo ed accogliente e ad avere una meravigliosa posizione panoramica, ha anche una vetrina dedicata alla cultura della montagna, dimenticata (o ignorata) da molti. In questa vetrina sono contenuti libri inerenti alla storia del Gran Sasso.
Perché la montagna ha una sua storia, e comprende anche la storia di coloro che hanno aperto vie, o hanno espugnato cime prima di tutti gli altri, per aprire passaggi che oggi sono usati da tutti per arrivare sule vette, o arrampicare su alcune vie, o semplicemente sentieri da percorrere a piedi, in bici o a cavallo per ammirare le bellezze naturali.
Mentre mangiavo un pezzo di una buonissima torta al cioccolato, per riprendermi dalle fatiche impiegate per arrivare alla cima del Corno Grande, versante occidentale, ho notato la vetrinetta, dentro al rifugio, che presentava dei libri allineati sul primo ripiano in alto.
Visto che sento l’odore dei libri a distanza e i loro sussurri che attirano la mia attenzione, ho, naturalmente, spostato lo sguardo su di essi.
Sono che raccontano i protagonisti che l’hanno vissuta e che spiegano come viverla.
Tutti sanno com’è fatta una montagna, la vedono, la disegnano da piccoli o anche da adulti, ma in pochi la conoscono davvero.
Franchetti
La montagna racchiude una notevole cultura per la storia e la natura, per i prodotti locali artigianali, per laboratori di scultura del legno, per la musica nata tra i boschi.
E’ importante conoscerla perché è un patrimonio culturale naturale, è come un libro che rimane lì per sempre e che può essere studiato da tutti e che molti hanno già studiato e continuano a studiare, e che chi gestisce il rifugio Franchetti può raccontare.
Naturalmente la montagna non si vive andando a disturbare quei posti circondati dalla tranquillità, comportandosi come gli Unni in un’invasione barbarica!
L’educazione è fondamentale, come la conoscenza che deriva dal leggere la storia di questi posti per imparare e rispettare i luoghi da visitare!
E le persone che gestiscono il rifugio Franchetti, conoscono la storia e hanno la conoscenza adatta per educare coloro che hanno sete di sapere.
Ho posto due domande al gestore del Rifugio Franchetti, Luca Mazzoleni:
La gente non conosce la sua vera storia, la storia delle vie e dei sentieri aperti dagli alpinisti, almeno questa è l’impressione che ho sentendo certi discorsi di alpinisti improvvisati. Tu che incontri tantissima gente che ne pensi?Secondo te la montagna potrebbe aumentare il bagaglio culturale di ognuno?
E lui mi ha risposto così:
Belle domande, ma di risposte ce ne sono tante quante le persone a cui chiedi. C’è di tutto: intellettuali poco furbi e scalatoti colti, muratori poeti e impiegati ottusi. Insomma la montagna non è che sia diversa dalla realtà della valle: c’è un bel campionario di umanità varia! Diciamo che ad agosto il livello si abbassa, ma in genere le persone che ci vanno non solo per turismo ferragostano, hanno una sensibilità e spesso interessi più “elevati” della media che passa le proprie domeniche allo stadio o nei centri commerciali.

La risposta (alla quale sto ancora applaudendo) è unica altrimenti si dilungherebbe e poi dovrebbe parlare anche degli improvvisati e di parole per loro ce ne sono tante, ma tante!
 La sensibilità è fondamentale, grazie a essa ti adatti all’ambiente circostante, lo rispetti, lo capisci e alzi il tuo livello culturale. E le persone che gestiscono il rifugio Franchetti, hanno sensibilità, la cognizione adatta per educare coloro che hanno sete di sapere e conoscono la storia della montagna che salutano ogni mattina appena si svegliano e ogni notte quando vanno a dormire.


Articolo scritto per iltempolastoria.it

http://www.iltempolastoria.it/rubriche/libri-in-viaggio/rifugiarsi-nella-cultura-a-2433-metri-daltezza/

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